martedì 1 febbraio 2022

Il Vangelo del Mercoledì 2 Febbraio 2022

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

Presentazione al Tempio del Signore, Candelora.

Prima Lettura

Entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate.

Dal libro del profeta Malachìa (3,1-4)

Così dice il Signore Dio: "Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la

via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e

l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.

Chi sopporterà il giorno della sua venuta?

Chi resisterà al suo apparire?

Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.

Siederà per fondere e purificare l'argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà

come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'offerta secondo giustizia.

Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei

giorni antichi, come negli anni lontani".

Parola di Dio.

Seconda Lettura

Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli.

Dalla lettera agli Ebrei (2,14-18)

Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso

modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte

colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che,

per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.

Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura.

Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo

sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio,

allo scopo di espiare i peccati del popolo.

Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente,

egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Parola di Dio.

Vangelo

I miei occhi hanno visto la tua salvezza.

Dal Vangelo secondo Luca (2,22-40) anno pari.

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la

legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per

presentarlo al Signore-come è scritto nella legge del Signore: "Ogni maschio

primogenito sarà sacro al Signore"-e per offrire in sacrificio una coppia di

tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che

aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui.

Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte

senza prima aver veduto il Cristo del Signore.

Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il

bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli

lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: "Ora puoi lasciare, o Signore,

che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno

visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti

alle genti e gloria del tuo popolo, Israele".

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.

Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: "Ecco, egli è qui per la caduta

e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione-e anche a te

una spada trafiggerà l'anima-, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori".

C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser.

Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo

matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni.

Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni

e preghiere.

Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava

del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero

ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzareth.

Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio

era su di lui.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Quella di oggi una festa preziosa nella tradizione della vita consacrata; come

Gesù è “presentato” al cospetto di Dio, così i religiosi vogliono consegnare la

loro vita alla tenerezza di Dio e a servizio del Regno.

Fa tenerezza immaginare la coppia di Nazareth incedere timidamente negli

ampi spazi del ricostruito tempio, in mezzo ad un viavai di gente indaffarata,

alle preghiere pronunciate ad alta voce, all’odore acre dell’incenso mischiato

alla carne bruciata.

Sono lì ad assolvere un gesto di obbedienza secondo la Legge mosaica; un’offerta

da compiere per riscattare il primogenito, un rito che ricorda che la vita appartiene

a Dio e a Lui ne va riconosciuto il dono.

Gesù obbedisce alla Legge, Dio si sottomette alle tradizioni degli uomini.

Nell’obbedienza vuole cambiare le regole, nel solco della tradizione vuole

ridare vitalità e senso ai gesti del suo popolo.

Gesù è offerto al Padre, è donato da subito e quel gesto si ripeterà infinite volte

nella sua luminosa vita.

Gesù è e resta dono, diventa dono al Padre che ne fa dono all’umanità.

E in questa logica del dono, oggi, desideriamo fortemente fare della nostra

piccola vita un’offerta a Dio.

Da Lui l’abbiamo ricevuta, a Lui vogliamo donarla; ciò che siamo sia utile

alla realizzazione del Regno, ci aiuti a fare di ogni gesto, di ogni giorno, un

atto consapevole di amore verso Dio e il suo progetto di salvezza.

Perciò, offriamo ciò che abbiamo; la nostra preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

 

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