Santa Messa nella Veglia della notte.
E’ notte.
Non una notte però
maligna, senza strade,
ma buona, ricolma
della vicinanza di Dio,
e la sua Parola ci
conduce.
La seguiamo, e ci
guida alle origini della
nostra esistenza.
Abbiamo udito le
profezie, che mostrano
il cammino della
salvezza attraverso la storia.
La prima di esse
parla dei principio del
mondo, quando Dio
creò tutte le cose;
la seconda del
principio della storia sacra,
quando Abramo fu
chiamato e stipulò il
patto con Lui e
così via.
Un evento segue
l’altro, e noi vediamo
la grande
concatenazione fino a quella
notte, di cui ha
cantato l’EsuItanza; la
notte “veramente
beata”, in cui il Signore
risorse dalla morte
e dall’oscurità della
tomba alla gloria della
sua vita eterna.
Non solo sentiamo
l’attesa, ma partecipiamo
all’esperienza che
la vive.
Prima Lettura
Dio vide quanto
aveva fatto, ed ecco,
era cosa molto
buona.
Dal libro della Gènesi
(1,1-2,2)
In principio Dio creò
il cielo e la terra.
La terra era informe e
deserta e le tenebre
ricoprivano l’abisso e
lo spirito di Dio
aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la
luce!».
E la luce fu.
Dio vide che la luce
era cosa buona e
Dio separò la luce
dalle tenebre.
Dio chiamò la luce
giorno, mentre
chiamò le tenebre
notte.
E fu sera e fu
mattina: giorno primo.
Dio disse: «Sia un
firmamento in
mezzo alle acque per
separare le
acque dalle acque».
Dio fece il firmamento
e separò le acque
che sono sotto il
firmamento dalle acque
che sono sopra il
firmamento.
E così avvenne.
Dio chiamò il
firmamento cielo.
E fu sera e fu
mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque
che sono sotto il
cielo si raccolgano in
un unico luogo
e appaia l’asciutto».
E così avvenne.
Dio chiamò l’asciutto
terra, mentre
chiamò la massa delle
acque mare.
Dio vide che era cosa
buona.
Dio disse: «La terra
produca germogli,
erbe che producono
seme e alberi da
frutto, che fanno
sulla terra frutto con il
seme, ciascuno secondo
la propria specie».
E così avvenne.
E la terra produsse
germogli, erbe che
producono seme,
ciascuna secondo la
propria specie, e
alberi che fanno
ciascuno frutto con il
seme, secondo
la propria specie.
Dio vide che era cosa
buona.
E fu sera e fu
mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano
fonti di luce nel
firmamento del cielo,
per separare il
giorno dalla notte;
siano segni per le
feste, per i giorni e
per gli anni e siano
fonti di luce nel
firmamento del cielo
per illuminare la
terra».
E così avvenne.
E Dio fece le due
fonti di luce grandi:
la fonte di luce
maggiore per governare
il giorno e la fonte
di luce minore per
governare la notte, e
le stelle.
Dio le pose nel
firmamento del cielo
per illuminare la
terra e per governare
il giorno e la notte e
per separare la
luce dalle tenebre.
Dio vide che era cosa
buona.
E fu sera e fu
mattina: quarto giorno.
Dio disse: «Le acque
brùlichino di esseri
viventi e uccelli
volino sopra la terra,
davanti al firmamento
del cielo».
Dio creò i grandi
mostri marini e tutti gli
esseri viventi che
guizzano e brùlicano
nelle acque, secondo
la loro specie,
e tutti gli uccelli
alati, secondo la
loro specie.
Dio vide che era cosa
buona.
Dio li benedisse:
«Siate fecondi e
moltiplicatevi e
riempite le acque dei
mari; gli uccelli si
moltìplichino sulla terra».
E fu sera e fu
mattina: quinto giorno.
Dio disse: «La terra
produca esseri
viventi secondo la
loro specie: bestiame,
rettili e animali
selvatici, secondo la
loro specie».
E così avvenne.
Dio fece gli animali
selvatici, secondo
la loro specie, il
bestiame, secondo la
propria specie, e
tutti i rettili del suolo,
secondo la loro
specie.
