lunedì 11 maggio 2020

Il Vangelo del Martedì 12 Maggio 2020


Della 5° settimana di Pasqua.
S. Pancrazio martire.
Prima lettura dagli Atti degli Apostoli (14,19-28)
In quei giorni, giunsero [a Listra] da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali
persuasero la folla.
Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto.
Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città.
Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.
Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole
di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed
esortandoli a restare saldi nella fede «perché-dicevano-dobbiamo entrare nel regno
di Dio attraverso molte tribolazioni».
Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato
e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.
Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola
a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia là dove erano stati
affidati alla grazia di Dio per l'opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto
per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.
E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Giovanni (14,27-31a) anno pari.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace.
Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi".
Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me.
Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me
non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre
mi ha comandato, così io agisco».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
La pace che ci dona il Signore non ha nulla a che vedere con la pace che porta il mondo.
La pace di cui parla il mondo, spesso, è la pace dei cimiteri, la pace che i più forti
impongono ai perdenti, la pace del compromesso politico.
E il mondo occidentale ci propone un modello di pace e di realizzazione che
esalta la ricchezza, il successo e l’apparenza.
La cosa tragica è che molte persone, troppe, pensano che sia vero.
E passano la vita a sperare di riuscire, di sfondare per sopravvivere, all’oblio della mediocrità.
No, non è pace, quella che promette il mondo.
È inganno, solo inganno, come quello che stiamo vivendo attraverso questa pandemia,
dove il nostro governo ci promette che ci risolve i problemi, invece ce li crea.
La pace che dona Cristo è la consapevolezza di quanto siamo amati, di quanto
valiamo agli occhi di Dio, del ruolo che ognuno riveste nella salvezza del mondo.
La pace che porta Cristo è l’esperienza del nostro valore, che è misura dell’amore
che siamo capaci di donare, misurato con i nostri limiti.
La pace consiste nello scoprirsi parte di un gigantesco progetto che Dio ci chiede
di condividere, nella nostra quotidianità, facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.