lunedì 25 marzo 2019

Il Vangelo del Martedì 26 Marzo 2019


Della 3° settimana di Quaresima.
1° Lettura dal libro del profeta Daniele (3,25.34-43)
Dal Vangelo secondo Matteo (18,21-35) anno dispari.
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio
fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli?
Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti
con i suoi servi.
Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale
che gli doveva diecimila talenti.
Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse
venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse
il debito.
Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza
con me e ti restituirò ogni cosa". 
Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli
condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva
cento denari.
Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quel che devi!".
Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza
con me e ti restituirò".
Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non
avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti
e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio,
io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato.
Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto
pietà di te?".
Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse
restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore,
ciascuno al proprio fratello».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Perché facciamo tanta fatica a perdonare gli altri, anche di cose di poco conto?
Il motivo sta nel fatto che ci sentiamo sempre creditori nei confronti degli altri.
Cioè, siamo sempre convinti che gli altri debbano accorgersi delle nostre
necessità, delle nostre ferite e delle nostre sofferenze.
Per questo motivo, se avviene qualcosa che non va secondo questo nostro modo
di pensare, ci offendiamo e non perdoniamo gli altri perché ci sentiamo migliori.
E se invece provassimo a considerarci come debitori nei confronti di Dio?
Il problema non è quello che abbiamo il diritto di ricevere dagli altri, ma il
dovere che abbiamo di dare a Dio quello che gli spetta.
Lui ci perdona sempre, quindi non possiamo prenderci il diritto di togliere
nel tempo questo perdono agli altri.
Quando perdoniamo, dimostriamo di avere capito questa legge fondamentale
della vita cristiana.
Sicuramente non è facile, ci possiamo però provare.
Facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

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