domenica 31 gennaio 2016

Il Vangelo del Lunedì 1 Febbraio 2016

1° Lettura dal secondo libro di
Samuèle (15,13-14.30;16,5-13a)
Dal Vangelo secondo Marco (5,1-20) anno C.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra
riva del mare, nel paese dei Gerasèni.
Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro
un uomo posseduto da uno spirito impuro.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva
a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era
stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene
e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo.
Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti,
gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e,
urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù,
Figlio del Dio altissimo?
Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!».
Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!».
E gli domandò: «Qual è il tuo nome?».
«Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo
in molti».
E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse
fuori dal paese.
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci
al pascolo.
E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché
entriamo in essi».
Glielo permise.
E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci
e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa
duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia
nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che
cosa fosse accaduto.
Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito
e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione,
ed ebbero paura.
Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era
accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci.
Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato
lo supplicava di poter restare con lui.
Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa,
dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la
misericordia che ha avuto per te».
Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello
che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
I porci erano considerati animali impuri; quindi,
erano senza dubbio il posto migliore nel quale Gesù potesse
mandare la legione degli spiriti usciti da quell’uomo.
Ma evidentemente gli abitanti della regione non gradiscono
che qualcuno venga a eliminare i loro animali, anche se impuri.
Dunque, sembra quasi che essi preferiscano tenersi
l’indemoniato ed i porci, piuttosto che accettare il
cambiamento che Gesù viene a provocare nella loro vita
tranquilla ed apatica.
Fondamentalmente nemmeno noi amiamo i cambiamenti,
sebbene spesso affermiamo il contrario.
Soprattutto quando Dio viene a rovinare i nostri piani,
anche se i suoi sono molto più belli ed affascinanti, preferiamo
restare nelle nostre situazioni stagnanti e vecchie.
Perciò, facciamo nella nostra vita un bel cambiamento,
rinfreschiamo la nostra fede stagnante e vecchia, con la nuova
fede spumeggiante che ci insegna Gesù con la sua Parola,
aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


sabato 30 gennaio 2016

Il Vangelo di Domenica 31 Gennaio 2016

Il Vangelo della 4° Domenica del tempo Ordinario
1° Lettura dal libro del profeta Geremia (1,4-5.17-19)
2° Lettura dalla lettera di San Paolo apostolo
ai Corinzi (12,31-13,13)
Dal Vangelo secondo Luca (4,21-30) anno C.
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi
si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle
parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano:
«Non è costui il figlio di Giuseppe?».
Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo
proverbio: “Medico, cura te stesso.
Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo
anche qui, nella tua patria!”».
Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene
accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele
al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e
sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma
a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova
a Sarèpta di Sidòne.
C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo;
ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono
di sdegno.
Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero
fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città,
per gettarlo giù.
Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
L’esordio della predicazione di Gesù è assolutamente
fallimentare.
Si deve dire, in verità, che nemmeno Gesù fa nulla per
appianare le difficoltà; anzi, con un tono che non ammette
repliche, notiamo come si ripeta la storia di rifiuto e di
chiusura da parte del popolo eletto.
Ancora una volta, proprio come al tempo dei profeti,
saranno i pagani e coloro che erano apparentemente
lontani da Dio, ad accogliere le parole di vita di Gesù.
Egli, dunque, di fronte alla reazione violenta e scandalizzata
del popolo, che addirittura lo minaccia di morte,
se ne va dal paese.
Non sappiamo se egli vi sia ritornato ancora.
Possiamo essere certi però che essi ormai sono stati
abbandonati alla cecità ed alla durezza del cuore; contro
di essa nemmeno Gesù può fare nulla.
E il nostro cuore com’è?
È abbastanza morbido ed accogliente?
Riusciamo a riempirlo con la Parola del Signore;
se facciamo fatica, aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

venerdì 29 gennaio 2016

Il Vangelo del Sabato 30 Gennaio 2016

1° Lettura dal secondo libro di Samuèle (12,1-7a.10-17)
Dal Vangelo secondo Marco (4,35-41) anno C.
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse
ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva».
E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era,
nella barca.
C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si
rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena.
Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva.
Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non
t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!».
Il vento cessò e ci fu grande bonaccia.
Poi disse loro: «Perché avete paura?
Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un
l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento
e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Questo brano suscita in noi un interrogativo; come può
Gesù dormire mentre una barca rischia di affondare?
Era stanchezza?
Era una prova per vedere cosa avrebbero fatto i discepoli?
Non lo sappiamo.
Ma ciò che il testo dice chiaramente è che essi erano
terrorizzati alla prospettiva di annegare ed in quel momento
non stavano a pensare a niente altro se non come salvarsi la pelle.
Gesù, con una calma straordinaria, intima al vento ed
al mare con lo stesso verbo che egli utilizza per scacciare
i demoni, dopodiché provoca i discepoli con una domanda;
dov’è la loro fede? E la nostra?
Essi non avevano ancora sperimentato la forza della
risurrezione di Gesù; ma noi sì!
Dov’è allora la nostra fede nelle tempeste della nostra vita?
Sappiamo essere fiduciosi in Lui, quando siamo nella bufera?
Se facciamo tanta fatica, aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


