lunedì 31 agosto 2020

Il Vangelo del Martedì 1 Settembre 2020


Della 22° settimana del Tempo Ordinario.
Sant’Egidio, abate.
Prima lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (2,10-16)
Fratelli, lo Spirito conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.
Chi infatti conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui?
Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio.
Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per
conoscere ciò che Dio ci ha donato.
Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana,
bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali.
Ma l'uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio:
esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può
giudicare per mezzo dello Spirito.
L'uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere
giudicato da nessuno.
Infatti chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare?
Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (4,31-37) anno pari.
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato
insegnava alla gente.
Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c'era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò
a gridare forte: «Basta!
Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?
Sei venuto a rovinarci?
Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!».
E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l'un l'altro: «Che parola è mai questa,
che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?».
E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
È nella sinagoga a pregare, l’indemoniato; veste come tutti, si comporta
come tutti, è un buon fedele, all’apparenza.
Ma la visione di Gesù lo scatena e manifesta tutta la rabbia che porta nel cuore;
è demoniaca una fede che si ferma al sapere senza contaminare la vita, demoniaca
una fede che non fa entrare Dio nella quotidianità, demoniaca una fede che vede
Dio come un avversario venuto per rovinare la bella vita peccaminosa che
vorremmo fare.
Non basta frequentare una Chiesa per essere credenti e la prima conversione che
siamo chiamati ad operare è all’interno delle nostre comunità, nella nostra Chiesa.
Il rischio di vivere una fede sbagliata è sempre presente in noi ma l’autorevolezza
di Gesù ci guarisce, ci sana, ci converte, ci cambia nel profondo.
Lasciamo che la sua Parola autorevole, oggi, evidenzi i modi sbagliati che abbiamo
di vivere la fede e diventiamo finalmente discepoli come Egli vuole.
La prima conversione da operare è in noi stessi, attraverso l’aiuto della preghiera!
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

domenica 30 agosto 2020

Il Vangelo del Lunedì 31 Agosto 2020


Della 22° settimana del Tempo Ordinario.
Santi Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo.
Prima lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (2,1-5).
Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero
di Dio con l'eccellenza della parola o della sapienza.
Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo,
e Cristo crocifisso.
Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione.
La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi
di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché
la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (4,16-30) anno pari.
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito,
di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri
la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare
l'anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette.
Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui.
Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi
avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che
uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».
Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: "Medico,
cura te stesso.
Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!"».
Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando
il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;
ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne.
C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro
fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno.
Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del
monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù.
Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Agli esperti di Scrittura non sfugge che Gesù tronca la frase di Isaia a metà.
Il periodo conclude cosi: “e a predicare un giorno di vendetta per il nostro Dio” (ls 61,2).
Gesù non lo legge, lo tronca.
Si ferma all’anno di grazia.
Nessuna vendetta, nessun riscatto spettacolare contro gli oppressori politici.
Nessun riscatto del nazionalismo ebraico.
Perdono e conversione.
Queste le due cifre dell’annuncio.
La Parola si è chiusa, il libro viene arrotolato.
Gesù si è permesso di correggere la Parola.
Questo è troppo.
Gesù interagisce, cita la Scrittura, spiega come sia difficile fare i profeti in casa
propria, e che solo degli stranieri, come la vedova di Zarepta e Naaman il Siro,
hanno saputo riconoscere profeti grandi come Elia ed Eliseo.
E si scatena il putiferio.
All’iniziale sconcerto subentra l’offesa e la permalosità.
Ma come si permette?
Ma chi si crede di essere questo presuntuoso?
Certo amici, quando la verità fa male, diventiamo intolleranti, capite ora le mie
esternazioni che a volte faccio; verso personaggi che mi criticano per quello scrivo?
Comunque, non porto rancore, spero che questo faccia capire i loro errori,
facendosi aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

