sabato 11 febbraio 2023

Il Vangelo di Domenica 12 Febbraio 2023

 

Della 6° Domenica del Tempo Ordinario.

Santi Martiri di Abitina, cristiani.

Prima Lettura

A nessuno ha comandato di essere empio.

Dal libro del Siràcide (15,16-21)

Se vuoi osservare i suoi comandamenti,

essi ti custodiranno;  se hai fiducia in lui,

anche tu vivrai.

Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:

là dove vuoi tendi la tua mano.

Davanti agli uomini stanno la vita e la

morte, il bene e il male: a ognuno sarà

dato ciò che a lui piacerà.

Grande infatti è la sapienza del Signore;

forte e potente, egli vede ogni cosa.

I suoi occhi sono su coloro che lo temono,

egli conosce ogni opera degli uomini.

A nessuno ha comandato di essere empio

e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale, dal Sal 118 (119)

Ripetiamo: Beato chi cammina nella

legge del Signore.

 

Beato chi è integro nella sua via

e cammina nella legge del Signore.

Beato chi custodisce i suoi insegnamenti

e lo cerca con tutto il cuore. R.

 

Tu hai promulgato i tuoi precetti

perché siano osservati interamente.

Siano stabili le mie vie

nel custodire i tuoi decreti. R.

 

Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,

osserverò la tua parola.

Aprimi gli occhi perché io consideri

le meraviglie della tua legge. R.

 

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti

e la custodirò sino alla fine.

Dammi intelligenza, perché io

custodisca la tua legge

e la osservi con tutto il cuore. R.

 

Seconda Lettura

Do ha stabilito una sapienza prima dei

secoli per la nostra gloria

Dalla Prima lettera di San Paolo

apostolo ai Corinzi (2,6-10)

Fratelli, tra coloro che sono perfetti

parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza

che non è di questo mondo, né dei

dominatori di questo mondo, che

vengono ridotti al nulla.

Parliamo invece della sapienza di Dio,

che è nel mistero, che è rimasta nascosta

e che Dio ha stabilito prima dei secoli

per la nostra gloria.

Nessuno dei dominatori di questo mondo

l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non

avrebbero crocifisso il Signore della gloria.

Ma, come sta scritto: «Quelle cose che

occhio non vide, né orecchio udì, né mai

entrarono in cuore di uomo, Dio le ha

preparate per coloro che lo amano».

Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo

dello Spirito; lo Spirito infatti conosce

bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo.

Alleluia, alleluia.

 

Ti rendo lode, Padre,

Signore del cielo e della terra,

perché ai piccoli hai rivelato

i misteri del Regno. (Cf. Mt 11,25)

 

Alleluia.

 

Vangelo

Così fu detto agli antichi; ma io vi dico.

Dal Vangelo secondo Matteo (5,17-37) anno A.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Non crediate che io sia venuto ad abolire

la Legge o i Profeti; non sono venuto ad

abolire, ma a dare pieno compimento.

In verità io vi dico: finché non siano passati

il cielo e la terra, non passerà un solo iota

o un solo trattino della Legge, senza che

tutto sia avvenuto.

Chi dunque trasgredirà uno solo di questi

minimi precetti e insegnerà agli altri a

fare altrettanto, sarà considerato minimo

nel regno dei cieli.

Chi invece li osserverà e li insegnerà,

sarà considerato grande nel regno dei cieli.

Io vi dico infatti: se la vostra giustizia

non supererà quella degli scribi e dei

farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non

ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere

sottoposto al giudizio”.

Ma io vi dico: chiunque si adira con il

proprio fratello dovrà essere sottoposto

al giudizio.

Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà

essere sottoposto al sinedrio; e chi gli

dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco

della Geènna.

Se dunque tu presenti la tua offerta

all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello

ha qualche cosa contro di te, lascia lì il

tuo dono davanti all’altare, va’ prima

a riconciliarti con il tuo fratello e poi

torna a offrire il tuo dono.

Mettiti presto d’accordo con il tuo

avversario mentre sei in cammino

con lui, perché l’avversario non ti

consegni al giudice e il giudice alla

guardia, e tu venga gettato in prigione.

In verità io ti dico: non uscirai di là

finché non avrai pagato fino all’ultimo

spicciolo!

Avete inteso che fu detto: “Non

commetterai adulterio”.

Ma io vi dico: chiunque guarda una

donna per desiderarla, ha già commesso

adulterio con lei nel proprio cuore.

Se il tuo occhio destro ti è motivo di

scandalo, cavalo e gettalo via da te:

ti conviene infatti perdere una delle

tue membra, piuttosto che tutto il tuo

corpo venga gettato nella Geènna.

E se la tua mano destra ti è motivo

di scandalo, tagliala e gettala via da

te: ti conviene infatti perdere una delle

tue membra, piuttosto che tutto il tuo

corpo vada a finire nella Geènna.

Fu pure detto: “Chi ripudia la propria

moglie, le dia l’atto del ripudio”.

Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria

moglie, eccetto il caso di unione illegittima,

la espone all’adulterio, e chiunque sposa

una ripudiata, commette adulterio.

Avete anche inteso che fu detto agli

antichi: “Non giurerai il falso, ma

adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”.

Ma io vi dico: non giurate affatto, né per

il cielo, perché è il trono di Dio, né per

la terra, perché è lo sgabello dei suoi

piedi, né per Gerusalemme, perché

è la città del grande Re.

