mercoledì 4 agosto 2021

Il Vangelo del Giovedì 5 Agosto 2021

 

Della 18° settimana del Tempo Ordinario.

Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore. 

Prima lettura.

Ne uscì acqua in abbondanza.

Dal libro dei Numeri (20,1-13)

In quei giorni, tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin il primo

mese, e il popolo si fermò a Kades.

Qui morì e fu sepolta Maria.

Mancava l'acqua per la comunità: ci fu un assembramento contro Mosè e contro Aronne.

Il popolo ebbe una lite con Mosè, dicendo: «Magari fossimo morti quando morirono

i nostri fratelli davanti al Signore!

Perché avete condotto l'assemblea del Signore in questo deserto per far morire noi

e il nostro bestiame?

E perché ci avete fatto uscire dall'Egitto per condurci in questo luogo inospitale?

Non è un luogo dove si possa seminare, non ci sono fichi, non vigne, non melograni,

e non c'è acqua da bere».

Allora Mosè e Aronne si allontanarono dall'assemblea per recarsi all'ingresso della tenda

del convegno; si prostrarono con la faccia a terra e la gloria del Signore apparve loro.

Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aronne convocate

la comunità e parlate alla roccia sotto i loro occhi, ed essa darà la sua acqua; tu farai

uscire per loro l'acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al loro bestiame».

Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore, come il Signore gli aveva ordinato.

Mosè e Aronne radunarono l'assemblea davanti alla roccia e Mosè disse loro: «Ascoltate,

o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia?».

Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e ne uscì acqua in

abbondanza; ne bevvero la comunità e il bestiame.

Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Poiché non avete creduto in me, in modo

che manifestassi la mia santità agli occhi degli Israeliti, voi non introdurrete

quest'assemblea nella terra che io le do».

Queste sono le acque di Merìba, dove gli Israeliti litigarono con il Signore e dove

egli si dimostrò santo in mezzo a loro.

Parola di Dio.

Vangelo.

Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

Dal Vangelo secondo Matteo (16.13-23) anno dispari.

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi

discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?».

Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa

o qualcuno dei profeti».

Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».

Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue

te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.

E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze

degli inferi non prevarranno su di essa.

A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato

nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme

e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire

ucciso e risorgere il terzo giorno.

Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore;

questo non ti accadrà mai».

Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, Satana!

Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Si parla ancora di Gesù, fuori dalle Chiese.

Fatevi un giro in libreria e vedrete quanti testi hanno a che fare con quell’ebreo

marginale vissuto più di duemila anni fa!

Basta un romanzo ben congegnato per suscitare un vespaio di riflessioni,

dibattiti al calor bianco.

Chi è stato Gesù? Un grande profeta? Un illuso? Un idealista?

Uno dei tanti uomini che periodicamente accendono la speranza nel cuore

di un’umanità fragile e disincantata?

Sono contento quando si parla del Signore, davvero.

Cristo rappresenta un problema per l’uomo che riflette.

E vorrei che noi cristiani dedicassimo del tempo a conoscerlo meglio.

A leggere dei testi adeguati, seri, basati su dati storici e scientifici, per recuperare

il senso storico di Gesù, il suo messaggio, la sua pretesa messianica.

Senza scorciatoie, senza dar troppo peso alle tante parziali visioni di Gesù che

ancora oggi i veggenti di moda ci comunicano.

Ma, dopo avere studiato ben bene, dopo avere tolto Gesù dalla nebbiolina della

leggenda e della devozione, ci troviamo necessariamente a doverci schierare.

Non facciamo i turisti, quando abbiamo a che tare col Signore, prima o poi la

domanda birichina, secca, asciutta, raggiunge il nostro cuore.

Chi sono Io per te?

È una domanda che ci viene rivolta personalmente, senza possibilità di fuga.

Ci mette all’angolo, stana le nostre presunte certezze, ci obbliga a svestire i

panni dello scettico o dei saputello e ci inquieta, nel profondo.

Non è per fare il saputello, ci mancherebbe, io il Signore non l’ho ancora

conosciuto del tutto, ma me ne sono innamorato, attraverso l’aiuto della preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.