sabato 29 agosto 2020

Il Vangelo di Domenica 30 Agosto 2020


Della 22° Domenica del Tempo Ordinario.
Beato Alfredo Ildefonso Schuster, vescovo.
Prima lettura dal libro del profeta Geremìa (20,7-9)
Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza
e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me.
Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno
tutto il giorno.
Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!».
Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie
ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.
Parola di Dio.
Seconda lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (12,1-2)
Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come
sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.
Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il
vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono,
a lui gradito e perfetto.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (16,21-27) anno A.
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare
a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti
e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia,
Signore; questo non ti accadrà mai».
Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, Satana!
Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me,
rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria
vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero,
ma perderà la propria vita?
O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell'uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i
suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Povero Pietro!
Ha faticato, e non poco a dichiarare che il falegname di Nazareth è il Messia
atteso da Israele.
Troppo diverso il suo modo di servire il Regno, troppo audace la sua predicazione,
troppo innovativa la sua idea di Dio per poterlo identificare con il nuovo e glorioso re
Davide che avrebbe ricostituito la gloria del passato di Israele e che tutti aspettavano!
Pietro aveva riconosciuto in Gesù il Cristo e Gesù lo aveva riconosciuto come pietra
da costruzione, come pietra viva fondata sulla fede, la pietra che avrebbe sostenuto
altri fratelli nella fede.
Ora, invece, Pietro diventa pietra di inciampo, pietra di scandalo.
Brutta storia.
Ora che Pietro lo ha riconosciuto come Messia, Gesù spiega a tutti cosa
significa per lui essere “Messia”.
Nessuna gloria, nessun potere, nessun compromesso nel suo essere Messia.
Gesù dice di essere disposto ad andare fino in fondo nella sua scelta, è disposto
a morire piuttosto che rinnegare il suo volto di Dio. E così sarà.
I discepoli restano interdetti; fino a poco tempo prima avevano ragionato su chi
sarebbe stato messo a capo del nuovo Regno, ora Gesù parla di dolore e di morte.
Pietro lo prende da parte (è pur sempre il papa!) e lo invita a cambiare linguaggio
a non scoraggiare il morale delle truppe.
Anche lui, come spesso facciamo noi, vuole insegnare a Dio come si fa a fare Dio.
E Gesù reagisce, duramente; cambia mentalità, Pietro, diventa discepolo.
Troppe volte invece di seguire il Signore lo precediamo.
Siamo noi ad indicargli al strada, non seguiamo più la strada che Egli ci indica.
Siamo noi a suggerirgli le soluzioni ai problemi, non ci fidiamo più della sua
presenza, della sua azione.
Pretendiamo che sia Dio a diventare nostro discepolo.
Geremia, nella prima lettura, si lamenta con Dio.
Lui voleva fare il profeta di buone notizie, è diventato un rompiscatole
insostenibile, tutti lo odiamo, anche i suoi famigliari.
Geremia vorrebbe lasciare (come biasimarlo?), ma riflette e ritorna alla
fiamma che l’ha sedotto.
Quando mettiamo noi stessi al posto di Dio, della fiamma, facciamo come
Pietro e ci allontaniamo dal cammino.
Non chiediamoci a che punto siamo nel nostro percorso interiore.
Chiediamoci se siamo ancora dietro a Cristo.
Gesù insiste, ora, si rivolge a tutti, e a noi.
Non blandisce le persone, non cerca facili discepoli, non seduce, non ama il marketing.
La sua proposta è cruda, diretta, atroce, insostenibile.
Pronuncia tre imperativi che risuonano come una sfida.
Vuoi essere mio discepolo?
Rinnega te stesso.
Cioè non mettere te stesso al centro dell’universo, non voler emergere a tutti
i costi, non fare come tutti che, nel mondo, sgomitano per essere visti e notati.
Sei unico, sei prezioso sei un capolavoro, perché devi combattere per
dimostrarlo agli altri?
Il discepolo, come il Maestro, prende a cuore la felicità di chi gli sta accanto,
guarda oltre, mette la sua vita in gioco perché tutti possano appartenere al Regno.
Non mettere sempre te stesso al centro, metti il sogno di Dio al centro, con
libertà, da adulto, da uomo nuovo.
Prendi la tua croce.
Cioè non avere paura di amare fino a soffrire, di amare fino a perderti.
Come Geremia che non riesce a staccarsi dall’amore bruciante di Dio
nonostante le tante delusioni che sta vivendo.
Purtroppo una certa devozione spicciola ha finito con lo stravolgere la simbologia
della croce; nata come misura dell’amore di Dio, è divenuta l’emblema del dolore.
Dio non ama il dolore, sia chiaro, né lo esige (e ci mancherebbe!) ma,
a volte, amare significa anche sopportare e soffrire.
E Gesù ne sa qualcosa.
Seguimi. Condividi la scelta di Gesù, il suo sogno, il suo progetto.
Dio è presente e si manifesta a noi, orienta le nostre scelte con equilibrio e
intelligenza, ascoltando la sua Parola, lasciandoci plasmare dalla sua voce interiore.
Seguire Gesù significa cambiare orizzonte, conoscere la Parola, a lasciare che sia
la fede a motivare e cambiare le nostre scelte, convertire i nostri cuori.
Siamo per sempre discepoli, per sempre cercatori, mai veramente arrivati.
Nuove logiche, nuovo Dio.
Avete perfettamente ragione; come si fa a seguire un Dio così?
Infatti lentamente e inesorabilmente abbiamo annacquato questa pagina,
l’abbiamo resa accettabile, possibile, ragionevole.
Ma l’amore di Dio ha ben poco di ragionevole e, spesso, indica vette altissime
per ribadire che siamo capaci, assieme a Lui, di diventare discepoli.
Vangelo esigente, alla fine di un’estate strana.
Ma un Vangelo che ci spalanca al sogno di Dio e, solo quello ci riscalderà
il cuore dalle tante delusioni, Buona Domenica cercatori di Dio, Fausto.