Dio vide che era cosa
buona.
Dio disse: «Facciamo
l’uomo a nostra
immagine, secondo la
nostra somiglianza:
dòmini sui pesci del
mare e sugli uccelli
del cielo, sul
bestiame, su tutti gli animali
selvatici e su tutti i
rettili che strisciano
sulla terra».
E Dio creò l’uomo a
sua immagine;
a immagine di Dio lo
creò: maschio
e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio
disse loro: «Siate
fecondi e
moltiplicatevi, riempite la terra
e soggiogatela, dominate
sui pesci del
mare e sugli uccelli
del cielo e su ogni
essere vivente che
striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io
vi do ogni erba che
produce seme e che è
su tutta la terra,
e ogni albero
fruttifero che produce seme:
saranno il vostro
cibo.
A tutti gli animali
selvatici, a tutti gli
uccelli del cielo e a
tutti gli esseri che
strisciano sulla terra
e nei quali è alito
di vita, io do in cibo
ogni erba verde».
E così avvenne.
Dio vide quanto aveva
fatto, ed ecco,
era cosa molto buona.
E fu sera e fu
mattina: sesto giorno.
Così furono portati a
compimento il cielo
e la terra e tutte le
loro schiere.
Dio, nel settimo
giorno, portò a compimento
il lavoro che aveva
fatto e cessò nel settimo
giorno da ogni suo
lavoro che aveva fatto.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale dal
Sal 103 (104)
Ripetiamo. Manda
il tuo Spirito, Signore,
a rinnovare la
terra.
Benedici il Signore,
anima mia!
Sei tanto grande,
Signore, mio Dio!
Sei rivestito di
maestà e di splendore,
avvolto di luce come
di un manto. R.
Egli fondò la terra
sulle sue basi:
non potrà mai
vacillare.
Tu l’hai coperta con
l’oceano come una veste;
al di sopra dei monti
stavano le acque. R.
Tu mandi nelle valli
acque sorgive
perché scorrano tra i
monti.
In alto abitano gli
uccelli del cielo
e cantano tra le
fronde. R.
Dalle tue dimore tu
irrighi i monti, e con
il frutto delle tue
opere si sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba
per il bestiame
e le piante che l’uomo
coltiva
per trarre cibo dalla
terra. R.
Quante sono le tue
opere, Signore!
Le hai fatte tutte con
saggezza;
la terra è piena delle
tue creature.
Benedici il Signore,
anima mia. R.
Epistola
Cristo risorto dai
morti non muore più.
Preghiamo.
O Dio, che illumini
questa santissima notte
con la gloria della
risurrezione del Signore,
ravviva nella tua
Chiesa lo spirito di
adozione filiale, perché,
rinnovati nel corpo
e nell’anima, siamo
sempre fedeli al tuo servizio.
Per il nostro Signore
Gesù Cristo, tuo Figlio,
che è Dio, e vive e
regna con te, nell’unità
dello Spirito Santo, per
tutti i secoli dei secoli.
Epistola
Cristo risorto dai
morti non muore più.
Seconda Lettura
Dalla lettera di san
Paolo apostolo ai Romani (6,3-11)
Fratelli, non sapete
che quanti siamo stati
battezzati in Cristo
Gesù, siamo stati
battezzati nella sua
morte?
Per mezzo del
battesimo dunque siamo
stati sepolti insieme
a lui nella morte
affinché, come Cristo
fu risuscitato dai
morti per mezzo della
gloria del Padre,
così anche noi
possiamo camminare in
una vita nuova.
Se infatti siamo stati
intimamente uniti
a lui a somiglianza
della sua morte, lo
saremo anche a
somiglianza della
sua risurrezione.
Lo sappiamo: l’uomo
vecchio che è in
noi è stato crocifisso
con lui, affinché
fosse reso inefficace
questo corpo di
peccato, e noi non
fossimo più schiavi
del peccato. Infatti
chi è morto, è liberato
dal peccato.
