mercoledì 31 ottobre 2018

Il Vangelo del Giovedì 1 Novembre 2018


Della 30° settimana del Tempo Ordinario.
Tutti i Santi.
1° Lettura dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (7,2-4.9-14)
2° Lettura dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (3,1-3)
Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12a) anno pari.
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si
avvicinarono a lui i suoi discepoli.
Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno
ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Le beatitudini sono la carta di identità del cristiano perfetto, di colui che
è pienamente riuscito nel suo cammino di santità.
Si tratta di identificare tutta la propria vita in queste categorie, finchè non
siamo riusciti a incarnarne almeno una.
Ci sembra difficile?
Eppure tanti credenti prima di noi ci hanno provato e hanno sperimentato
la beatitudine di cui parla Gesù nel Vangelo.
Cos’è davvero la felicità?
Quanto costa essere felici davvero?
Cosa significa per noi vivere nella pienezza?
Solo se metteremo in pratica le beatitudini nella semplicità e nella
quotidianità faremo esperienza di felicità.
Perché non scegliamo ciascuno di noi una beatitudine e proviamo a viverla
con le persone che abbiamo vicino?
Potrebbe essere un buon modo per iniziare, se ci è difficile, facciamoci
aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona festa dei Santi, Fausto.

martedì 30 ottobre 2018

Il Vangelo del Mercoledì 31 Ottobre 2018


Della 30° settimana di Pasqua.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (6,1-9)
Dal Vangelo secondo Luca (13,22-30) anno pari.
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in
cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico,
cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori,
comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”.
Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”.
Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza
e tu hai insegnato nelle nostre piazze”.
Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete.
Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e
Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e
siederanno a mensa nel regno di Dio.
Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Quanti sforzi nella vita abbiamo compiuto per avere una vita dignitosa, per
avere dei risultati e per raggiungere degli obbiettivi che ci eravamo posti?
Essi sono stati importanti, in quanto ci hanno formato a capire che se vogliamo
davvero costruire delle cose durature dobbiamo impegnarci.
Ma questi sforzi ci fanno intendere anche un’altra realtà; essi ci aiutano a capire
che anche per entrare nel regno dei cieli è necessario tanto impegno e sforzo.
Siamo abituati a considerare la misericordia di Dio come qualcosa che risolve
tutte le situazioni.
Ciò è vero; però Dio vuole anche la nostra collaborazione.
Per tale motivo, non deve passare giorno, nella nostra vita, che non facciamo
qualcosa per avvicinarci sempre di più al premio celeste.
Sarà il Signore, con la sua grazia, a volgere ogni cosa al bene, noi
dobbiamo solo pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

lunedì 29 ottobre 2018

Il Vangelo del Martedì 30 Ottobre 2018


Della 30° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (5,21-33)
Dal Vangelo secondo Luca (13,18-21) anno pari.
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che
cosa lo posso paragonare?
È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino;
crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido
fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio?
È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina,
finché non fu tutta lievitata».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Sbaglieremmo di grosso se pensassimo che il regno di Dio, annunciato da
Gesù, debba manifestarsi in maniera eclatante.
Come sbaglieremmo di grosso se attendessimo interventi risolutivi da parte
di Dio verso tante situazioni che noi riteniamo ingiuste o poco chiare.
Il regno di Dio, dice Gesù, è una realtà che inizia nella piccolezza, nella
quotidianità e senza fare troppo rumore.
Man mano esso diventa una presenza potente e forte, però ci vuole tanta fede!
Perché solo con essa siamo in grado di custodire i piccoli germogli di un regno
nuovo che viene sempre, ma che si manifesta chiaramente soltanto nella vita
di chi ha occhi per vedere e orecchie per udire l’essenziale.
Non lasciamoci imbrogliare dal rumore del mondo, ma viviamo con fede nella
convinzione che Dio porta avanti la sua opera nella storia e nella nostra vita.
Per riconoscerla, facciamoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

