lunedì 29 febbraio 2016

Il Vangelo del Martedì 1 Marzo 2016

1° Lettura dal libro del profeta Daniele (3,25.34-43)
Dal Vangelo secondo Matteo (18,21-35) anno C.
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore,
se il mio fratello commette colpe contro di me, quante
volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma
fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle
regolare i conti con i suoi servi.
Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato
un tale che gli doveva diecimila talenti.
Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone
ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto
possedeva, e così saldasse il debito.
Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo:
“Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”.
Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò
andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni,
che gli doveva cento denari.
Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci
quello che devi!”.
Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo:
“Abbi pazienza con me e ti restituirò”.
Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a
che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto
dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto.
Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse:
“Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito
perché tu mi hai pregato.
Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così
come io ho avuto pietà di te?”.
Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché
non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non
perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Pietro credeva di aver fatto bella figura con Gesù,
esprimendo un numero che secondo lui era abbastanza
alto per concedere il perdono.
Ma Gesù, come al solito, lo spiazza; con un gioco di parole,
il Maestro gli fa comprendere la necessità di perdonare
praticamente sempre, senza limitazione.
Non è forse un pò eccessivo?
Non è che Gesù non si renda conto, nella concretezza
della vita, delle situazioni contingenti che ci sono e che
spesso rendono impossibile il vero perdono?
In realtà, Cristo Signore sa benissimo quello che ci chiede.
Egli vuole farci capire una grande realtà; non c’è cosa così
grande da non poter perdonare, visto che Dio ha perdonato
a noi per primi delle colpe davvero grandi?
E noi siamo indecisi se perdonare qualcuno che ci ha fatto
del male e ci chiede perdono?
Spero proprio di si; non è facile, ci riusciamo se ci
aiutiamo con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata Fausto.


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