mercoledì 2 giugno 2021

Il Vangelo del Giovedì 3 Giugno 2021

 

Della 9° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Carlo Lwanga e compagni martiri.

Prima Lettura

Dégnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia.

Dal libro Tobìa (6,10-11; 7,1.9-17; 8,4-9

In quei giorni, erano entrati nella Media e già erano vicini a Ecbàtana, quando

Raffaele disse al ragazzo: «Fratello Tobìa!».

Gli rispose: «Eccomi».

Riprese: «Questa notte dobbiamo alloggiare presso Raguèle, che è tuo parente.

Egli ha una figlia chiamata Sara».

Quando fu entrato in Ecbàtana, Tobìa disse: «Fratello Azarìa, conducimi diritto

dal nostro fratello Raguèle».

Egli lo condusse alla casa di Raguèle, che trovarono seduto presso la porta del cortile.

Lo salutarono per primi ed egli rispose: «Salute, fratelli, siate i benvenuti!».

Li fece entrare in casa.

 Si lavarono, fecero le abluzioni e, quando si furono messi a tavola, Tobìa disse a

Raffaele: «Fratello Azarìa, domanda a Raguèle che mi dia in moglie mia cugina Sara».

Raguèle udì queste parole e disse al giovane: «Mangia, bevi e sta’ allegro per questa sera,

poiché nessuno all’infuori di te, mio parente, ha il diritto di prendere mia figlia Sara,

come del resto neppure io ho la facoltà di darla a un altro uomo all’infuori di te, poiché

tu sei il mio parente più stretto.

Però, figlio, voglio dirti con franchezza la verità.

L’ho data a sette mariti, scelti tra i nostri fratelli, e tutti sono morti la notte in cui

entravano da lei.

Ora, figlio, mangia e bevi; il Signore sarà con voi».

Ma Tobìa disse: «Non mangerò affatto né berrò, prima che tu abbia preso una

decisione a mio riguardo».

Rispose Raguèle: «Lo farò!

Ella ti viene data secondo il decreto del libro di Mosè e come dal cielo è stato stabilito

che ti sia data.

Abbi cura di lei, d’ora in poi tu sei suo fratello e lei tua sorella.

Ti viene concessa da oggi per sempre.

Il Signore del cielo vi assista questa notte, o figlio, e vi conceda la sua misericordia

e la sua pace».

 Raguèle chiamò sua figlia Sara e, quando venne, la prese per mano e l’affidò a Tobìa

con queste parole: «Prendila; secondo la legge e il decreto scritto nel libro di Mosè lei

ti viene concessa in moglie.

Tienila e, sana e salva, conducila da tuo padre.

Il Dio del cielo vi conceda un buon viaggio e pace».

Chiamò poi la madre di lei e le disse di portare un foglio e stese l’atto di matrimonio, secondo

quale concedeva in moglie a Tobìa la propria figlia, in base al decreto della legge di Mosè.

Dopo di ciò cominciarono a mangiare e a bere.

Poi Raguèle chiamò sua moglie Edna e le disse: «Sorella mia, prepara l’altra camera

e conducila dentro».

Quella andò a preparare il letto della camera, come le aveva ordinato, e vi condusse la figlia.

Pianse per lei, poi si asciugò le lacrime e le disse: «Coraggio, figlia, il Signore del cielo

cambi in gioia il tuo dolore.

Coraggio, figlia!». E uscì.

 Gli altri intanto erano usciti e avevano chiuso la porta della camera.

Tobìa si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, àlzati!

Preghiamo e domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza».

Lei si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo:

«Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome!

Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli!

Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno.

Da loro due nacque tutto il genere umano.

Tu hai detto: “Non è cosa buona che l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui”.

Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con animo retto.

Dégnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia».

E dissero insieme: «Amen, amen!».

Poi dormirono per tutta la notte.

Parola di Dio.

Vangelo.

Non c’è altro comandamento più grande di questi.

Dal Vangelo secondo Marco (12,28b-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo

di tutti i comandamenti?».

Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele!

Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo

cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza".

Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso".

Non c’è altro comandamento più grande di questi».

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non

vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta

la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».

Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano

dal regno di Dio».

E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Erano seicentotredici i precetti da osservare, come ricordarseli?

La domanda posta dallo scriba era una di quelle che ponevano ai rabbini durante

lo studio della Scrittura.

E Gesù interroga chi lo interroga, uno scriba, quindi detentore della corretta

interpretazione della Legge.

E questi risponde così come andava di moda in una delle due maggiori scuole di pensiero

di Gerusalemme, quella di Rabbì Hillel; l’amore a Dio e l’amore al prossimo.

Fiumi di parole commentavano questa scelta, riflessioni, ragionamenti, distinzioni, sfumature.

Come amare Dio, fino a che punto?

Come amare il prossimo?

Chi è il prossimo?

Gesù ascolta la dotta risposta dello scriba e conclude; non sei lontano dal Regno.

Il povero scriba è spiazzato.

Nessuna discussione teologica, nessun duello in punta di fioretto, nessun dibattito

citando maestri di dottrina.

Si era preparato bene, era pronto a fare sfoggio della propria competenza, della propria cultura.

E invece; Gesù non ci sta, non accetta una discussione solo teorica.

La fede dello scriba è solo intellettuale, tutta chiusa nella sua testa, non contagia il suo

cuore, non lo spinge a cambiare le sue scelte.

Stiamo attenti a non fare come lui e, piuttosto, chiediamo aiuto alla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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