Ma se siamo morti con
Cristo, crediamo
che anche vivremo con
lui, sapendo che
Cristo, risorto dai
morti, non muore più;
la morte non ha più
potere su di lui.
Infatti egli morì, e
morì per il peccato una
volta per tutte; ora
invece vive, e vive per Dio.
Così anche voi consideratevi
morti al
peccato, ma viventi
per Dio, in Cristo Gesù.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia,
alleluia.
Rendete grazie al
Signore perché è
buono, perché il suo
amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo
amore è per sempre».
Ripetiamo. Alleluia,
alleluia, alleluia!
La destra del Signore
si è innalzata,
la destra del Signore
ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò
in vita
e annuncerò le opere
del Signore.
Ripetiamo. Alleluia,
alleluia, alleluia!
La pietra scartata dai
costruttori
è divenuta la pietra
d’angolo.
Questo è stato fatto
dal Signore:
una meraviglia ai
nostri occhi.
Ripetiamo. Alleluia,
alleluia, alleluia!
Vangelo
È risorto e vi
precede in Galilea.
Dal Vangelo secondo
Matteo (28,1-10) anno dispari.
Dopo il sabato,
all’alba del primo giorno
della settimana, Maria
di Màgdala e l’altra
Maria andarono a
visitare la tomba.
Ed ecco, vi fu un gran
terremoto.
Un angelo del Signore,
infatti, sceso dal
cielo, si avvicinò,
rotolò la pietra e si
pose a sedere su di
essa.
Il suo aspetto era
come folgore e il suo
vestito bianco come
neve.
Per lo spavento che
ebbero di lui, le guardie
furono scosse e
rimasero come morte.
L’angelo disse alle
donne: «Voi non
abbiate paura!
So che cercate Gesù,
il crocifisso.
Non è qui.
È risorto, infatti,
come aveva detto;
venite, guardate il
luogo dove era
stato deposto.
Presto, andate a dire
ai suoi discepoli:
“È risorto dai morti,
ed ecco, vi
precede in Galilea; là
lo vedrete”.
Ecco, io ve l’ho
detto».
Abbandonato in fretta
il sepolcro con
timore e gioia grande,
le donne corsero
a dare l’annuncio ai
suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne
loro incontro e
disse: «Salute a
voi!».
Ed esse si
avvicinarono, gli abbracciarono
i piedi e lo
adorarono.
Allora Gesù disse
loro: «Non temete;
andate ad annunciare
ai miei fratelli
che vadano in Galilea:
là mi vedranno».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
La Veglia Pasquale avrebbe sette
letture,
più l’epistola e il Vangelo.
Generalmente se ne scelgono solo
tre
o quattro, altrimenti sarebbe
troppo lunga.
Non siamo abituati a reggere una
celebrazione di questo tipo.
Dobbiamo ammettere che è così,
purtroppo;
è troppo lunga per noi.
Perché siamo duri, incapaci di
ascoltare
la sua parola, non realmente
interessati
alla risurrezione.
Prendete i tifosi di calcio.
Gente stupida e ignorante, dirà
qualcuno.
Gente focosa e simpatica, dirà
qualcun altro.
Gente che la Domenica si ritrova
fin dalla
mattina per preparare cori, striscioni,
coreografie, petardi, forse anche
piani di
battaglia con tifosi avversari e
forze
dell’ordine, e va avanti tutto il
pomeriggio,
finché il materiale viene portato
allo stadio,
controllato dal servizio di
sicurezza,
e una-due-tre ore prima della
partita si
entra a prendere il posto.
Durante la partita si realizza
tutto quello
che è stato preparato; canti,
esibizione
di striscioni, esultanza, sfottò
e anche
pestaggi, se capita.
Per una partita in notturna
abbiamo quindi
due ore circa di partita, qualche
ora di
attesa nello stadio e una
giornata (forse
una settimana) di preparazione.
È davvero troppo lunga la Veglia Pasquale?
Ci interessa?
Cronometricamente no.
Solo che ci interessa-temo, e
spero di
sbagliare-meno di quanto a un
tifoso
interessa la partita.
Il tifoso vive per quell’appuntamento
settimanale (che sia la domenica,
o il sabato);
ma noi viviamo per la
celebrazione della Pasqua?
