giovedì 27 luglio 2023

Il Vangelo del Venerdì 28 Luglio 2023

 

Della 16° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Nazario e Celso, Martiri.

Prima Lettura

La legge fu data per mezzo di Mosè.

Dal libro dell'Èsodo (20,1-17)

In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste

parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che

ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla

condizione servile: Non avrai altri dèi

di fronte a me.

Non ti farai idolo né immagine alcuna di

quanto è lassù nel cielo, né di quanto è

quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle

acque sotto la terra.

Non ti prostrerai davanti a loro e non

li servirai.

Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio

geloso, che punisce la colpa dei padri nei

figli fino alla terza e alla quarta generazione,

per coloro che mi odiano, ma che dimostra

la sua bontà fino a mille generazioni, per

quelli che mi amano e osservano i

miei comandamenti.

Non pronuncerai invano il nome del

Signore, tuo Dio, perché il Signore

non lascia impunito chi pronuncia

il suo nome invano.

Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo.

Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro;

ma il settimo giorno è il sabato in onore

del Signore, tuo Dio: non farai alcun

lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia,

né il tuo schiavo né la tua schiava, né il

tuo bestiame, né il forestiero che dimora

presso di te.

Perché in sei giorni il Signore ha fatto il

cielo e la terra e il mare e quanto è in essi,

ma si è riposato il settimo giorno.

Perciò il Signore ha benedetto il giorno

del sabato e lo ha consacrato.

Onora tuo padre e tua madre, perché si

prolunghino i tuoi giorni nel paese che

il Signore, tuo Dio, ti dà.

Non ucciderai.

Non commetterai adulterio.

Non ruberai.

Non pronuncerai falsa testimonianza

contro il tuo prossimo.

Non desidererai la casa del tuo prossimo.

Non desidererai la moglie del tuo prossimo,

né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo

bue né il suo asino, né alcuna cosa che

appartenga al tuo prossimo».

Parola di Dio.

Vangelo

Colui che ascolta la Parola e la

comprende, questi dà frutto.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,18-23) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Voi dunque ascoltate la parabola

del seminatore.

Ogni volta che uno ascolta la parola del

Regno e non la comprende, viene il

Maligno e ruba ciò che è stato seminato

nel suo cuore: questo è il seme seminato

lungo la strada.

Quello che è stato seminato sul terreno

sassoso è colui che ascolta la Parola e

l'accoglie subito con gioia, ma non ha

in sé radici ed è incostante, sicché, appena

giunge una tribolazione o una persecuzione

a causa della Parola, egli subito viene meno.

Quello seminato tra i rovi è colui che

ascolta la Parola, ma la preoccupazione

del mondo e la seduzione della ricchezza

soffocano la Parola ed essa non dà frutto.

Quello seminato sul terreno buono è colui

che ascolta la Parola e la comprende;

questi dà frutto e produce il cento,

il sessanta, il trenta per uno».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

È l’unica parabola spiegata direttamente

dal Signore.

La spiegazione è chiara; il Padre semina

la Parola, è sua l’iniziativa, Lui desidera

comunicare la sua Parola ad ogni uomo

al punto che il seme cade sull’asfalto.

Ma l’attenzione verte sul terreno; come

accogliamo questa Parola?

Con che atteggiamento?

La descrizione del terreno ci rappresenta;

gli ostacoli sono il Maligno che lotta affinché

scordiamo la Parola (e ci riesce bene!

Che Vangelo c’era Domenica scorsa?), le

preoccupazioni del mondo che fanno in

modo che la fede passi in secondo piano,

la persecuzione che ci fa paura, la

tribolazione e il dolore che mettono

la sofferenza al centro della nostra ricerca.

Ma il terreno può anche portare frutto, e tanto.

Gli esperti ci dicono che, in Israele, un

grande raccolto arriva a produrre il nove

per uno di ciò che è stato seminato; Gesù

moltiplica fino a dieci volte tanto

tale proporzione.

Se accogliamo la Parola, questa produce

in noi immensamente più di quanto anche

solo osiamo immaginare.

Ma; chi può dire di essere terreno buono?

Dal mio punto di vista chi si è identificato

in uno dei terreni problematici, chi con

umiltà e preghiera sa che c’è ancora

molto da fare,

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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