Del Tempo di Natale dopo l’Epifania.
San Massimo di
Pavia.
Prima lettura dalla
prima lettera di san Giovanni apostolo (4,7-10)
Carissimi, amiamoci
gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama
è stato generato da
Dio e conosce Dio.
Chi non ama non ha
conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è
manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il
suo Figlio unigenito,
perché noi avessimo la vita per mezzo di
lui.
In questo sta l'amore:
non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato
noi e ha mandato il
suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Marco
(6,34-44) anno dispari.
In quel tempo, sceso
dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione
di loro, perché erano
come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare
loro molte cose.
Essendosi ormai fatto
tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Il luogo
è deserto ed è ormai
tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne
e i villaggi dei
dintorni, possano comprarsi da mangiare».
Ma egli rispose loro:
«Voi stessi date loro da mangiare».
Gli dissero: «Dobbiamo
andare a comprare duecento denari di pane e dare
loro da mangiare?».
Ma egli disse loro:
«Quanti pani avete? Andate a vedere».
Si informarono e
dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli
sedere tutti, a gruppi, sull'erba verde.
E sedettero, a gruppi
di cento e di cinquanta.
Prese i cinque pani e
i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione,
spezzò i pani e li
dava ai suoi discepoli perché li distribuissero loro; e divise
i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a
sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste
piene e quanto restava
dei pesci.
Quelli che avevano
mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
La logica del Natale che abbiamo
appena celebrato, logica dell’accoglienza del volto
inatteso di Dio, ci spinge a
cambiare completamente il nostro modo di vedere la vita.
Fatichiamo a convertire la nostra
vita alla luce del Vangelo e corriamo il rischio
di stravolgere anche la più
evidente della verità di fede pur di non dover cambiare
la nostra mentalità.
Natale, dicevamo, è Dio che
chiede accoglienza, che si fa bimbo, innocuo,
inerme e fragile.
E noi tutti, invece, continuiamo
a cercare un Dio potente, muscoloso,
efficiente e miracolistico.
Così i dodici, nel Vangelo di
oggi, sperimentano un altro paradosso cristiano;
davanti alla folla affamata Gesù
chiede loro di mettere a disposizione il poco
che hanno, invece di aspettarsi
una soluzione ai problemi.
Dio vuole salvare il mondo
attraverso di noi, con le nostre fragili mani, riempiendo
i nostri fragili cuori della sua
consolazione, affinché possiamo consolare coloro che
ci stanno vicini con la
consolazione che ci proviene da Dio, come direbbe san Paolo.
Invece di passare il tempo a
lamentarci delle cose che non funzionano, delle
ingiustizie che quotidianamente
si consumano, delle solitudini che ci sfiorano,
rimbocchiamoci le maniche,
mettiamo a disposizione del Signore quel poco
che siamo e la nostra preghiera!
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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