domenica 28 ottobre 2018

Il Vangelo del Lunedì 29 Ottobre 2018


Della 30° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (4,32 - 5,8)
Dal Vangelo secondo Luca (13,10-17) anno pari.
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato.
C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva
e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia».
Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella
guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui
si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi
slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi?
E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni,
non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre
la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Il capo della sinagoga non sa riconoscere i segni del tempo della salvezza.
La sua interpretazione della legge, il suo attaccamento alla tradizione umana,
la mancanza di comprensione e amore verso la donna malata, non gli
permettono di comprendere l’operato di Gesù.
La sorte di quest’uomo e di tutti i suoi avversari è la vergogna.
Riconosciamo due grande aree in cui questo sentimento si manifesta e
riguardano nello specifico il corpo e la moralità.
Nel primo caso la vergogna è un campanello d’allarme che ci riporta alla realtà
facendoci prendere coscienza di alcuni comportamenti da modificare.
Meno positiva è la vergogna di morale propria di chi viene smascherato nelle
intenzioni disoneste del proprio cuore, ma non vuole uscirne.
Questa, purtroppo, sembra la reazione dei farisei e del capo della sinagoga.
Quando Gesù entra con la sua luce nella vita di una persona, spesso pone in
evidenza le contraddizioni e i compromessi del cuore; in tal caso la vergogna
ci spinge a cambiare e a lasciare le tenebre per la luce.
Questo è l’inizio della nostra salvezza, per questo dobbiamo ringraziare il
Signore, attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

sabato 27 ottobre 2018

Il Vangelo di Domenica 28 Ottobre 2018


Della 30° Domenica del Tempo Ordinario.
1° Lettura dal libro del profeta Geremìa (31,7-9)
2° Lettura dalla lettera agli Ebrei (5,1-6)
Dal Vangelo secondo Marco (10,46-52) anno pari.
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e
a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la
strada a mendicare.
Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di
Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte:
«Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».
Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!».
Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?».
E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!».
E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato».
E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Bartimèo mendicava alla porta di Gerico.
Come tutti i ciechi, anche lui è rivestito di debolezza e non gli restava altro
che mendicare, aggiungendo così alla cecità la dipendenza totale dagli altri.
Eppure, la cecità non gli impedisce di sviluppare altre qualità che vanno,
in qualche modo, a sopperire a questa mancanza.
Il cieco del Vangelo di oggi non vede con gli occhi, ma ha acquisito una
capacità che va molto al di là di quella che potrebbe dargli la vista fisica.
Mediante l’ascolto della Parola di Dio egli ha acquisito la vista che viene
dalla fede, e quella non sbaglia mai, per cui il cieco ha la capacità di
riconoscere nel Rabbì che passa Colui che può dargli non solo la vista,
ma una nuova identità.
Infatti, una volta guarito, è chiamato da Gesù a diventare suo discepolo
e a seguirlo sulle vie del mondo.
Esponiamo al Signore la nostra cecità; (l’ansia nell’agire, l’ottica mondana
nel rapportarci a persone e a eventi, l’attaccamento a false sicurezze),
chiedendo la luce per vedere persone e cose secondo l’ottica di Dio,
facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

venerdì 26 ottobre 2018

Il Vangelo del Sabato 27 Ottobre 2018


Della 29° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (4,7-16)
Dal Vangelo secondo Luca (13,1-9) anno pari.
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei,
il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici.
Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più
peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte?
No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise,
credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?
No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella
sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su
quest’albero, ma non ne trovo.
Tàglialo dunque!
Perché deve sfruttare il terreno?”.
Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò
zappato attorno e avrò messo il concime.
Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Questa parabola va capita bene, onde evitare fraintendimenti.
Dio, nel racconto di Gesù, non è l’impaziente che quasi non vede l’ora di
sradicare l’albero di fichi.
Piuttosto, Egli è il vignaiolo che accetta di aspettare ancora un anno e di
correre il rischio di un’ennesima delusione.
Così Dio fa con noi.
Anche se non portiamo frutti, e nulla faccia sperare che possano esserci
nell’immediato futuro, il Signore accetta di scommettere ancora su di noi.
Questo è davvero consolante; Dio è colui che vuole darci sempre
un’altra possibilità.
Quando ci sentiamo frustrati e ci sembra che nulla debba mai cambiare in noi;
quando ci sembra di essere sempre allo stesso punto, non dobbiamo ascoltare
il nemico che suggerisce al nostro cuore pensieri di sconfitta e disfatta.
Dio è pronto ancora una volta a darci fiducia.
Ringraziamo perciò, il Signore per avere fiducia in noi con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

