mercoledì 31 agosto 2016

Il Vangelo del Giovedì 1 Settembre 2016

1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (3,18-23)
Dal Vangelo secondo Luca (5,1-11) anno C.
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per
ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di
Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda.
I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi
un poco da terra.
Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo
e gettate le vostre reti per la pesca».
Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non
abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti
quasi si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero
ad aiutarli.
Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle
quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù,
dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore».
Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui,
per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni,
figli di Zebedèo, che erano soci di Simone.
Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore
di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Pietro non si rende ancora conto della portata della promessa di Gesù.
Egli però capisce che, davanti a lui, si sta aprendo una strada
completamente sconosciuta, ma che lo invita ad accogliere una
prospettiva del tutto nuova.
Tutto ciò è legato alle parole un po’ enigmatiche del Maestro;
egli continuerà, certamente, a fare il pescatore, ma il genere
di pesci che egli da ora in poi dovrà pescare sono proprio un
altro genere.
Se rispondiamo di sì al Signore, anche noi ci accorgeremo che
Egli apre dinanzi a noi delle prospettive nuove ed assolutamente
impreviste; proprio in esse troveremo la nostra pace e la nostra felicità.
Forse non erano proprio i progetti che avevamo fatto noi,
ma certamente il tempo ci dimostrerà che abbiamo fatto bene
a fidarci di Dio.
Anche noi come Pietro, continueremo a fare la nostra vita;
ma in un modo diverso, non sarà facile, ma possiamo aiutarci
con la preghiera.  
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata Fausto.

martedì 30 agosto 2016

Il Vangelo del Mercoledì 31 Agosto 2016

1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (3,1-9)
Dal Vangelo secondo Luca (4,38-44) anno C.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone.
La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo
pregarono per lei.
Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò.
E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie
malattie li condussero a lui.
Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.
Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!».
Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano
che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto.
Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo
perché non se ne andasse via.
Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia
del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Prima di guarire la suocera di Pietro, Gesù compie un gesto
apparentemente poco importante; Egli si china su di lei.
In qualche modo, il Maestro le si fa vicino e le fa sentire tutta
la sua solidarietà e la sua vicinanza in quella malattia.
Quando siamo nel dolore e nella sofferenza, è davvero difficile
riuscire a percepire la presenza di Dio; eppure, se guardiamo
meglio-cioè con gli occhi della fede-ci accorgeremo che il Signore
è davvero vicino a noi e si china sulla nostra disperazione.
Egli ci fa sentire la sua solidarietà e la sua partecipazione e, nello
stesso tempo, ci fa comprendere che è Gesù stesso a caricarsi
addosso tale sofferenza.
Non è forse questo un atto di grande delicatezza da parte sua
nei nostri confronti?
Ed allora dobbiamo ringraziarlo attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata Fausto.


lunedì 29 agosto 2016

Il Vangelo del Martedì 30 Agosto 2016

1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo
apostolo ai Corìnzi (2,10-16)
Dal Vangelo secondo Luca (4,31-37) anno C.
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea,
e in giorno di sabato insegnava alla gente.
Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola
aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un
demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta!
Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?
Sei venuto a rovinarci?
Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!».
E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui,
senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che
parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza
agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?».
E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
La lotta tra Gesù ed il demonio non è affatto finita.
Essa continua ancora oggi; Gesù manifesta nella sua Chiesa la
sua vittoria nel confronti del maligno, proprio mentre questo
continua a mostrare la sua tenebrosa capacità di seduzione.
Noi non dobbiamo avere nessuna paura; c’è chi lotta e vince per noi.
Quello che dobbiamo fare è solo avere una fiducia incrollabile in Lui.
D’altro canto però non dobbiamo dimenticare che una grande
virtù, purtroppo tanto trascurata anche dai cristiani, è quella
della prudenza.
Il diavolo è come un cane legato ad una catena; egli può nuocere
soltanto se ci avviciniamo troppo a lui.
Allora, con fiducia e senza timore, fidiamoci di Colui che può tutto.
Egli non ci lascerà nelle mani del nemico, e ci porterà al sospirato
porto della salvezza.
Noi dobbiamo credere nella salvezza e pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata Fausto.