Non giurare neppure per la tua testa,

perché non hai il potere di rendere

bianco o nero un solo capello.

Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”,

“no, no”; il di più viene dal Maligno».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Se non lasciamo che la pagina delle

Beatitudini ci illumini, dia sapore

alla nostra vita, ci faccia diventare

come una città sul monte a cosa

serve dirsi cristiani?

E ancora per qualche settimana Gesù

insiste su questa sua rivoluzione interiore.

Non è un anarchico che abolisce le norme,

o un pacioccone che dice “liberi tutti”

come vorrebbero alcuni adolescenti

cresciuti che confondono l’amore con

i propri appetiti e piegano Dio alle

proprie teorie.

Non vuole gettare alle ortiche la Torah,

ma riportarla alla sua origine, al suo cuore.

Perché la parola stessa impropriamente

tradotta come Legge, in realtà deriva

dalla radice iaràh, che descrive il volo

della freccia.

La Torah, quindi, è stata data da Dio

come indicazione per la felicità dell’uomo.

E la norma diventa la veste dell’amore,

la forma dell’impegno, la struttura che

sorregge e rende credibile l’emozione.

E Gesù, con le Beatitudini, è venuto a

completare quella indicazione.

Guai a chi si permette di cambiare anche

solo una virgola di quelle indicazioni,

guai a trasgredire anche un solo precetto

del discorso della montagna, anche

solo minimo.

Significa diventare minimo davanti a Dio.

Solo che, siamo, sinceri, nemmeno ci

ricordiamo quali siano le beatitudini.

Gesù, tanto per non essere frainteso,

affronta sei questioni specifiche,

sei interpretazioni della Legge che,

dal suo punto di vista, sono state

ampiamente tradite.

Quattro le affrontiamo oggi, due la

prossima Domenica.

Accusato di non voler rispettare le

prescrizioni, Gesù ribalta le accuse

mostrando come sono proprio i suoi

avversari a non volerci avere nulla

a che fare.

E allora rilegge la Scrittura e la riporta all’origine.

Prende le leggi fatte dagli uomini per

tentare (ingenui!) di proteggere la Legge

di Dio e le smonta.

Quel ma io vi dico, perentorio, folle,

inconcepibile perché pronunciato da un

falegname fattosi profeta, ci dicono la

misura dell’autorevolezza di Gesù,

capace di mettere in discussione ciò

che nessuno mai avrebbe osato contestare.

La violenza e il perdono

Sull’invito a non uccidere c’è poco

da discutere.

E, in un modo o nell’altro, tutti rispettavano

tale norma, eccetto il caso di legittima difesa.

Quello che fa Gesù è molto più radicale;

ricorda a tutti che possiamo uccidere

in mille modi.

Col giudizio, con la critica, con l’indifferenza,

con il pettegolezzo.

Mille modi di uccidere che contrastano

chi osserva i comandamenti senza fare

la volontà di Dio.

I miei avversari politici, quei parenti

scorretti, il collega arrampicatore

e scorretto non sono pazzi, folli,

stupidi ma, dice bene il Signore,

sono anzitutto fratelli.

E se posso avere usato violenza interiore,

e accade, allora ho uno strumento prezioso;

la richiesta di perdono, l’ammettere di

avere oltrepassato il limite, chiedere scusa.

Un perdono che è superiore al culto.

Per i rabbini non bisogna interrompere

lo Shemà, la preghiera più sacra per un

ebreo, nemmeno se un serpente sale

sulla gamba.

Gesù chiede di interrompere la preghiera

e l’offerta al tempio (!) per tentare di

riconciliarsi col fratello che ce l’ha con te.

Non farlo, non mettersi d’accordo, non

tentare una conciliazione, significa

rischiare di presentarsi davanti al giudice,

a Dio, senza essere ascoltati.

I farisei e i rabbini interpretavano la

Legge a svantaggio delle donne,

autorizzando il divorzio maschilista.

Gesù nega questa opportunità,

chiarisce che questo modo di fare

piega la volontà di Dio, la tradisce.

Dio pensa che un uomo e una donna

possano vivere insieme tutta la vita e

che le passioni e i sentimenti sono al

servizio della persona e non dominano

le sue scelte.

Occorre vigilare con lo sguardo e con

le azioni sapendo che la tentazione di

tradire un progetto, una persona, se stessi,

è sempre presente.

Il rischio è quello di giustificarsi sempre

(di questi tempi, poi!) e si finisce nella

Geenna, una delle vallate che circonda

Gerusalemme dove veniva bruciata

l’immondizia della città.

Se non vigili su te stesso sei una discarica.

E sempre di autenticità Gesù parla

condannando severamente la brutta

abitudine, ereditata dall’esilio in

Babilonia, di intercalare il discorso

giurando continuamente.

Abitudine orribile che ha alle spalle

una visione superstiziosa di Dio,

chiamato a giudice e vendicatore

degli uomini e una sfiducia totale

verso i fratelli.

Il nostro linguaggio deve essere

trasparente e libero, autentico e corretto.

Il di più viene dal maligno.

Gesù non va per il sottile ed è esigente.

Talmente esigente che, spesso, anche noi

viviamo la tentazione di annacquare le

sue Parole, purtroppo, perciò, attenzione

amici, cerchiamo di essere persone

libere per riuscire meglio a perdonare,

santa Domenica Fausto.

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