domenica 14 giugno 2020

Il Vangelo del Lunedì 15 Giugno 2020


Della 11° settimana del Tempo Ordinario.
Prima lettura dal primo libro dei Re (21,1b-16)
In quel tempo, Nabot di Izreèl possedeva una vigna che era a Izreèl, vicino al
palazzo di Acab, re di Samarìa.
Acab disse a Nabot: «Cedimi la tua vigna; ne farò un orto, perché è confinante
con la mia casa.
Al suo posto ti darò una vigna migliore di quella, oppure, se preferisci, te la
pagherò in denaro al prezzo che vale».
Nabot rispose ad Acab: «Mi guardi il Signore dal cederti l'eredità dei miei padri».
Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot
di Izreèl, che aveva affermato: «Non ti cederò l'eredità dei miei padri!».
Si coricò sul letto, voltò la faccia da un lato e non mangiò niente.
Entrò da lui la moglie Gezabèle e gli domandò: «Perché mai il tuo animo è tanto
amareggiato e perché non vuoi mangiare?».
Le rispose: «Perché ho detto a Nabot di Izreèl: "Cedimi la tua vigna per denaro, o, se
preferisci, ti darò un'altra vigna" ed egli mi ha risposto: "Non cederò la mia vigna!"».
Allora sua moglie Gezabèle gli disse: «Tu eserciti così la potestà regale su Israele?
Àlzati, mangia e il tuo cuore gioisca.
Te la farò avere io la vigna di Nabot di Izreèl!».
Ella scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì
agli anziani e ai notabili della città, che abitavano vicino a Nabot.
Nelle lettere scrisse: «Bandite un digiuno e fate sedere Nabot alla testa del popolo.
Di fronte a lui fate sedere due uomini perversi, i quali l'accusino: "Hai maledetto
Dio e il re!".
Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia».
Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i notabili che abitavano nella sua
città, fecero come aveva ordinato loro Gezabèle, ossia come era scritto nelle
lettere che aveva loro spedito.
Bandirono un digiuno e fecero sedere Nabot alla testa del popolo.
Giunsero i due uomini perversi, che si sedettero di fronte a lui.
Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: «Nabot ha maledetto
Dio e il re». Lo condussero fuori della città e lo lapidarono ed egli morì.
Quindi mandarono a dire a Gezabèle: «Nabot è stato lapidato ed è morto».
Appena Gezabèle sentì che Nabot era stato lapidato ed era morto, disse ad
Acab: «Su, prendi possesso della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato
di dartela in cambio di denaro, perché Nabot non vive più, è morto».
Quando sentì che Nabot era morto, Acab si alzò per scendere nella vigna
di Nabot di Izreèl a prenderne possesso.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (5,38-42) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: "Occhio
per occhio" e "dente per dente".
Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla
guancia destra, tu pòrgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e
toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
La norma biblica dell’occhio per occhio e dente per dente era già un grosso
passo avanti rispetto alla reazione di chi annegava nel sangue un torto subito.
Gesù propone un’atteggiamento di disarmante paradosso; offrire la guancia
a chi ti schiaffeggia.
Cosa che va capita bene, visto che spesso è utilizzata proprio per
ridicolizzare i cristiani e per perseguitarli.
Gesù stesso non porgerà l’altra guancia alla guardia che lo schiaffeggia
davanti al sommo sacerdote!
Porgere la guancia significa avere un atteggiamento leale, convincente,
che desidera portare alla comprensione chi sta mortificando.
L’equilibrio che siamo tenuti ad avere nella nostra società è difficile; non adeguarci
alla crescente violenza che contagia ogni luogo, il linguaggio, le abitudini quotidiane
e, nello stesso tempo, non essere remissivi, non diventare lo zerbino su cui tutti si
puliscono i piedi in nome di una malintesa remissività cristiana.
Imitiamo il Signore, nel suo virile pacifismo, anche se non è sempre facile,
per riuscirci meglio, facciamoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

CORPUS DOMINI

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