mercoledì 30 settembre 2020

Il Vangelo del Giovedì 1 Ottobre 2020

 

Della 26° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Teresa di Gesù Bambino, Vergine e Dottore della Chiesa.

Prima lettura dal libro di Giobbe (19,21-27)

Giobbe disse: «Pietà, pietà di me, almeno voi, amici miei, perché la mano

di Dio mi ha percosso!

Perché vi accanite contro di me, come Dio, e non siete mai sazi della mia carne?

Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, fossero impresse

con stilo di ferro e con piombo, per sempre s'incidessero sulla roccia!

Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!

Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio.

Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro».

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (10,1-12) anno pari.

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due

davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.

Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!

Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!

Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa,

né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.

In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa!".

Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti

ritornerà su di voi.

Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché

chi lavora ha diritto alla sua ricompensa.

Non passate da una casa all'altra.

Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà

offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: "È vicino a voi il regno di Dio".

Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze

e dite: "Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la

scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino".

Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Luca ci introduce a Cristo con affetto e passione.

Ha scritto il suo Vangelo su suggerimento di Paolo, il suo evangelizzatore.

Da Paolo ha preso la forza e la correttezza storica, l’impegno e la serietà dell'impresa.

Ma la tenerezza è tutta sua, la compassione che ha conosciuto, credendo in Cristo,

solo lui riesce a comunicarla.

Il suo Vangelo, allora, è pieno di sfumature, di positività, di luce.

È il Vangelo per chi vuole uscire dalla visione piccina e ossessiva di un Dio giudice.

È il Vangelo per chi vuole imparare a pregare, attento com’è, Luca a farci

vedere Gesù Maestro di preghiera.

È il Vangelo della Chiesa che deve imparare ad evangelizzare.

È il Vangelo di chi, come lui, Luca, non ha mai visto Gesù in faccia, ma è stato

introdotto alla fede da qualcun altro. Come noi.

Luca ci sostiene con la sua testimonianza, invita tutti noi a diventare Chiesa così

come egli l’ha conosciuta, a osare la Chiesa cosi come egli l’ha imparata.

Grazie di cuore, caro Luca e, a noi ora serve solo pregare!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

30/09/2020 ore 21:00 - (misteri gloriosi) S. Rosario Amore Misericordio...

martedì 29 settembre 2020

Il Vangelo del Mercoledì 30 Settembre 2020

 

Della 26° settimana del Tempo Ordinario.

San Girolamo, Sacerdote e Dottore della Chiesa.

Prima lettura dal libro di Giobbe (9,1-12.14-16)

Giobbe rispose ai suoi amici e prese a dire: «In verità io so che è così: e come

può un uomo aver ragione dinanzi a Dio?

Se uno volesse disputare con lui, non sarebbe in grado di rispondere una volta su mille.

Egli è saggio di mente, potente di forza: chi si è opposto a lui ed è rimasto salvo?

Egli sposta le montagne ed esse non lo sanno, nella sua ira egli le sconvolge.

Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano.

Comanda al sole ed esso non sorge e mette sotto sigillo le stelle.

Lui solo dispiega i cieli e cammina sulle onde del mare.

Crea l’Orsa e l’Orione, le Plèiadi e le costellazioni del cielo australe.

Fa cose tanto grandi che non si possono indagare, meraviglie che non si possono contare.

Se mi passa vicino e non lo vedo, se ne va e di lui non mi accorgo.

Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?

Chi gli può dire: “Cosa fai?”.

Tanto meno potrei rispondergli io, scegliendo le parole da dirgli; io, anche se

avessi ragione, non potrei rispondergli, al mio giudice dovrei domandare pietà.

Se lo chiamassi e mi rispondesse, non credo che darebbe ascolto alla mia voce».

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (9,57-62) anno pari.

In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò

dovunque tu vada».

E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi,

ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».

A un altro disse: «Seguimi».

E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre».

Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia

il regno di Dio».

Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da

quelli di casa mia».

Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro

è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù non vuole persone che lo cerchino per rifugiarsi in un comodo nido.

La fede non è una cuccia che ci protegge dal mondo sporco e cattivo!

Lui non ha dove posare il capo e chiede ai suoi discepoli la stessa disponibilità

a mettersi continuamente in gioco, in discussione.

Gesù chiede di lasciare i legami parentali, l’idea dell’appartenenza ad un clan,

a superare i miti ancestrali della famiglia totalizzante; è un legame che produce

la morte interiore, che rende schiavi di un'idea, che smorza le ali.

Gesù ci ammonisce a non rimpiangere il passato, a non voltarci indietro.

Quante volte i cattolici vivono rivolti al passato cercando di farlo rivivere!

