domenica 2 aprile 2023

Il Vangelo del Lunedì 3 Aprile 2023

 

Signore Gesù, Figlio di Dio, venuto nel

mondo per essere l’uomo più familiare

della nostra casa, vieni questa sera e

ogni sera a consumare presso di noi

la cena degli amici.

Fa di ciascuno di noi la tua Betania

profumata di nardo, dove gli intimi

segreti del tuo cuore trovino la via

silenziosa del nostro cuore, affinchè

possiamo vivere con te l’ora suprema

dell’amore e dirti con un gesto di pura

adorazione quanto ci sia caro-poiché tu

stesso l’hai fatto per noi-vivere la tua

vita e morire la tua morte. Amen.

Lunedì della Settimana Santa.

San Riccardo di Chichester, Vescovo.

Prima Lettura

Non griderà, non farà udire in piazza la sua

voce. (Primo canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaìa (42,1-7)

«Ecco il mio servo che io sostengo,

il mio eletto di cui mi compiaccio.

Ho posto il mio spirito su di lui;

egli porterà il diritto alle nazioni.

Non griderà né alzerà il tono, non farà

udire in piazza la sua voce, non spezzerà

una canna incrinata, non spegnerà uno

stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà

il diritto con verità.

Non verrà meno e non si abbatterà, finché

non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le

isole attendono il suo insegnamento».

Così dice il Signore Dio, che crea i cieli

e li dispiega, distende la terra con ciò che

vi nasce, dà il respiro alla gente che la

abita e l'alito a quanti camminano su di

essa: «Io, il Signore, ti ho chiamato per

la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho

formato e ti ho stabilito come alleanza

del popolo e luce delle nazioni, perché

tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire

dal carcere i prigionieri, dalla reclusione

coloro che abitano nelle tenebre».

Parola di Dio.

Vangelo

Lasciala fare, perché essa lo conservi

per il giorno della mia sepoltura.

Dal Vangelo secondo Giovanni (12,1-11) anno dispari.

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò

a Betània, dove si trovava Làzzaro, che

egli aveva risuscitato dai morti.

E qui fecero per lui una cena: Marta serviva

e Làzzaro era uno dei commensali.

Maria allora prese trecento grammi di

profumo di puro nardo, assai prezioso,

ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò

con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì

dell'aroma di quel profumo.

Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi

discepoli, che stava per tradirlo, disse:

«Perché non si è venduto questo profumo

per trecento denari e non si sono dati

ai poveri?».

Disse questo non perché gli importasse

dei poveri, ma perché era un ladro e,

siccome teneva la cassa, prendeva

quello che vi mettevano dentro.

Gesù allora disse: «Lasciala fare,

perché ella lo conservi per il giorno

della mia sepoltura.

I poveri infatti li avete sempre con

voi, ma non sempre avete me».

Intanto una grande folla di Giudei venne

a sapere che egli si trovava là e accorse,

non solo per Gesù, ma anche per vedere

Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti.

I capi dei sacerdoti allora decisero di

uccidere anche Làzzaro, perché molti

Giudei se ne andavano a causa di lui

e credevano in Gesù.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Con questo Lunedì incomincia la nostra

riflessione profonda sulla Passione e sulla

morte di Cristo, riflessione particolarmente

toccante nei giorni che stiamo vivendo,

così pieni a loro volta di passione,

di dolore, di disordine e di ingiustizia.

La Passione del Signore inizia con uno

sguardo profondo al mistero della sua morte.

Il Vangelo di oggi ricorda un episodio

molto significativo, nel quale si sono

scontrate la mentalità del Cristo, che stava

maturando il dono totale di se stesso,

e la mentalità di Giuda, nella quale l’idea

di un dono totale o non totale non era

mai entrata.

È molto significativo questo scontro,

perché è di sempre, ancora di più oggi.

