17 Dicembre; 2° Giorno
della Novena di Natale.
L’incarnazione; le
nostre vite danno la carne a Cristo.
Vogliamo aspettare l’arrivo
del Signore in preghiera.
Quello che sempre ci sorprende,
che ha dell’inverosimile, che ci scomoda
nella nostra religiosità spesso
superficiale, è accettare che Dio, l’Assoluto,
quell’essere che immaginiamo ci
sia, ma che non vediamo, che non cade
sotto i nostri microscopi o raggi
X, sotto i nostri rivelatori anche intelligentissimi,
ecco, quell’essere che ha creato
cielo e terra, abbia deciso di farsi uomo,
di mescolare la sua vita alla
nostra.
Questo ha significato, che Dio,
prendendo una carne umana, si inscrivesse nel
tessuto delle nostre relazioni,
prendendo un volto, entrasse nel giro delle
nostre somiglianze.
Quando nasce un bambino, in casa
si scruta il suo volto e, più tardi, il suo modo
di fare, di camminare, di
reagire, per vederne i lineamenti e collegarli a quelli
del papà, della mamma, degli zii,
dei nonni o dei parenti.
Ogni bambino che nasce fa parte
di un popolo, di una storia, di una caratterizzazione
somatica di una razza, ha un
colore della pelle, una configurazione precisa di
una etnia.
Ebbene, anche Dio, entrando nella
storia, ha preso i lineamenti di un popolo,
ha mescolato nel suo sangue e nei
suoi lineamenti, nel suo carattere e nei suoi
sentimenti, i tratti del popolo
di cui è venuto a far parte.
Il Vangelo di Matteo ci offre una
genealogia, una successione di nomi che fanno
risalire Gesù ai capostipiti del
suo popolo.
In questa linea, in questo albero
genealogico ci sono i buoni e i cattivi, i santi
e i peccatori, i nobili e i
plebei, i figli buoni e i degeneri.
Questa carne e questo sangue ha
voluto prendere, questi caratteri e queste doti,
queste qualità e questi defetti.
Gesù non è un mito, un’idea, un
extraterrestre, ma un uomo impastato di storia
e di conquiste, di disfatte e di
progressi come noi.
E anche oggi, nella sua venuta,
non disdegna di prendere su di sé i caratteri e le
tensioni della nostra umanità, le
nostre sofferenze e malattie, il peso delle nostre
colpe e del cattivo uso della
nostra libertà.
È per questo che sentiamo il
Natale come qualcosa di intimo, di personale.
È vero, Gesù assume i nostri
lineamenti, perché noi copiamo in maniera originale
nella nostra vita i suoi, perché
abbiamo davanti agli occhi sempre una umanità
nuova come l’ha rifatta Lui.
C’è speranza allora in questa
nostra umanità.
Non siamo alla deriva, ma a una
sorgente di vita nuova.
Vieni Gesù, ti
aspettiamo.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci
indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, aspettando
il Signore che viene, Fausto.
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