Della 20° settimana del Tempo Ordinario.
San Giovanni Eudes,
sacerdote.
Prima Lettura
Chiunque uscirà per
primo dalle porte di casa mia, io lo offrirò in olocausto.
Dal libro dei Giudici
(11,29-39a)
In quei giorni, lo
spirito del Signore venne su Iefte ed egli attraversò Gàlaad e
Manasse, passò a Mispa
di Gàlaad e da Mispa di Gàlaad raggiunse gli Ammoniti.
Iefte fece voto al
Signore e disse: «Se tu consegni nelle mie mani gli Ammoniti,
chiunque uscirà per
primo dalle porte di casa mia per venirmi incontro, quando
tornerò vittorioso
dagli Ammoniti, sarà per il Signore e io lo offrirò in olocausto».
Quindi Iefte raggiunse
gli Ammoniti per combatterli e il Signore li consegnò
nelle sue mani.
Egli li sconfisse da
Aroèr fin verso Minnit, prendendo loro venti città, e fino
ad Abel Cheramìm.
Così gli Ammoniti
furono umiliati davanti agli Israeliti.
Poi Iefte tornò a
Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro la figlia, con
tamburelli e danze.
Era l'unica figlia:
non aveva altri figli né altre figlie.
Appena la vide, si
stracciò le vesti e disse: «Figlia mia, tu mi hai rovinato!
Anche tu sei con
quelli che mi hanno reso infelice!
Io ho dato la mia
parola al Signore e non posso ritirarmi».
Ella gli disse: «Padre
mio, se hai dato la tua parola al Signore, fa' di me secondo
quanto è uscito dalla
tua bocca, perché il Signore ti ha concesso vendetta sugli
Ammoniti, tuoi
nemici».
Poi disse al padre:
«Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi, perché
io vada errando per i
monti a piangere la mia verginità con le mie compagne».
Egli le rispose:
«Va'!», e la lasciò andare per due mesi.
Ella se ne andò con le
compagne e pianse sui monti la sua verginità.
Alla fine dei due mesi
tornò dal padre ed egli compì su di lei il voto che aveva fatto.
Parola di Dio.
Vangelo
Tutti quelli che
troverete, chiamateli alle nozze.
Dal Vangelo secondo
Matteo (22,1-14) anno dispari.
In quel tempo, Gesù,
riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei]
e disse: «Il regno dei
cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio.
Egli mandò i suoi
servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri
servi con quest'ordine: "Dite agli invitati: Ecco, ho preparato
il mio pranzo; i miei
buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto;
venite alle
nozze!".
Ma quelli non se ne
curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari;
altri poi presero i
suoi servi, li insultarono e li uccisero.
Allora il re si
indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini
e diede alle fiamme la
loro città.
Poi disse ai suoi
servi: "La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni;
andate ora ai
crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle
nozze".
Usciti per le strade,
quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni,
e la sala delle nozze
si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere
i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale.
Gli disse:
"Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?".
Quello ammutolì.
Allora il re ordinò ai
servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre;
là sarà pianto e
stridore di denti".
Perché molti sono
chiamati, ma pochi eletti».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
L’incontro con Dio è un banchetto
nuziale, non un funerale di prima classe.
Quando entro in alcune Chiese
durante l’assemblea domenicale, ho l'impressione
di avere sbagliato Dio.
Che facce tristi ed annoiate!
Certo, a volte anche il
celebrante ci mette del suo per ingrigire il tutto, confondendo
la serietà con la noia mortale.
Eppure anche noi, come gli
invitati della parabola, abbiamo cento milioni di cose
da fare, molto più importanti
della nostra felicità.
È vero; il nostro tempo non ci
aiuta certo a riflettere, a vivere con intensità e verità
l'aspetto spirituale della nostra
vita, ma per accorgerci di Dio dobbiamo lottare
per ritagliare uno spazio
interiore che ci aiuti a percepire la sua presenza.
Nessuno si “merita” Dio, davanti
a Lui siamo tutti mendicanti e nessuna buona
opera potrà mai avvicinarci a
colui che si dona gratuitamente.
Ciò che ci è chiesto è di
indossare la veste bianca dell’autenticità e della purezza
spirituale, del desiderio nudo e
crudo, dell’ammissione del proprio limite.
Così facendo, stupiti dell’onore
di banchettare con Dio, potremo davvero
sperimentare ed annunciare la
misura della sua tenerezza per noi.
E diventare testimoni del
banchetto.
Ed allora possiamo ringraziare il
Signore con la nostra preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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