Da un lato Cristo, servitore di Dio e degli

uomini, sta per cominciare e concludere i

giorni più generosi e più gratuiti della sua vita.

Egli che ha detto: «Non c'è amore più

grande che quello di chi dà la vita per

i suoi amici», ci ha insegnato che la

gratuità è il senso profondo del rapporto

tra noi uomini, perché è già stato preceduto

dal senso profondo del rapporto di Dio

con gli uomini.

Egli morirà senza chiederci nulla in cambio,

completando così nella maniera più

meravigliosa lo splendido regalo della salvezza.

Ma la mentalità della gratuità non può

entrare nella mente dell’uomo meschino

e terreno che siamo noi.

Dice il Vangelo che quella sera Marta, Maria

e Lazzaro avevano invitato Gesù a cena.

Maria prese una libbra di profumo, ne

cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con

i suoi capelli.

Ma era profumo molto prezioso.

Allora Giuda Iscariota, il discepolo che

doveva tradirlo, fece questa obiezione:

«Perché quest’olio profumato non si è

venduto per trecento denari per poi

darli ai poveri?».

L'evangelista Giovanni, molto accuratamente,

fa notare che a Giuda non importava dei poveri.

Giuda era ladro e siccome teneva la cassa,

prendeva quello che vi mettevano dentro.

Giuda era ladro, perché era attaccato al

denaro come ogni uomo di allora e di adesso.

Ecco il contrasto; Gesù, nella sua passione,

non guadagnerà nulla, darà tutto perché

noi siamo salvi; Egli risorgerà nella gloria.

L’unico che in questi giorni ha tentato di

guadagnare qualche cosa, Giuda che ha

venduto il Maestro per trenta denari, si

dispererà del suo atto, quando capirà

quanto è orrido in questo contesto di

amore, e si impiccherà disperato.

La gratuità e la meschinità si scontrano;

la gratuità vince.

Nel mondo in cui siamo, non è facile

accettare questa mentalità; eppure è

indispensabile.

Dobbiamo seguire Cristo là dove, lasciata

ogni speranza di guadagno, la nostra vita

diventa un dono, sempre più evidente,

generoso e totale.

Non dobbiamo seguire Giuda nella

speranza di guadagnare a tutti i costi

qualche cosa.

Si tratta di un sentimento, di una maniera

fondamentale di intendere la vita.

Ciò che non rende denaro, per certi

uomini, è sprecato.

La Passione di Cristo per un uomo come

Giuda, è sprecata, non rende nulla;

egli cercherà di farla rendere, ma non

reggerà al contrasto formidabile del suo

piccolo e meschino piano con il piano

di Dio immensamente generoso.

Ecco Gesù che cammina verso ciò che

tutti gli uomini nel tempo, tutti quelli che

non credono nell’amore, giudicheranno

«sprecato»; è sprecato sacrificarsi,

adorare Dio, trovare tempo di preghiera

che non fa guadagnare nulla di nulla.

I trenta denari da una parte, la Passione

di Cristo dall’altra; sono due profondi

segni di una scelta che ci è

continuamente riproposta.

Seguiremo Cristo nella sua Passione di

dono totale, nel suo distacco da ogni cosa,

Cristo che sembra sprecato sulla croce,

eppure proprio in quel momento ci salva,

e sceglieremo di servirlo; oppure

seguiremo Giuda, che a tutti i costi

da un’impresa così grande cerca di trarre

il suo piccolo guadagno?

In teoria non c’è dubbio sulla risposta da dare.

Nella pratica dobbiamo ancora e sempre

verificare la nostra buona volontà.

Ecco il senso di una revisione di vita;

credere nella grandezza del dono di Cristo,

credere che servire, amare, pregare,

donare non è spreco, ma guadagno.

Guardiamoci dunque dall’avarizia che si

insinua dovunque e ci rende meno generosi,

meno cristiani, meno uomini nella vita

di ogni giorno.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona Settimana Santa, amici, Fausto.

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