domenica 28 agosto 2016

Il Vangelo del Lunedì 29 Agosto 2016

Martirio di San Giovanni Battista.
1° Lettura dal libro del profeta Geremìa (1,17-19)
Dal Vangelo secondo Marco (6,17-29) anno C.
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni
e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di
suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata.
Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con
te la moglie di tuo fratello».
Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non
poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto
e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto
perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo
compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della
sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea.
Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode
e ai commensali.
Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi
e io te lo darò».
E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò,
fosse anche la metà del mio regno».
Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?».
Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo:
«Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa
di Giovanni il Battista».
Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei
commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse
portata la testa di Giovanni.
La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa
su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede
a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero
il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
In questo brano si scontrano la coerenza e la limpidezza di
Giovanni con il sopruso e la tenebra del peccato in cui si
trova Erodiade, moglie concubina di Erode.
La vita è in pericolo, ma può Giovanni tacere di fronte ad
un peccato pubblico e conclamato?
Egli sa che dovrà pagare un prezzo molto alto per le sue parole,
eppure, paradossalmente, la testa di Giovanni parla molto di
più dopo la morte che in vita; Giovanni il Battista continua a
profetare anche dopo la sua morte, e i discepoli raccoglieranno,
assieme alle spoglie mortali del profeta, anche la sua eredità.
Non spaventiamoci se, qualche volta, a causa della nostra
testimonianza, dovremo soffrire a causa di Gesù; il premio
è pronto per noi, e nessuno potrà toglierci la gloria che
Lui ha preparato.
Perciò, per avere la gloria dobbiamo anche soffrire,
se abbiamo paura, aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata Fausto.

sabato 27 agosto 2016

Il Vangelo di Domenica 28 Agosto 2016

22° Domenica del Tempo Ordinario.
1° Lettura dal libro del Siràcide (3,19-21.30-31)
2° Lettura dalla lettera agli Ebrei (12,18-19.22-24)
Dal Vangelo secondo Luca (14,1.7-14) anno C.
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi
dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano
i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno,
non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato
più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti:
“Cèdigli il posto!”.
Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto.
Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto,
perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico,
vieni più avanti!”.
Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.
Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia
sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo
o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi
parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino
anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi,
zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti.
Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Purtroppo, in ciascuno di noi è radicata l’abitudine di trattare
con riverenza e rispetto soprattutto coloro dai quali speriamo
qualcosa in cambio.
Ciò, sovente, avviene anche in tanti ambienti ecclesiali, senza
parlare di quelli politici.
Ma quello che Gesù ci chiede di fare va in direzione opposta;
Egli, infatti, dice di dare a coloro che sicuramente non hanno
di che ricambiarci.
In tal caso noi ci mettiamo nella posizione di essere premiati
direttamente da Lui.
Da qui deriva anche la necessità e la gioia di scegliere gli ultimi
posti; solo così possiamo essere certi di attirare l’attenzione e
la benevolenza di Dio.
Quel posto, infatti, è stato anzitutto preso da Lui con la
sua Incarnazione.
Dunque, quando noi accettiamo di fare come Lui, Egli ci
riempie della sua pace e ci dona la vera libertà.
Solo così possiamo essere veramente suoi messaggeri e
testimoni, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata Fausto.


