lunedì 3 aprile 2023

Il Vangelo del Martedì 4 Aprile 2023

 

Martedì della Settimana Santa.

Chi tra di noi non ha le sembianze di Giuda?

Chi tra di noi non ha mai rinnegato,

non ha mai dimenticato, non ha mai

abbandonato, non ha mai rimosso le

sue alleanze e i suoi impegni?

Chi avrebbe il coraggio di dire che è

stato fedele ogni giorno nelle azioni

e nei pensieri alla parola data e

all’amore promesso?

Chi vive di Vangelo nell’intenzione

e in verità?

Chi è integro nel cuore e nello sguardo?

Chi è servo a immagine del Maestro?

Chi mangia e beve degnamente il corpo

e il sangue del Signore? Chi?

Signore della nostra fede, i nostri

tradimenti sono numerosi ma il nostro

amore è altrettanto grande!

Sant'Isidoro di Siviglia, Vescovo

e Dottore della Chiesa

Prima Lettura

Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti

la mia salvezza fino all'estremità della terra.

(Secondo canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaìa (49,1-6)

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente,

nazioni lontane; il Signore dal seno materno

mi ha  chiamato, fino dal grembo di mia

madre ha pronunciato il mio nome.

Ha reso la mia bocca come spada affilata,

mi ha nascosto all'ombra della sua mano,

mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto

nella sua farètra.

Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,

sul quale manifesterò la mia gloria».

Io ho risposto: «Invano ho faticato, per

nulla e invano ho consumato le mie forze.

Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,

la mia ricompensa presso il mio Dio».

Ora ha parlato il Signore, che mi ha

plasmato suo servo dal seno materno

per ricondurre a lui Giacobbe e a lui

riunire Israele-poiché ero stato onorato

dal Signore e Dio era stato la mia forza-,

e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio

servo per restaurare le tribù di Giacobbe

e ricondurre i superstiti d'Israele.

Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti

la mia salvezza fino all'estremità della terra».

Parola di Dio.

Vangelo

Uno di voi mi tradirà. Non canterà il gallo,

prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,21-33.36-38) anno dispari.

In quel tempo, [mentre era a mensa con

i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente

turbato e dichiarò: «In verità, in verità io

vi dico: uno di voi mi tradirà».

I discepoli si guardavano l'un l'altro, non

sapendo bene di chi parlasse.

Ora uno dei discepoli, quello che Gesù

amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.

Simon Pietro gli fece cenno di informarsi

chi fosse quello di cui parlava.

Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli

disse: «Signore, chi è?».

Rispose Gesù: «È colui per il quale

intingerò il boccone e glielo darò».

E, intinto il boccone, lo prese e lo diede

a Giuda, figlio di Simone Iscariòta.

Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.

Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi

fare, fallo presto».

Nessuno dei commensali capì perché gli

avesse detto questo; alcuni infatti pensavano

che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù

gli avesse detto: «Compra quello che ci

occorre per la festa», oppure che dovesse

dare qualche cosa ai poveri.

Egli, preso il boccone, subito uscì.

Ed era notte.

Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il

Figlio dell'uomo è stato glorificato,

e Dio è stato glorificato in lui.

Se Dio è stato glorificato in lui, anche

Dio lo glorificherà da parte sua e lo

glorificherà subito.

Figlioli, ancora per poco sono con voi;

voi mi cercherete ma, come ho detto ai

Giudei, ora lo dico anche a voi: dove

vado io, voi non potete venire».

Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?».

Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora

non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».

Pietro disse: «Signore, perché non

posso seguirti ora?

Darò la mia vita per te!».

Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me?

In verità, in verità io ti dico: non canterà

il gallo, prima che tu non m'abbia

rinnegato tre volte».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il Vangelo di Giovanni continua con la

descrizione dei giorni che preparano la

Passione del Signore.

La pagina di oggi descrive uno dei momenti

della vita di Cristo che possiamo definire

tra i più tenebrosi.

Non si tratta della sua sofferenza, della sua

tortura e neppure della sua morte.

Si tratta di qualche cosa di diverso, che

pure è stato per Lui come morte e tortura,

cioè, di un breve dialogo che Gesù ebbe

con Giuda e con Pietro per dire a tutti e

due ciò che egli sapeva di doversi

aspettare da loro.

La sera dell’ultima Cena-dice Giovanni-Gesù

si commosse profondamente e dichiarò:

«In verità vi dico, uno di voi mi tradirà».

Giovanni continua, narrando che Giuda

si volge a Gesù chiedendo: «Sono forse io?»;

Gesù glielo conferma e gli dice: «Quello

che devi fare, fallo al più presto».

