lunedì 16 dicembre 2019

Il Vangelo del Martedì 17 Dicembre 2019


Feria propria di Avvento del 17 Dicembre.
1° Lettura dal libro della Gènesi (49,2.8-10)
In quei giorni, Giacobbe chiamò i figli e disse: «Radunatevi e ascoltate,
figli di Giacobbe, ascoltate Israele, vostro padre!
Giuda, ti loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla cervìce dei tuoi
nemici; davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre.
Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato,
si è accovacciato come un leone e come una leonessa; chi lo farà alzare?
Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi,
finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (1,1-17) anno pari.
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i
suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom
generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn
generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut,
Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone
generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat,
Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò
Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos,
Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della
deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò
Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò
Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd
generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe
generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide
fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia
a Cristo quattordici.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Di noi ha fisionomia, carattere, modo di comportarsi che riassumono
le generazioni che lo hanno preceduto.
Quando nasce un bambino, tutti lo guardano con curiosità e tentano di scorgere
nei suoi lineamenti il naso del papà, le labbra della mamma, le tempie del nonno,
modo di sorridere della zia; e chi più ne ha più ne metta.
In questo nuovo volto si concentrano i volti, le fattezze, i tratti dei volti delle
generazioni che lo hanno preceduto.
Questo è vero anche per il carattere, per il modo di reagire, di affrontare i problemi.
Nella stessa famiglia si vede che un figlio è calmo come lo zio, un altro ha
scatti di impazienza come il nonno, un terzo è deciso come la nonna.
Anche Gesù è nato in un popolo, ha concentrato in sé le caratteristiche somatiche,
di carattere, di modo di guardare la vita tipiche del popolo di Israele.
È il punto di arrivo di una lunga catena di antenati che hanno dato la vita ai
suoi nonni, fino ad arrivare a Maria.
E la cosa sorprendente è che in questa catena non ci sono tutti stinchi di santo,
ci sono anche violenti, peccatori, irregolari, inadempienti alla legge di Dio.
Il Vangelo di Matteo presenta una genealogia verace che mescola a santi ed
eroi, delinquenti e bestemmiatori.
È proprio vero che Dio, facendosi uomo, si è fatto carico di tutta la nostra umanità.
E anche oggi se viene Natale, Dio non si schifa di prendere su di sé i tratti delle
nostre cattiverie, la nostra umanità ferita, le gravi responsabilità degli strateghi
del terrore, gli stenti di chi ha fame e l’ingordigia di chi li affama, il desiderio
innocente dei giovani che si aprono alla vita e le trame degli sfruttatori che
distruggono l’innocenza.
Dio sa di che cosa è fatto l’uomo e, proprio dall’interno della sua vita vuol far
nascere speranza, vuole aiutare a ritrovare forze che si ritengono perdute.
Abbiamo tutti bisogno di sentirci amati da qualcuno, di non essere lasciati soli,
di essere aiutati dal dentro.
Natale è avere la certezza che la nostra umanità, con tutte le sue luci e le sue
ombre, viene continuamente abitata da Dio e può sperare ogni giorno in un
futuro di gioia e di serenità, di salvezza e di pace.
Ma dove trovo questa speranza?
Nella fede, solo nella fede e nella preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

Nessun commento:

Posta un commento