La logica del Regno è radicalmente diversa; solo persone libere, disposte a

mettersi in discussione, rivolte al futuro possono seguire il Maestro.

È esigente il Signore, ma dona una prospettiva nuova a chi vuole assaporare

e condividere il grande sogno di Dio, con l’aiuto della preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 28 settembre 2020

Il Vangelo del Martedì 29 Settembre 2020

 


Della 26° settimana del Tempo Ordinario.

Santissimi Arcangeli, San Michele, Gabriele e Raffaele.

Prima lettura dal libro del Profeta Daniele (7,9-10.13-14)

Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise.

La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come

la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente.

Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano

e diecimila miriadi lo assistevano.

La corte sedette e i libri furono aperti.

Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno

simile a un figlio d'uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.

Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il

suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,47-51) anno pari.

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco

davvero un Israelita in cui non c'è falsità».

Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?».

Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto

l'albero di fichi».

Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!».

Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi?

Vedrai cose più grandi di queste!».

Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di

Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Volano, gli angeli.

Nelle nostre vite, nelle nostre vicende, nelle nostre fatiche.

Volano, questi compagni di Dio, puri spiriti parte della realtà che interagiscono con noi.

Sono presenti nella Bibbia e guai a toglierli dal nostro orizzonte di fede!

Esistono e operano, anche se una certa cultura scientifica storce il naso davanti

a tutto ciò che non si può misurare e catalogare.

Ma, grazie al cielo, la realtà e molto più ampia di ciò che riusciamo a vedere.

Oggi la Bibbia ci ricorda tre di loro, angeli con compiti particolari; Gabriele

che Dio utilizza per inviare dei messaggi,

Raffaele che ci accompagna nel cammino e ci guarisce e Michele, che combatte per noi.

A volte ho l’impressione che li lasciamo disoccupati, e non ci ricordiamo

affatto di coinvolgerli nelle nostre vicende.

Chiedere aiuto a Gabriele per riallacciare una comunicazione difficile,

invocare Raffaele per la cura di una persona amata, pregare Michele che ci

aiuta a superare il maligno, sono modi concreti di sentirli accanto a noi.

Perciò, preghiamo amici, questi Angeli speciali per avere il loro aiuto.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 27 settembre 2020

Il Vangelo del Lunedì 28 Settembre 2020

 


Della 26° settimana del Tempo Ordinario.

Lorenzo Ruiz e compagni, martiri.

Prima lettura dal libro di Giobbe (1,6-22)

Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò

in mezzo a loro.

Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?».

Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo».

Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe?

Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male».

Satana rispose al Signore: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla?

Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto

quello che è suo?

Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra.

Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!».

Il Signore disse a Satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere

la mano su di lui».

Satana si ritirò dalla presenza del Signore.

Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo

vino in casa del fratello maggiore, un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi

stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi.

I Sabèi hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani.

Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo:

si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati.

Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldèi hanno formato tre

bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato

a fil di spada i guardiani.

Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie

stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, quand'ecco

un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati

della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti.

Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra,

si prostrò e disse: «Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò.

Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!».

In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (9,46-50) anno pari.

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.

Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise

vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me;

e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.

Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».

Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni

nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi».

Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Questo brano evangelico ci aiuta a comprendere sulla distanza dei discepoli (e noi)

dall’annuncio della passione che Gesù aveva fatto loro.

Perché i discepoli (e noi) non avevano compreso l’annuncio di Gesù sulla sua morte?

La risposta la troviamo nella frase iniziale del brano evangelico di oggi.

I discepoli, più che ascoltare Gesù, stavano discutendo su chi fosse il primo tra loro.

Questa discussione mostra bene la lontananza tra le loro, e le nostre, preoccupazioni

e quelle del Maestro.

Erano pienamente figli di questo mondo e della mentalità concorrenziale che regola

i rapporti tra le persone.

Era così tra i discepoli di allora ed accade oggi anche tra noi.

Ad ogni modo, Gesù, capovolge i criteri del mondo.

E perché i discepoli comprendessero bene il suo pensiero, prese un bambino e se lo

mise accanto e disse loro, e a noi: “Chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande”.

Perciò, nel regno dei cieli, nella comunità dei discepoli di Gesù, è grande chi si

fa piccolo, ossia, figlio del Vangelo e, chi riconosce la propria debolezza e si

affida in tutto al Signore.

Rendo il concetto?

Facciamoci piccoli ed umili amici, sicuramente non sarà facile, ma abbiamo la

preghiera che ci può aiutare. 

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

sabato 26 settembre 2020

Il Vangelo di Domenica 27 Settembre 2020

 


Della 26° Domenica del Tempo Ordinario.