Nella Passione Gesù affronta le
domande
fondamentali della nostra
esistenza,
ha senso vivere?
Ha senso amare?
Ha senso soffrire?
Domande a cui il tifoso ultras dà
una
risposta grezza ma efficace;
vivere è bello
perché c’è un’ora alla settimana
in cui
soffri e gioisci con la tua
squadra e con i
tuoi compagni, e in quell’ora dimentichi
tutto il resto, che magari è uno
schifo.
È dura la vita.
Non è una risposta diversa da
quella che
di fatto vivono tante persone;
vivere è
bello finché sei giovane e non
hai
responsabilità, vivere è bello se
ti puoi
divertire, vivere è bello se puoi
goderti la
vita, quando c’è la salute c’è
tutto, ma
te ne accorgi soltanto se la
salute non ce
l’hai, e quando arrivi a un certo
punto
è meglio farla finita, per non
soffrire
tu e non far soffrire gli altri.
Le letture della Veglia Pasquale
ci fanno
scoprire un’idea diversa della
vita;
un’esistenza bella in ogni suo
aspetto,
dalla prima all’ultima delle cose
create;
la possibilità di fidarsi di Dio,
anche
nell’ora della prova; Dio che
libera il
suo popolo dalla schiavitù e lo
guida
alla Terra Promessa; Dio che
offre il
perdono al popolo adultero e
peccatore,
che guida la storia con la
potenza della sua
Parola, che insegna la via della
vita, e dona
un cuore nuovo per camminare in
essa.
Nella notte Pasquale veniamo strappati
ad
una vita a compartimenti stagni,
un’infelicità
continua, inframmezzata da rari
momenti di
divertimento o di evasione o di
soddisfazione.
Gesù ci offre una vita piena,
dove ogni
momento può e deve diventare
dono,
condivisione, offerta,
ringraziamento,
comunicazione, comunione,
solidarietà;
è la sua presenza di Risorto che
anima
la nostra esistenza.
Qui cominciamo anche a capire il
perché
della Passione, che per noi resta
incomprensibile e intollerabile,
infatti
noi non pretendiamo la salvezza.
Ci accontenteremmo di molto meno,
qualche momento sicuro di
felicità; poter
vivere intorpiditi nella
comodità; al limite,
di una “dolce morte”.
Per tutto questo non ci serve un
salvatore,
ci basta un mago, un astrologo, un
fattucchiero
(o anche un medico-scienziato,
tanto il risultato
non cambia; o anche un
santo-perché no?-,
purché faccia il mago, e non
pretenda di
fare il santo).
Soprattutto, non abbiamo nessun
desiderio
di uno che ci ricordi che siamo
peccatori.
Il Risorto Gesù invece viene per
salvare la
nostra vita; ma tutta la nostra
vita, senza
mettere da parte le sue fatiche e
le sue
sofferenze, senza dimenticare che
siamo
peccatori; e non ci salva per via
magica,
ci salva come uomini, facendosi
uomo
come noi, portando su di sé le
nostre gioie,
i nostri dolori, le nostre
malattie; accettando
le conseguenze del nostro
peccato,
e manifestandoci l’amore del
Padre.
“Non abbiate paura, voi!”; andate
a
dire ai suoi discepoli; è
risuscitato
dai morti e ora vi precede in
Galilea;
là lo vedrete.
Il Gesù che accetta la sofferenza
e la
morte non ne rimane prigioniero,
e ci
invita a seguirlo, a muoverci, a
compiere
lo stesso passaggio.
Questo è il segreto della nostra
vita di
cristiani, quel segreto che non
riusciremo
a capire per tutta la nostra
vita, e che
anche quest’anno rischiamo di
festeggiare
per abitudine, senza lasciarci
trasformare.
Spero proprio che non
sia un’abitudine,
amici, il ritrovarci
questa notte per
aspettare il momento
più bello della
nostra salvezza, la
Resurrezione, la
certezza di sentirci
amati dal Signore, Fausto.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona Vigilia della
Risurrezione di Cristo, amici, Fausto.
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