venerdì 28 agosto 2020

Il Vangelo del Sabato 29 Agosto 2020


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
Martirio di San Giovanni Battista. 
Prima lettura dal libro del profeta Geremìa (1,17-19)
In quei giorni, mi fu rivolta questa parola del Signore: «Tu, stringi la veste ai
fianchi, àlzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a
loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro
e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Marco (6,17-29) anno pari.
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in
prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l'aveva sposata.
Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello».
Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché
Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui;
nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un
banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell'esercito
e i notabili della Galilea.
Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali.
Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la
metà del mio regno».
Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?».
Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi
dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non
volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni.
La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la
diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo
posero in un sepolcro.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Giovanni muore a causa della sua franchezza, della sua coerenza.
Senza paura per le conseguenze del suo gesto, della sua predicazione, Giovanni
sfida l’infingardaggine del piccolo Erode, schiavo delle proprie malsane passioni
affettive, e non rinuncia alla verità più scomoda ed inquietante.
Storia drammatica ed esemplare, quella che oggi celebriamo, storia del potere
che diventa spietato, dell’amor proprio che diventa schiavo del giudizio altrui,
della malvagità che può abitare il cuore di una donna ferita.
Erode, Erodiade, Salome, tutti burattini della Provvidenza, convinti di essere dei
grandi della storia, sono oggi ricordati solo per avere dato la morte ad un asceta
consumato dalla penitenza.
Convinti di avere sepolto la verità, l’hanno fatta divampare come un incendio.
Preghiamo, oggi, per i tanti, troppi fratelli nella fede che ancora subiscono
violenza a causa della loro fedeltà al Vangelo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


giovedì 27 agosto 2020

Il Vangelo del Venerdì 28 Agosto 2020


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
Sant'Agostino, vescovo e dottore della Chiesa.
Prima lettura dal prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1,17-25).
Fratelli, Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo,
non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli
che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio.
Sta scritto infatti: «Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza
degli intelligenti».
Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto?
Dov'è il sottile ragionatore di questo mondo?
Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo?
Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha
conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo
Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che
sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.
Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza
di Dio è più forte degli uomini.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà
simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo.
Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade,
ma non presero con sé l'olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade,
presero anche l'olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: "Ecco lo sposo! Andategli incontro!".
Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
Le stolte dissero alle sagge: "Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre
lampade si spengono".
Le sagge risposero: "No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate
piuttosto dai venditori e compratevene".
Ora, mentre quelle andavano a comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini
che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore,
signore, aprici!".
Ma egli rispose: "In verità io vi dico: non vi conosco".
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Le due guerre mondiali hanno rappresentato uno dei punti più bassi del degrado
umano, un punto di non ritorno.
Edith Stein è stata una di quelle stelle luminose che danno un barlume
di luce nella notte della ragione.
Studiosa tedesca di origine ebraica, filosofa e docente universitaria, Edith scopre
gradatamente la fede cristiana e si fa battezzare.
Chiamata da Dio entra in monastero di clausura dove verrà arrestata durante
uno dei rastrellamenti nazisti per essere condotta in campo di sterminio.
Solidale con la sua stirpe, offerta in dono al Padre, Edith, insieme a molti altri,
rappresenta nella crudezza del tempo la speranza della croce.
A lei affidiamo la nostra Europa spaesata e fragile, costruita sull’economia
comune e non sui valori di popoli che in Cristo hanno avuto lo stesso
denominatore comune.
E se ne vedono purtroppo, le drastiche conseguenze, ed allora, l’unica cosa
che possiamo fare è pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

mercoledì 26 agosto 2020

Il Vangelo del Giovedì 27 Agosto 2020


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
Santa Monica, Madre di Sant'Agostino.
Prima lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1,1-9).
Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello
Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in
Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano
il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e
pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio
che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni,
quelli della parola e quelli della conoscenza.
La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più
alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.
Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore
nostro Gesù Cristo.
Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il
Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (24,42-51) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in
quale giorno il Signore vostro verrà.
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte
viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.
Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate,
viene il Figlio dell'uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei
suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così!
Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: "Il mio padrone tarda", e
cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli
ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta
e a un'ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che
meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Vigilare per conservare la fede, vigilare per evitare che la luce interiore si
spenga, vigilare per accorgersi della presenza del Maestro.
Con tutto quello che ho da fare-direte-l’ultimo dei miei problemi è quello
di restare addormentato!
Sbagliato; vigilare non è il contrario di dormire, ma di dimenticare.
In questi nostri tempi frenetici, in cui l’anima sempre più si distanzia dalla vita
e siamo travolti dalla ferocia delle cose da fare per vivere (figuriamoci, poi, per
chi non si accontenta di vivere e vuole strafare), è difficile conservare la fede.
La soluzione è uno sforzo, un’ascesi che orienti la nostra quotidianità verso la
presenza del Signore.
La preghiera fedele, la partecipazione all’eucarestia festiva, la possibilità di fare
qualche giorno di ritiro durante l’anno, ci sono essenziali per restare cristiani.
Per poter dire col grande Agostino; ci hai fatto per te, Signore, e il nostro cuore
è senza riposo, finché non dimora in te, e con lui, preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.