giovedì 25 ottobre 2018

Il Vangelo del Venerdì 26 Ottobre 2018


Della 29° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (4,1-6)
Dal Vangelo secondo Luca (12,54-59) anno pari.
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da
ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade.
E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti!
Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo
non sapete valutarlo?
E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca
di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice
e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione.
Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Il Signore si meraviglia di come noi siamo così bravi a prevedere e pianificare
circostanze ed eventi che, tutto sommato, riguardano situazioni passeggere
e non siamo in grado di utilizzare questa capacità per ciò che, invece,
riguarda il nostro destino eterno.
Quando si tratta di tali cose, diventiamo subito poco pronti, svogliati e incapaci
di darci da fare.
Il problema di fondo è sempre quello della fede.
Se noi credessimo veramente nella parola e nelle promesse di Gesù, ci daremmo
molto da fare, affinchè tutto quello che facciamo nella vita abbia una ripercussione
positiva per il nostro destino eterno.
Invece, basta poco per distrarci e mandarci fuori strada.
In tal caso perdiamo di vista le cose veramente importanti nella nostra vita
e ci soffermiamo su ciò che, invece, è solo accessorio e privo di significato.
Perciò, se vogliamo veramente credere nella Parola del Signore, facciamoci
aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

mercoledì 24 ottobre 2018

Il Vangelo del Giovedì 25 Ottobre 2018


Della 29° settimana di Pasqua.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (3,14-21)
Dal Vangelo secondo Luca (12,49-53) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco
sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!
Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato
finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra?
No, io vi dico, ma divisione.
D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre
contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro
padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora
e nuora contro suocera».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Sbaglieremmo di grosso se pensassimo a Gesù com’è raffigurato in certe
immaginette stucchevoli e mielose; Egli non è il Dio della tranquillità o
dell’evasione nei confronti di una vita che non ci piace.
Piuttosto, il Signore ci dice chiaramente che Egli è venuto a creare
confusione, rivoluzione e divisione.
Soprattutto quando noi non vogliamo essere scomodati più di tanto nelle
nostre scelte di compromesso.
Stare con Gesù significa schierarsi, prendere posizione e scegliere, anche
se ciò potrebbe comportare la critica o la persecuzione persino da parte
dei nostri parenti più stretti.
Non ci si deve illudere; se si cerca un’esperienza di fede che non ci scomodi
più di tanto e che non ci crei troppi problemi, non stiamo cercando Gesù.
Siamo solo alla ricerca di conforti e di appagamenti, ma non del Signore
vivo e vero.
Certamente la fede non è una comodità da salotto, la vera fede è movimento
senza paura delle critiche, quelle fanno parte del bagaglio di noi cristiani.
Non sarà facile, anch’io, perché scrivo ogni giorno questo piccolo commento
sono stato criticato spesso e volentieri, solo la preghiera mi ha aiutato
ad andare avanti.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

martedì 23 ottobre 2018

Il Vangelo del Mercoledì 24 Ottobre 20148


Della 29° settimana del Tempo Ordinario.
S. Antonio Maria Claret, vescovo.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (3,2-12)
Dal Vangelo secondo Luca (12,39-48) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il
padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe
scassinare la casa.
Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il
Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che
il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a
tempo debito?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così.
Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e
cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il
padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che
non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito
secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non
conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà
richiesto molto di più».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Chi riceve un compito da parte del Signore è ulteriormente chiamato a
vivere nella vigilanza.
Egli deve considerarsi un amministratore della grazia di Dio verso gli altri.
Per questo è necessario vivere nell’attenzione continua verso la parola che
Gesù ogni giorno ci rivolge.
Ciò vale per tutti i cristiani; ma quanto più ciò è valido per coloro che Dio
ha scelto per un servizio particolare nella Chiesa?
I sacerdoti, ad esempio, sono coloro che per primi devono dare esempio,
con la loro vita, di vivere con attenzione la parola di Gesù per testimoniare
la pienezza del suo amore.
Quindi, a noi il compito di pregare per loro, affinchè essi siano amministratori
saggi e capaci di essere canali di grazia verso gli altri.
Essi sono coloro ai quali Dio ha affidato di più e quindi dovranno rendere
maggiore conto a Dio.
Però, non dobbiamo scaricare le colpe tutte su di loro, anche noi a volte siamo
colpevoli, quando non li ascoltiamo, perciò, dobbiamo pregare anche per noi.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.