martedì 17 dicembre 2019

17 Dicembre 2019; 2° giorno della Novena di Natale.


17 Dicembre; 2° Giorno della Novena di Natale.
L’incarnazione; le nostre vite danno la carne a Cristo.
Vogliamo aspettare l’arrivo del Signore in preghiera.
Quello che sempre ci sorprende, che ha dell’inverosimile, che ci scomoda
nella nostra religiosità spesso superficiale, è accettare che Dio, l’Assoluto,
quell’essere che immaginiamo ci sia, ma che non vediamo, che non cade
sotto i nostri microscopi o raggi X, sotto i nostri rivelatori anche intelligentissimi,
ecco, quell’essere che ha creato cielo e terra, abbia deciso di farsi uomo,
di mescolare la sua vita alla nostra.
Questo ha significato, che Dio, prendendo una carne umana, si inscrivesse nel
tessuto delle nostre relazioni, prendendo un volto, entrasse nel giro delle
nostre somiglianze.
Quando nasce un bambino, in casa si scruta il suo volto e, più tardi, il suo modo
di fare, di camminare, di reagire, per vederne i lineamenti e collegarli a quelli
del papà, della mamma, degli zii, dei nonni o dei parenti.
Ogni bambino che nasce fa parte di un popolo, di una storia, di una caratterizzazione
somatica di una razza, ha un colore della pelle, una configurazione precisa di
una etnia.
Ebbene, anche Dio, entrando nella storia, ha preso i lineamenti di un popolo,
ha mescolato nel suo sangue e nei suoi lineamenti, nel suo carattere e nei suoi
sentimenti, i tratti del popolo di cui è venuto a far parte.
Il Vangelo di Matteo ci offre una genealogia, una successione di nomi che fanno
risalire Gesù ai capostipiti del suo popolo.
In questa linea, in questo albero genealogico ci sono i buoni e i cattivi, i santi
e i peccatori, i nobili e i plebei, i figli buoni e i degeneri.
Questa carne e questo sangue ha voluto prendere, questi caratteri e queste doti,
queste qualità e questi defetti.
Gesù non è un mito, un’idea, un extraterrestre, ma un uomo impastato di storia
e di conquiste, di disfatte e di progressi come noi.
E anche oggi, nella sua venuta, non disdegna di prendere su di sé i caratteri e le
tensioni della nostra umanità, le nostre sofferenze e malattie, il peso delle nostre
colpe e del cattivo uso della nostra libertà.
È per questo che sentiamo il Natale come qualcosa di intimo, di personale.
È vero, Gesù assume i nostri lineamenti, perché noi copiamo in maniera originale
nella nostra vita i suoi, perché abbiamo davanti agli occhi sempre una umanità
nuova come l’ha rifatta Lui.
C’è speranza allora in questa nostra umanità.
Non siamo alla deriva, ma a una sorgente di vita nuova.
Vieni Gesù, ti aspettiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, aspettando il Signore che viene, Fausto.

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