mercoledì 2 settembre 2020

Il Vangelo del Giovedì 3 Settembre 2020


Della 22° settimana del Tempo Ordinario.
San Gregorio Magno, Papa e dottore della Chiesa.
Prima lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (3,18-23)
Fratelli, nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo,
si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è
stoltezza davanti a Dio.
Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia».
E ancora: «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani».
Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo,
Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro!
Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (5,1-11) anno pari.
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio,
Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda.
I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra.
Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre
reti per la pesca».
Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso
nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli.
Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore,
allontànati da me, perché sono un peccatore».
Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca
che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano
soci di Simone.
Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Ci raggiunge sempre alla fine delle nostre notti, il Signore.
Ci raggiunge alla fine delle nostre notti e dei nostri incubi, ci raggiunge quando
siamo stanchi e depressi.
Ci chiede un gesto di fiducia, all’apparenza inutile, ci chiede di gettare le reti
dalla parte debole della nostra vita, di non contare sulle nostre forze, sulle
nostre capacità, ma di avere fiducia in Lui.
Pietro lo fa e accade l’inaudito.
Il miracolo consiste nel fatto che Pietro vede in quella pesca un segno straordinario.
Il miracolo è sempre nel nostro sguardo, Dio continua a riempire di miracoli
la nostra vita.
E noi non li vediamo.
È turbato, ora, il pescatore.
Che sta succedendo?
Si butta in ginocchio, prima di arrendersi: “Non sono capace, non sono degno”.
È la scusa principale tirata fuori da tutti quelli che, per un istante, sfiorano Dio;
non sono all’altezza, sono un peccatore.
Siamo sempre lì, inchiodati al nostro becero e rancido moralismo; lasciamo
fare a Dio, amici, attraverso la preghiera e ritroveremo serenità e pace!
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


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