San Vincenzo dè Paoli, Sacerdote.

Prima lettura dal libro del profeta Ezechièle (18,25-28)

Così dice il Signore: «Voi dite: "Non è retto il modo di agire del Signore".

Ascolta dunque, casa d'Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra?

Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo

muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.

E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò

che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso.

Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».

Parola di Dio.

Seconda lettura lettera di san Paolo apostolo ai Filippési (2,1-11)

Fratelli, se c'è qualche consolazione in Cristo, se c'è qualche conforto, frutto

della carità, se c'è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore

e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con

la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.

Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà,

consideri gli altri superiori a se stesso.

Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli altri.

Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione

di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo

una condizione di servo, diventando simile agli uomini.

Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino

alla morte e a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché

nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni

lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo (21,28-32) anno A.

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare?

Un uomo aveva due figli.

Si rivolse al primo e disse: "Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna".

Ed egli rispose: "Non ne ho voglia".

Ma poi si pentì e vi andò.

Si rivolse al secondo e disse lo stesso.

Ed egli rispose: "Sì, signore". Ma non vi andò.

Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti

nel regno di Dio.

Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto;

i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto.

Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno

pentiti così da credergli».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Domenica scorsa siamo rimasti spiazzati dal comportamento del padrone della

vigna, quando ha compiuto un gesto all’apparenza ingiusto.
Forse anche noi, come i deportati in Babilonia che si lamentano di espiare la

colpa dei padri, ce la prendiamo con la logica di Dio.

Ed Ezechiele, anch’egli prigioniero dei babilonesi, invita loro e noi ad

assumere una logica diversa; quella di Dio.
Scavando dietro l’apparenza abbiamo scoperto che la presunta giustizia degli

operai della prima ora, in realtà, era una rabbia mal sopita che si sfogava contro

gli operai dell’ultima ora, togliendo loro l’essenziale per vivere.
Non c’è nulla da fare; se vogliamo davvero seguire il Dio di Gesù Cristo

dobbiamo continuamente convertire la nostra prospettiva per allargare il

nostro orizzonte ed accogliere il modo nuovo di essere credenti.

Un modo che ha una caratteristica assoluta, principale, non negoziabile; l’autenticità.
A saper leggere il Vangelo si resta spiazzati dal fatto che Gesù, prima del peccato,

detesta un atteggiamento molto diffuso fra i devoti di ieri e di oggi; l’ipocrisia.

Sono giorni di vendemmia nelle aziende agricole anche del Veneto.
L’odore forte del mosto che inizia a fermentare e invade la tromba delle scale

mi riporta ai bei ricordi della vendemmia con mio nonno, i giorni in cui le mani

erano sempre macchiate dal succo degli acini che noi bambini ci divertivamo

a mordere direttamente dal grappolo, prima di gettarli nella cesta.

È un rapporto intimo quello del vignaiolo con la sua vigna; spesso, nella Bibbia,

il rapporto fra Dio e il popolo prende forma a partire dall’immagine della vigna.
Dio che ci chiede di andare nella sua vigna a lavorare è la testimonianza

dell’intimità che Dio intende intessere con noi.

Il primo figlio risponde subito alla chiamata del padre.

Ma in realtà non va alla vigna.
La parabola non ci dice che cambia idea o che incontra un amico o che ha

un contrattempo, non ha proprio nessuna intenzione di andare, fin dall’inizio.
Il suo è un atteggiamento puramente esteriore, la richiesta del padre non lo

scomoda, non lo interpella minimamente.

Come la nostra fede, troppo spesso fatta di esteriorità, di facciata,

di riti senza conversione.
Certo, è Dio che legge nei cuori, ma quante volte si resta spiazzati nel vedere

nelle nostre celebrazioni manifestazioni di fede molto più simili alla

superstizione che alla conversione!
Dio non ama le finte devozioni, non ama la falsità.

Preferisce il fratello che nega la sua presenza.
Quante volte un “no” è la manifestazione di un disagio, una velata domanda

di chiarimento, uno sprone al dialogo!
Quante volte ho incontrato delle persone che si dichiaravano atee,

che dicevano “no” a Dio.

Ma, sotto sotto, dialogando, ascoltando, usciva fuori che il “no” era a qualcos’altro.
No ad una fede fatta di ipocrisia.

No ad un Dio incomprensibile che si disinteressa all’uomo.

No agli uomini di Chiesa che dimenticano la misericordia. No.
Eppure, una volta messi davanti ad un volto di Dio diverso, per alcuni

il “no” diventa un “sì” inatteso e pieno.
Come il fratello della parabola.

