martedì 2 gennaio 2024

Il Vangelo del Mercoledì 3 Gennaio 2024

 

Della 2° settimana del Tempo di Natale.

Santissimo Nome di Gesù, Nome

d’allegrezza, di speranza e d’amore.

Prima lettura.

Chi rimane in Dio non pecca.

Dalla prima lettera di san

Giovanni apostolo (2,29-3,6)

Figlioli, se sapete che Dio è giusto,

sappiate anche che chiunque opera

la giustizia, è stato generato da lui.

Vedete quale grande amore ci ha dato il

Padre per essere chiamati figli di Dio,

e lo siamo realmente!

Per questo il mondo non ci conosce:

perché non ha conosciuto lui.

Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio,

ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato.

Sappiamo però che quando egli si sarà

manifestato, noi saremo simili a lui,

perché lo vedremo così come egli è.

Chiunque ha questa speranza in lui,

purifica se stesso, come egli è puro.

Chiunque commette il peccato, commette

anche l'iniquità, perché il peccato è l'iniquità.

Voi sapete che egli si manifestò per togliere

i peccati e che in lui non vi è peccato.

Chiunque rimane in lui non pecca;

chiunque pecca non l'ha visto né

l'ha conosciuto.

Parola di Dio.

Ecco l'agnello di Dio.

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,29-34) anno pari.

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù

venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello

di Dio, colui che toglie il peccato

del mondo!

Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di

me viene un uomo che è avanti a me,

perché era prima di me".

Io non lo conoscevo, ma sono venuto a

battezzare nell'acqua, perché egli fosse

manifestato a Israele».

Giovanni testimoniò dicendo: «Ho

contemplato lo Spirito discendere

come una colomba dal cielo e

rimanere su di lui.

Io non lo conoscevo, ma proprio colui

che mi ha inviato a battezzare nell'acqua

mi disse: "Colui sul quale vedrai

discendere e rimanere lo Spirito, è lui

che battezza nello Spirito Santo".

E io ho visto e ho testimoniato che

questi è il Figlio di Dio».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Giovanni fatica a riconoscere il Messia.

Lui stesso, che ha passato la vita ad

attenderlo, resta spiazzato dalla mitezza,

dalla pochezza del volto di Dio.

San Paolo mediterà stupefatto su Gesù

che si fa nulla, si annienta, si cancella

per amore.

Mischiato con gli altri penitenti, in coda

per ricevere un battesimo per il perdono

di peccati che non ha commesso, ma di

cui vuole condividere le conseguenze,

Gesù da subito esprime il suo desiderio

di unione profonda, di condivisione

totale con l’umanità che intende salvare.

Giovanni lo riconosce infine, quando

lo vede venire verso di lui, e lo indica

presente come un agnello che porta il

peccato, come un mite che intende rischiare

tutto, anche la vita, pur di donarsi, pur

di amare fino alla consumazione.

Così accade anche a noi; il Signore si fa

accanto a noi nei modi e nei tempi che

non ci aspettiamo, spiazzandoci,

costringendoci a uscire dalle nostre false

visioni di Dio per incontrarlo nella

povertà disarmante dell’umanità penitente.

Il mite ci viene incontro, nella spogliazione

di un Natale che abbiamo voluto fintamente

pomposo, falsamente e ipocritamente trionfale.

Il Bambino è, da subito, segno di

contraddizione, da subito il perseguitato,

il crocifisso.

Accoglierlo significa accogliere la

disarmante logica dell’arrendevolezza,

facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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