venerdì 26 agosto 2016

Il Vangelo del Sabato 27 Agosto 2016

Santa Monica.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1,26-31)
Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-30) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà
come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi
e consegnò loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo
le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli,
e ne guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una
buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare
i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri
cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco,
ne ho guadagnati altri cinque”.
“Bene, servo buono e fedele–gli disse il suo padrone–, sei stato
fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia
del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore,
mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”.
“Bene, servo buono e fedele–gli disse il suo padrone–, sei stato
fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia
del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento
e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non
hai seminato e raccogli dove non hai sparso.
Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto
terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che
mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;
avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così,
ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse.
Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza;
ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha.
E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto
e stridore di denti”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Essere discepoli di Cristo significa anche accettare il rischio
e l’incognita; questo non deve incutere paura, poiché fa
proprio parte dello stile del Maestro proporre un’esperienza
con Lui che, pur comprendendosi man mano che si va avanti,
richiede una grande capacità di fidarsi.
Questo, da un punto di vista umano, è un grande rischio.
Ma il rischio più grande è proprio quello di lasciarci prendere
dalla paura e dalla codardia, e cercare di giungere a compromessi
con un messaggio-quello evangelico-che ha in sé proprio
qualcosa di esplosivo.
Per questo si capisce la reazione così dura del padrone nei
confronti del servo codardo e pigro.
Non si può annunciare il Vangelo senza che ciò ci costi
qualcosa; ma è proprio allora che iniziamo davvero a portare
frutto per il regno dei cieli.
Altrimenti, siamo davvero inutili per Lui.
Ed allora, non dobbiamo avere paura, ne essere codardi,
cerchiamo di annunciare la bellezza del Vangelo,
aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata Fausto.

giovedì 25 agosto 2016

Il Vangelo del Venerdì 26 Agosto 2016

1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo 
apostolo ai Corìnzi (1,17-25)
Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno
dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade
e uscirono incontro allo sposo.
Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero
le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece,
insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”.
Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché
le nostre lampade si spengono”.
Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi;
andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo
e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la
porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a
dire: “Signore, signore, aprici!”.
Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
I matrimoni, al tempo di Gesù, si svolgevano secondo un rituale
complesso e carico di simboli estremamenti persuasivi.
Le amiche della sposa attendevano lo sposo, che poi veniva
accompagnato a casa della sposa, e qui erano celebrati gli sponsali.
Il Signore si serve di quest’usanza tipica del suo tempo per spiegare
quali errori non si devono fare per vivere come suoi veri discepoli.
Può capitare a tutti di addormentarsi nell’attesa dello sposo; ma ciò
che è davvero importante è tenersi pronti con le lampade accese
della vigilanza e l’olio della fede, che serve a tenere desta proprio
questa fiduciosa attesa dello Sposo, qualora dovesse tardare.
Anche noi possiamo vivere questi atteggiamenti nella nostra vita,
e lo facciamo con profitto ogni volta che ci rendiamo attenti alla voce
di Dio che ci parla nella nostra quotidianità.
Perciò, rimaniamo svegli per non perdere l’occasione dell’incontro
con il Signore, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata Fausto.

mercoledì 24 agosto 2016

Il Vangelo del Giovedì 25 Agosto 2016


1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo

ai Corìnzi (1,1-9)

Dal Vangelo secondo Matteo (24,42-51) anno C.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché

non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.

Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale

ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe

scassinare la casa.

Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non

immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo

a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito?

Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così!

Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.

Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone

tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare

e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un

giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà

severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti:

là sarà pianto e stridore di denti».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Sin dal suo sorgere, il cristianesimo è sempre stato

caratterizzato da una forte componente escatologica.

Ciò significa che già i primi cristiani avevano capito che

Gesù li invitava a vivere pienamente il momento presente,

ma con lo sguardo rivolto verso le ultime realtà.

Da questo nasce la necessità, per ogni credente, di essere vigilante.

Se la nostra esperienza di fede si chiudesse nell’oggi della

storia, sarebbe ben misera cosa.

Essa invece ci spinge ad aprirci ad orizzonti più grandi,

che ci proiettano nell’eternità.

Allora, la vigilanza è un atteggiamento che dobbiamo coltivare

ed approfondire.

Ma cosa significa vigilare oggi?

Vuol dire non lasciarsi assorbire dalla mentalità del mondo,

per avere un cuore sempre puro e rivolto a Dio.

Quando coltiviamo queste caratteristiche nella nostra vita,

il nostro cuore resta sobrio ed in attesa.

E mentre rimaniamo in attesa, prepariamoci all’incontro

con la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti,

come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre

in tentazione ma liberaci dal male, amen.

Ave o Maria, pena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta

fra le donne e benedetto il seno del tuo figlio Gesù.

Santa Maria, madre di Dio prega per noi peccatori adesso

e nell’ora della nostra morte, amen.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo, com’era nel

principio ora e sempre nei secoli dei secoli, amen.

Buona giornata Fausto.