La conclusione di Gesù brucia; le prostitute e i pubblicani vi passano davanti.
Il loro rifiuto è stato definitivo e drammatico, hanno detto “no” alla religiosità

riservata ai puri.

Ma le loro certezze, ora, si sbriciolano davanti al Nazareno che parla di Dio sorridendo.
Per gli altri, per i devoti!, chi sbaglia è segnato a vita.
Per Dio non è così e fa diventare testimoni e discepoli anche i peccatori pubblici.
Che stupore! Che fatica! Che sberla!

Noi, operai della prima ora, figli amati dal padre, lasciamo che la Parola ci metta

alle corde, che converta i nostri cuori, perché i nostri “sì” siano sempre autentici.
Anch’io come il figlio della parabola dico: «Non ne ho voglia, Signore.

Essere discepolo, lavorare nella vigna che è la Chiesa è faticoso e ci sono

momenti in cui senti che non ce la fai e non ha senso quello che fai.

Gridare il Vangelo con la vita è impegnativo.

Preferisco galleggiare, preferisco vivere come tutti.

Ma, a pensarci bene, forse ancora qualche giorno nella vigna lo posso passare».
Che il Signore ci spinga all’autenticità, ci doni di non fermarci alle parole ma,

con semplicità e coraggio, ci conceda di gridare il Vangelo con la nostra vita.
Solo così potremo diventare figli di quel Dio che continuamente cerca

l’uomo per svelargli il suo amore.

Anch’io amici, ero come quel figlio che ha detto “No” e non una volta sola, ma

il Signore è caparbio e, sapeva che dietro ai mie “No” c’era qualche cosa di diverso,

ed eccomi qua; a sporcarmi la faccia e le mani di mosto, il succo della

Parola del Signore, Buona Domenica Fausto.

venerdì 25 settembre 2020

Il Vangelo del Sabato 26 Settembre 2020

 


Della 25° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Cosma e Damiano, Martiri.

Prima lettura dal libro del Qoelet (11,9-12,8)

Godi, o giovane, nella tua giovinezza, e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù.

Segui pure le vie del tuo cuore e i desideri dei tuoi occhi.

Sappi però che su tutto questo Dio ti convocherà in giudizio.

Caccia la malinconia dal tuo cuore, allontana dal tuo corpo il dolore, perché la

giovinezza e i capelli neri sono un soffio.

Ricòrdati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano

i giorni tristi e giungano gli anni di cui dovrai dire: «Non ci provo alcun gusto»;

prima che si oscurino il sole, la luce, la luna e le stelle e tornino ancora le nubi

dopo la pioggia; quando tremeranno i custodi della casa e si curveranno i gagliardi

e cesseranno di lavorare le donne che macinano, perché rimaste poche, e si

offuscheranno quelle che guardano dalle finestre e si chiuderanno i battenti sulla

strada; quando si abbasserà il rumore della mola e si attenuerà il cinguettio degli

uccelli e si affievoliranno tutti i toni del canto; quando si avrà paura delle alture

e terrore si proverà nel cammino; quando fiorirà il mandorlo e la locusta si

trascinerà a stento e il cappero non avrà più effetto, poiché l'uomo se ne va nella

dimora eterna e i piagnoni si aggirano per la strada; prima che si spezzi il filo

d'argento e la lucerna d'oro s'infranga e si rompa l'anfora alla fonte e la carrucola

cada nel pozzo, e ritorni la polvere alla terra, com'era prima, e il soffio vitale torni

a Dio, che lo ha dato.

Vanità delle vanità, dice Qoèlet, tutto è vanità.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (9,43-45) anno pari.

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù

disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio

dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».

Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non

ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Giusto, perfetto.

Meglio non parlarne.

Meglio fermarsi all’apparenza, meglio non approfondire.

Perché a grattare sotto la crosta si resta inorriditi.

Non si parla più di miracoli e di folle saziate, ma di croce e sangue da versare.

Non scherziamo, fermiamoci alla prima parte, cortesemente.

E che Dio si adegui, alle incomprensioni per favore.

Come possiamo anche solo immaginare che Dio scelga la parte degli sconfitti?

Meglio restare alla superficie di un buon cattolicesimo di facciata, che rispetti

le regole del gioco, che ci veda partecipare a qualche messa e a dichiararci più

o meno credenti; che accogliere la provocazione di Dio!

Meditare il mistero della croce, da sempre, suscita conversione.

Se abbiamo il coraggio di chiederci, attraverso la preghiera, chi sia davvero

l’uomo nudo che pende dalla croce rischiamo la conversione.

Meglio non esagerare.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.