sabato 22 dicembre 2018

Il Vangelo di Domenica 23 Dicembre 2018


Della 4° Domenica di Avvento.
1° Lettura dal libro del profeta Michèa (5,1-4a)
2° Lettura dalla lettera agli Ebrei (10,5-10)
Dal Vangelo secondo Luca (1,39-45) anno C.
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa,
in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò
nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta
tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato
di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Poche ore e celebreremo l’inaudito di Dio.
No, non siamo qui a far finta che poi Gesù nasce.
Dio è già nato, è morto ed è risorto e vive glorioso.
A noi, in questo tempo che ci è dato, in questa vita più o meno soddisfacente,
il compito di lasciar nascere Dio nei nostri cuori.
Di lasciarlo nascere non come eravamo un anno fa, non come stavamo
tre anni fa, ma ora; in questo giorno.
L’idea (falsa), che coltiviamo è quella di doverci preparare con devozione e
buone maniere alla festa della venuta di Dio.
E così aggiungiamo dolore a dolore; chi non è pronto perché distratto, chi non
c’è perché travolto e, soprattutto i tanti (troppi) che vivono Natale come una
lama che uccide, non possono in alcun modo prepararsi.
Penso a te, Marco, e a tua moglie che se n’è andata e passerà Natale con i suoi
e le tue due bambine.
Penso a quanto è terribile vedere piangere disperato un adulto, come hai fatto
Qualche giorno fa, chiedendomi pure scusa. (Ma scusa di che?).
Penso a voi Cinzia e Franco e al vostro matrimonio in bilico, alle scenate
e le cose brutte che vi siete detti, al fatto che la nostra libertà ce la possiamo
giocare davvero tanto male.
Se avessimo il coraggio di vedere davvero cosa sta per accadere!
Vedere che Dio si fa spazio in mezzo al letame e sceglie di nascere nell’aria
acre di una piccola stalla.
Vedere che la gioia è una tristezza superata, che Dio si schiera dalle parti degli
ultimi, davvero, per sempre.
Vedere che anche Dio, quest’anno, non farà il Natale che vediamo raggiungerci
(terribilmente imbarazzante) dagli schermi della insopportabile strategia di marketing.
La piccola Maria sente il grembo crescere, in quella poesia e magia che solo le
donne, somiglianti a Dio, possono vivere.
Il Verbo cresce dentro di lei e con la Parola fatta carne crescono anche i tentennamenti.
Maria sale da Elisabetta; forse lei saprà darle una risposta definitiva, forse lei
saprà dirle che sì, è tutto vero.
E accade, Elisabetta si asciuga le mani nel grembiule e riconosce la piccola
Maria (ormai si è fatta donna) e capisce.
La pagina di Luca è un capolavoro; l’incontro fra le due donne nel Vangelo
è tutto un sussulto, un complimento, Giovanni Battista che riconosce il Messia
dal grembo e scalcia; Elisabetta, anziana donna che vede imprevedibilmente
realizzato il suo agognato sogno di maternità fa i complimenti alla piccola Maria.
Maria, ancora scossa da quanto le è successo, comincia a ballare e a fare i
complimenti a Dio che salva lei e noi.
Nelle loro parole avvertiamo la tensione, lo stupore, l’inaudito che si realizza.
È vero, allora, Dio ha scelto di venire, Dio si rende presente, Dio-il Dio
d’Israele-è qui.
Non sono solo stanche promesse ascoltate dalla bocca del vecchio rabbino
di Nazareth che sospirava, il Sabato, seguendo con il dito la pergamena
consumata del rotolo di Isaia.
È vero, è tutto vero, Dio viene, infine.
E le due donne urlano e cantano e danzano e piangono nell’assolato cortile di
casa della vecchia Elisabetta.
Lo splendido pancione col bimbo che scalcia è la presenza del profeta che
indica il Messia.
E tutto accade, accade, come il più inatteso e improbabile dei sogni che si
realizza, come se la storia, la vita e l’universo danzassero nel vedere queste
donne cantare l’assoluta follia di Dio.
E questo scatena la gioia, contagia e stupisce.
Ecco Dio
Ecco, questa sì che è una buona notizia, possiamo essere felice anche se poveri
e sfortunati, possiamo realizzare la nostra vita anche se abitiamo in un paese
arido e senza poesia, possiamo essere ricolmi più di un re perché ascoltiamo
la Parola che Dio ci vuole dare.
Dio viene per colmare il nostro cuore, questa è una buona notizia.
Se vi dicessi; hai una vita riuscita, un lavoro che ti realizza e che ti dà
vagonate di soldi, una casa da sogno, una splendida moglie, figli educati
e sensibili, il salone di casa con l’alberone e le luci e il clima di festa giusto
perciò sii felice, cosa dico di straordinario?
Che buona notizia è?
Un Dio che dona pace alle persone già felici?
L’inaudito è proprio il contrario, la felicità è altrove, è la salvezza di un Dio che
ci ama talmente da consegnarsi come un neonato, è una felicità accessibile anche
al povero, anzi forse più ancora al povero perché più disposto, più accogliente.
La buona notizia è che Dio è accessibile, è semplice, è diverso.
Diverso dalle nostre paure, diverso dai fantasmi che ci perseguitano. Diverso.
E Maria e Elisabetta ora lo sanno e cantano, dicono e raccontano.
Raccontano dell’opera di Dio, la leggono scolpita nella storia degli uomini, la
rintracciano nelle pieghe della fedeltà di un popolo di salvati-Israele-cui noi
e l’umanità deve moltissimo.
La loro gioia dilaga perché ora vedono chiaro, luminoso, evidente, mozzafiato
il pensiero di Dio disegnarsi nella loro piccola storia, usarle e coinvolgerle.
La gioia è la dimensione essenziale del Natale.
La gioia di sentirsi ed essere veramente salvati da Dio.
Siamo veramente nel cuore e nel desiderio di Dio!
Un suggerimento, amici, regaliamoci, in questo Natale, dieci minuti di orologio
per fermarci e aprire lo sguardo-finalmente!-su ciò che Dio sta compiendo
nella storia, nella nostra storia.
Animo, amici, arrivano buone notizie, aspettiamole pregando.
Santa 4° Domenica di Avvento, aspettando Natale amici, da Fausto.
PS. I nomi delle persone sopra citate sono di fantasia.