sabato 8 aprile 2023

La Santa Messa nella Veglia Pasquale 8 Aprile 2023

 

Santa Messa nella Veglia della notte.

E’ notte.

Non una notte però maligna, senza strade,

ma buona, ricolma della vicinanza di Dio,

e la sua Parola ci conduce.

La seguiamo, e ci guida alle origini della

nostra esistenza.

Abbiamo udito le profezie, che mostrano

il cammino della salvezza attraverso la storia.

La prima di esse parla dei principio del

mondo, quando Dio creò tutte le cose;

la seconda del principio della storia sacra,

quando Abramo fu chiamato e stipulò il

patto con Lui e così via.

Un evento segue l’altro, e noi vediamo

la grande concatenazione fino a quella

notte, di cui ha cantato l’EsuItanza; la

notte “veramente beata”, in cui il Signore

risorse dalla morte e dall’oscurità della

tomba alla gloria della sua vita eterna.

Non solo sentiamo l’attesa, ma partecipiamo

all’esperienza che la vive.

Prima Lettura

Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco,

era cosa molto buona.

Dal libro della Gènesi (1,1-2,2)

In principio Dio creò il cielo e la terra.

La terra era informe e deserta e le tenebre

ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio

aleggiava sulle acque.

Dio disse: «Sia la luce!».

E la luce fu.

Dio vide che la luce era cosa buona e

Dio separò la luce dalle tenebre.

Dio chiamò la luce giorno, mentre

chiamò le tenebre notte.

E fu sera e fu mattina: giorno primo.

Dio disse: «Sia un firmamento in

mezzo alle acque per separare le

acque dalle acque».

Dio fece il firmamento e separò le acque

che sono sotto il firmamento dalle acque

che sono sopra il firmamento.

E così avvenne.

Dio chiamò il firmamento cielo.

E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

Dio disse: «Le acque che sono sotto il

cielo si raccolgano in un unico luogo

e appaia l’asciutto».

E così avvenne.

Dio chiamò l’asciutto terra, mentre

chiamò la massa delle acque mare.

Dio vide che era cosa buona.

Dio disse: «La terra produca germogli,

erbe che producono seme e alberi da

frutto, che fanno sulla terra frutto con il

seme, ciascuno secondo la propria specie».

E così avvenne.

E la terra produsse germogli, erbe che

producono seme, ciascuna secondo la

propria specie, e alberi che fanno

ciascuno frutto con il seme, secondo

la propria specie.

Dio vide che era cosa buona.

E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel

firmamento del cielo, per separare il

giorno dalla notte; siano segni per le

feste, per i giorni e per gli anni e siano

fonti di luce nel firmamento del cielo

per illuminare la terra».

E così avvenne.

E Dio fece le due fonti di luce grandi:

la fonte di luce maggiore per governare

il giorno e la fonte di luce minore per

governare la notte, e le stelle.

Dio le pose nel firmamento del cielo

per illuminare la terra e per governare

il giorno e la notte e per separare la

luce dalle tenebre.

Dio vide che era cosa buona.

E fu sera e fu mattina: quarto giorno.

Dio disse: «Le acque brùlichino di esseri

viventi e uccelli volino sopra la terra,

davanti al firmamento del cielo».

Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli

esseri viventi che guizzano e brùlicano

nelle acque, secondo la loro specie,

e tutti gli uccelli alati, secondo la

loro specie.

Dio vide che era cosa buona.

Dio li benedisse: «Siate fecondi e

moltiplicatevi e riempite le acque dei

mari; gli uccelli si moltìplichino sulla terra».

E fu sera e fu mattina: quinto giorno.

Dio disse: «La terra produca esseri

viventi secondo la loro specie: bestiame,

rettili e animali selvatici, secondo la

loro specie».

E così avvenne.

Dio fece gli animali selvatici, secondo

la loro specie, il bestiame, secondo la

propria specie, e tutti i rettili del suolo,

secondo la loro specie.

Dio vide che era cosa buona.

Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra

immagine, secondo la nostra somiglianza:

dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli

del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali

selvatici e su tutti i rettili che strisciano

sulla terra».

E Dio creò l’uomo a sua immagine;

a immagine di Dio lo creò: maschio

e femmina li creò.

Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate

fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra

e soggiogatela, dominate sui pesci del

mare e sugli uccelli del cielo e su ogni

essere vivente che striscia sulla terra».

Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che

produce seme e che è su tutta la terra,

e ogni albero fruttifero che produce seme:

saranno il vostro cibo.

A tutti gli animali selvatici, a tutti gli

uccelli del cielo e a tutti gli esseri che

strisciano sulla terra e nei quali è alito

di vita, io do in cibo ogni erba verde».

E così avvenne.

Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco,

era cosa molto buona.

E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

Così furono portati a compimento il cielo

e la terra e tutte le loro schiere.

Dio, nel settimo giorno, portò a compimento

il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo

giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto.