Sicuramente costò molto una frase come

questa detta da Gesù a uno dei dodici

uomini che aveva scelto con tanta fiducia

e con tanto amore.

Uscito Giuda nella notte, la serata continua.

Poco dopo Gesù annuncia che Egli se ne

andrà, e dove egli va i discepoli non

possono seguirlo.

Allora Pietro protesta e dice che lo seguirà

dovunque, anche a costo della vita.

Ma Gesù risponde: «In verità, Pietro, ti dico;

non canterà il gallo prima che tu mi abbia

tradito tre volte».

Anche queste parole costarono molto al

cuore di Cristo, più di quelle dette a Giuda,

perché Pietro era il discepolo fedele.

Gesù sapeva che Pietro lo amava, ma sapeva

di Pietro ciò che Pietro stesso ancora non

sapeva, che non basta amare Dio con la

forza dei propri sentimenti, bisogna

imparare ad amarlo con la forza di una

fede audace e coraggiosa, con la fortezza

disposta alla testimonianza del martirio.

Questa fu dunque una notte di tenebre per

il Signore; potremmo dire una notte che

assomiglia molto alla notte nella quale

noi stessi stiamo vivendo.

Neppure oggi mancano coloro che tradiscono

il Cristo e lo rinnegano per paura; eppure se

la nostra riflessione si fermasse qui,

dovremmo dire che è soltanto una

riflessione pessimistica e triste.

Saremmo ingiusti a dire che il tempo in

cui viviamo è semplicemente la notte

dei traditori e dei rinnegati.

Non possiamo dimenticare che in quella

stessa notte, in realtà, Gesù cominciò la

sua splendida glorificazione del Padre,

avviandosi a salire il suo Calvario.

Non possiamo dimenticare che quella notte

fu l’inizio di una nuova era di redenzione.

C’erano dunque, e ci sono, i traditori e gli

infedeli, e tuttavia nella medesima notte

del mondo il Verbo di Dio già consumava

il suo sacrificio e ci salvava.

In questi termini, il discorso si volge in

discorso di profonda e invincibile speranza.

In realtà, anche nella nostra notte, la

Passione di Cristo è glorificazione,

il patibolo di Cristo è via di salvezza.

Se la notte è il Signore che, col suo grande

amore, dona la vita in mezzo alle torture

e ai dolori, allora c’è salvezza.

È molto importante ricordare questa verità

con fede viva, proprio perché saremmo

portati, nel buio in cui viviamo, a vedere

soprattutto ciò che è morte e rovina.

Ci sono anche troppi cristiani tristi e

scoraggiati, che si lasciano dominare

dall’idea che questo è il tempo di Giuda

che tradisce e di Pietro che rinnega.

Invece, da quando Cristo è morto sulla

Croce, ogni notte degli uomini rimane

notte in cui Cristo sale sul suo trono di

gloria perché continua a sacrificarsi

e a salvarci.

Ogni periodo di tenebre è tempo di salvezza.

Dio ha vinto il mondo e la morte, che,

anche se sono forti, sono stati vinti da

uno più forte di loro.

Questa è fede, non è l’evidenza di tutti

i giorni; ma noi sappiamo bene che la

certezza della fede è, nel suo genere, la

più grande e sicura, perché questi nodi

così duri e inestricabili dei fatti, dentro

i quali noi siamo come presi e strangolati,

questi nodi che da soli non possiamo

sciogliere, li possono sciogliere le mani

dell’Eterno Padre; nelle sue mani non

c’è nodo che non possa essere sciolto.

Ed è proprio guardando nel Cristo e nella

sua Passione generosa, che l’Eterno Padre

si induce una volta di più a sciogliere i

nodi della nostra storia umana, a salvarci,

in una parola.

Siano nodi di odio, o di menzogna, o di

tradimento, o di errore, o di egoismo, o di

ingiustizia, di tragicità, tutto ciò in una

parola che ogni giorno ci passa sotto gli

occhi e nel cuore, le mani di Dio non

esitano a scioglierli per amore del suo

Figlio, a patto che noi abbiamo molta fede.

Dobbiamo dunque scegliere, nella notte in

cui viviamo, se guardare chi tradisce e

rinnega, o guardare il Cristo che ci salva.

La nostra scelta è scelta di fede, alimenta

la speranza, sprona l’amore, ci aiuta

a creare il futuro.

Io amici, scelgo di guardare a Cristo che

mi Salva, attraverso la fede e la speranza.

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