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 103 (104)

 

Ripetiamo. Manda il tuo Spirito, Signore,

a rinnovare la terra.

 

Benedici il Signore, anima mia!

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!

Sei rivestito di maestà e di splendore,

avvolto di luce come di un manto. R.

 

Egli fondò la terra sulle sue basi:

non potrà mai vacillare.

Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste;

al di sopra dei monti stavano le acque. R.

 

Tu mandi nelle valli acque sorgive

perché scorrano tra i monti.

In alto abitano gli uccelli del cielo

e cantano tra le fronde. R.

 

Dalle tue dimore tu irrighi i monti, e con

il frutto delle tue opere si sazia la terra.

Tu fai crescere l’erba per il bestiame

e le piante che l’uomo coltiva

per trarre cibo dalla terra. R.

 

Quante sono le tue opere, Signore!

Le hai fatte tutte con saggezza;

la terra è piena delle tue creature.

Benedici il Signore, anima mia. R.

 

Epistola

Cristo risorto dai morti non muore più.

 

Preghiamo.

O Dio, che illumini questa santissima notte

con la gloria della risurrezione del Signore,

ravviva nella tua Chiesa lo spirito di

adozione filiale, perché, rinnovati nel corpo

e nell’anima, siamo sempre fedeli al tuo servizio.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio,

che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità

dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Epistola

Cristo risorto dai morti non muore più.

 

Seconda Lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (6,3-11)

Fratelli, non sapete che quanti siamo stati

battezzati in Cristo Gesù, siamo stati

battezzati nella sua morte?

Per mezzo del battesimo dunque siamo

stati sepolti insieme a lui nella morte

affinché, come Cristo fu risuscitato dai

morti per mezzo della gloria del Padre,

così anche noi possiamo camminare in

una vita nuova.

Se infatti siamo stati intimamente uniti

a lui a somiglianza della sua morte, lo

saremo anche a somiglianza della

sua risurrezione.

Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in

noi è stato crocifisso con lui, affinché

fosse reso inefficace questo corpo di

peccato, e noi non fossimo più schiavi

del peccato. Infatti chi è morto, è liberato

dal peccato.

Ma se siamo morti con Cristo, crediamo

che anche vivremo con lui, sapendo che

Cristo, risorto dai morti, non muore più;

la morte non ha più potere su di lui.

Infatti egli morì, e morì per il peccato una

volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio.

Così anche voi consideratevi morti al

peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia, alleluia.

 

Rendete grazie al Signore perché è

buono, perché il suo amore è per sempre.

Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».

 

Ripetiamo. Alleluia, alleluia, alleluia!

 

La destra del Signore si è innalzata,

la destra del Signore ha fatto prodezze.

Non morirò, ma resterò in vita

e annuncerò le opere del Signore.

 

Ripetiamo. Alleluia, alleluia, alleluia!

 

La pietra scartata dai costruttori

è divenuta la pietra d’angolo.

Questo è stato fatto dal Signore:

una meraviglia ai nostri occhi.

 

Ripetiamo. Alleluia, alleluia, alleluia!

 

Vangelo

È risorto e vi precede in Galilea.

Dal Vangelo secondo Matteo (28,1-10) anno dispari.

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno

della settimana, Maria di Màgdala e l’altra

Maria andarono a visitare la tomba.

Ed ecco, vi fu un gran terremoto.

Un angelo del Signore, infatti, sceso dal

cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si

pose a sedere su di essa.

Il suo aspetto era come folgore e il suo

vestito bianco come neve.

Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie

furono scosse e rimasero come morte.

L’angelo disse alle donne: «Voi non

abbiate paura!

So che cercate Gesù, il crocifisso.

Non è qui.

È risorto, infatti, come aveva detto;

venite, guardate il luogo dove era

stato deposto.

Presto, andate a dire ai suoi discepoli:

“È risorto dai morti, ed ecco, vi

precede in Galilea; là lo vedrete”.

Ecco, io ve l’ho detto».

Abbandonato in fretta il sepolcro con

timore e gioia grande, le donne corsero

a dare l’annuncio ai suoi discepoli.

Ed ecco, Gesù venne loro incontro e

disse: «Salute a voi!».

Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono

i piedi e lo adorarono.

Allora Gesù disse loro: «Non temete;

andate ad annunciare ai miei fratelli

che vadano in Galilea: là mi vedranno».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La Veglia Pasquale avrebbe sette letture,

più l’epistola e il Vangelo.

Generalmente se ne scelgono solo tre

o quattro, altrimenti sarebbe troppo lunga.

Non siamo abituati a reggere una

celebrazione di questo tipo.

Dobbiamo ammettere che è così, purtroppo;

è troppo lunga per noi.

Perché siamo duri, incapaci di ascoltare

la sua parola, non realmente interessati

alla risurrezione.

Prendete i tifosi di calcio.

Gente stupida e ignorante, dirà qualcuno.

Gente focosa e simpatica, dirà qualcun altro.

Gente che la Domenica si ritrova fin dalla

mattina per preparare cori, striscioni,

coreografie, petardi, forse anche piani di

battaglia con tifosi avversari e forze

dell’ordine, e va avanti tutto il pomeriggio,

finché il materiale viene portato allo stadio,

controllato dal servizio di sicurezza,

e una-due-tre ore prima della partita si

entra a prendere il posto.

Durante la partita si realizza tutto quello

che è stato preparato; canti, esibizione

di striscioni, esultanza, sfottò e anche

pestaggi, se capita.

Per una partita in notturna abbiamo quindi

due ore circa di partita, qualche ora di

attesa nello stadio e una giornata (forse

una settimana) di preparazione.

È davvero troppo lunga la Veglia Pasquale?

Ci interessa?

Cronometricamente no.

Solo che ci interessa-temo, e spero di

sbagliare-meno di quanto a un tifoso

interessa la partita.

Il tifoso vive per quell’appuntamento

settimanale (che sia la domenica, o il sabato);

ma noi viviamo per la celebrazione della Pasqua?

Nella Passione Gesù affronta le domande

fondamentali della nostra esistenza,

ha senso vivere?

Ha senso amare?

Ha senso soffrire?

Domande a cui il tifoso ultras dà una

risposta grezza ma efficace; vivere è bello

perché c’è un’ora alla settimana in cui

soffri e gioisci con la tua squadra e con i

tuoi compagni, e in quell’ora dimentichi

tutto il resto, che magari è uno schifo.

È dura la vita.

Non è una risposta diversa da quella che

di fatto vivono tante persone; vivere è

bello finché sei giovane e non hai

responsabilità, vivere è bello se ti puoi

divertire, vivere è bello se puoi goderti la

vita, quando c’è la salute c’è tutto, ma

te ne accorgi soltanto se la salute non ce

l’hai, e quando arrivi a un certo punto

è meglio farla finita, per non soffrire

tu e non far soffrire gli altri.

Le letture della Veglia Pasquale ci fanno

scoprire un’idea diversa della vita;

un’esistenza bella in ogni suo aspetto,

dalla prima all’ultima delle cose create;

la possibilità di fidarsi di Dio, anche

nell’ora della prova; Dio che libera il

suo popolo dalla schiavitù e lo guida

alla Terra Promessa; Dio che offre il

perdono al popolo adultero e peccatore,

che guida la storia con la potenza della sua

Parola, che insegna la via della vita, e dona

un cuore nuovo per camminare in essa.

Nella notte Pasquale veniamo strappati ad

una vita a compartimenti stagni, un’infelicità

continua, inframmezzata da rari momenti di

divertimento o di evasione o di soddisfazione.

Gesù ci offre una vita piena, dove ogni

momento può e deve diventare dono,

condivisione, offerta, ringraziamento,

comunicazione, comunione, solidarietà;

è la sua presenza di Risorto che anima

la nostra esistenza.

Qui cominciamo anche a capire il perché

della Passione, che per noi resta

incomprensibile e intollerabile, infatti

noi non pretendiamo la salvezza.

Ci accontenteremmo di molto meno,

qualche momento sicuro di felicità; poter

vivere intorpiditi nella comodità; al limite,

di una “dolce morte”.

Per tutto questo non ci serve un salvatore,

ci basta un mago, un astrologo, un fattucchiero

(o anche un medico-scienziato, tanto il risultato

non cambia; o anche un santo-perché no?-,

purché faccia il mago, e non pretenda di

fare il santo).

Soprattutto, non abbiamo nessun desiderio

di uno che ci ricordi che siamo peccatori.

Il Risorto Gesù invece viene per salvare la

nostra vita; ma tutta la nostra vita, senza

mettere da parte le sue fatiche e le sue

sofferenze, senza dimenticare che siamo

peccatori; e non ci salva per via magica,

ci salva come uomini, facendosi uomo

come noi, portando su di sé le nostre gioie,

i nostri dolori, le nostre malattie; accettando

le conseguenze del nostro peccato,

e manifestandoci l’amore del Padre.

“Non abbiate paura, voi!”; andate a

dire ai suoi discepoli; è risuscitato

dai morti e ora vi precede in Galilea;

là lo vedrete.

Il Gesù che accetta la sofferenza e la

morte non ne rimane prigioniero, e ci

invita a seguirlo, a muoverci, a compiere

lo stesso passaggio.

Questo è il segreto della nostra vita di

cristiani, quel segreto che non riusciremo

a capire per tutta la nostra vita, e che

anche quest’anno rischiamo di festeggiare

per abitudine, senza lasciarci trasformare.

Spero proprio che non sia un’abitudine,

amici, il ritrovarci questa notte per

aspettare il momento più bello della

nostra salvezza, la Resurrezione, la

certezza di sentirci amati dal Signore, Fausto.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona Vigilia della Risurrezione di Cristo, amici, Fausto.

 

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