giovedì 28 gennaio 2016

Il Vangelo del Venerdì 29 Gennaio 2016

1° Lettura dal secondo libro di Samuèle (11,1-4a.5-10a.13-17)
Dal Vangelo secondo Marco (4,26-34) anno C.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno
di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma
o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce.
Come, egli stesso non lo sa.
Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi
la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto
è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata
la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di
Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
È come un granello di senape che, quando viene seminato
sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul
terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più
grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che
gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro
la Parola, come potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi
discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Cos’è il regno di Dio?
Perché Gesù non lo spiega chiaramente, senza troppi
giri di parole?
In realtà, il regno non è una realtà da capire, quanto
piuttosto da vivere.
Esso cresce da solo, e l’unica cosa che dobbiamo fare è
non ostacolarne la crescita.
Per questo il Signore usa le parabole; esse ne spiegano
solo indirettamente la natura, perché poi ognuno di noi
possa, nella riflessione e nella preghiera, comprenderne
l’importanza per la propria vita.
Dunque, l’unico sforzo che dobbiamo fare è quello di
aprirci completamente a questo dono che aspetta da noi
il nostro assenso per poter porre radici nella nostra vita.
Come si fa a capire che il regno cresce dentro di noi?
Quando sentiamo il bisogno di aprirci agli altri e donarci
con semplicità, vuol dire che esso ha attecchito.
Apriamoci perciò, e lasciamo che il regno cresca dentro
di attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


mercoledì 27 gennaio 2016

Il Vangelo del Giovedì 28 Gennaio 2016

1° Lettura dal secondo libro di Samuèle (7,18-19.24-29)
Dal Vangelo secondo Marco (4,21-25) anno C.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la
lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto?
O non invece per essere messa sul candelabro?
Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere
manifestato e nulla di nascosto che non debba essere
messo in luce.
Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate.
Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi;
anzi, vi sarà dato di più.
Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto
anche quello che ha».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Dal modo in cui ascoltiamo dipende la nostra salvezza.
Infatti, Gesù tiene ad avvisarci del fatto che l’ingresso
nel suo Regno ci sarà concesso o negato a seconda di
quanto e di come avremo ascoltato la sua parola.
Infatti, dall’ascolto viene la fede, e da essa l’obbedienza gioiosa.
Certo, guardando a come certi cristiani ascoltano la
parola della Scrittura durante la Messa o le liturgie,
si viene presi dallo sconforto; c’è sempre un telefonino
a cui rispondere, o una persona da salutare appena
entra in chiesa, o una distrazione da accogliere se siamo
a tiro di sguardo del parroco…!
Quando cominceremo a prendere sul serio questo
ammonimento di Gesù?
Egli vuole farci sapere che non sarà lui a giudicarci,
ma la nostra stessa coscienza.
Abbiamo la fortuna di poter ascoltare la Parola del Signore,
cerchiamo di farne dono, sarà quella che ci porterà
alla grazia di Dio.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 26 gennaio 2016

Il Vangelo del Mercoledì 27 Gennaio 2016

1° Lettura dal secondo libro di Samuèle (7,4-17)
Dal Vangelo secondo Marco (4,1-20) anno C.
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare
lungo il mare.
Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli,
salito su una barca, si mise a sedere stando in mare,
mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel
suo insegnamento: «Ascoltate.
Ecco, il seminatore uscì a seminare.
Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero
gli uccelli e la mangiarono.
Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era
molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era
profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non
avendo radici, seccò.
Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la
soffocarono e non diede frutto.
Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto:
spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta,
il cento per uno».
E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui
insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole.
Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno
di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in
parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino,
sì, ma non comprendano, perché non si convertano e
venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete
comprendere tutte le parabole?
Il seminatore semina la Parola.
Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata
la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana
e porta via la Parola seminata in loro.
Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che,
quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia,
ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi,
al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione
a causa della Parola, subito vengono meno.
Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che
hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le
preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza
e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane
senza frutto.
Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono
coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto:
il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
L’entusiasmo è certamente una bella cosa, e spesso anche
un’ottima motivazione per compiere grandi cose.
Purtroppo però, esso non ha lunga durata, e scompare
come neve al sole.
Siccome Gesù conosce bene il cuore dell’uomo, narra
questa parabola, che è davvero un capolavoro; Gesù
propone di riflettere sul destino del seme gettato in
abbondanza dal seminatore ma che conosce alterne vicende.
C’è posto per tutti i tipi di terreno, ed ognuno degli ascoltatori
del Cristo può facilmente riconoscersi in uno di essi.
Qui sta il bello; Gesù non obbliga nessuno a seguirlo o
a fargli spazio nella sua vita; ma gli atteggiamenti che
egli descrive in questo brano sono facilmente riconoscibili
anche nella nostra vita quotidiana.
Il seme che il Signore getta nel nostro cuore, lo trova
pronto a riceverlo?
E dopo averlo ricevuto, siamo in grado di fargli un po di
spazio perché ci guidi nel nostro cammino?
Se facciamo tanta fatica, aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


lunedì 25 gennaio 2016

Il Vangelo del Martedì 26 Gennaio 2016

1° Lettura dalla seconda lettera di san Paolo
apostolo a Timòteo (1,1-8)
Dal Vangelo secondo Luca (10,1-9) anno C.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li
inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove
stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi
gli operai!
Pregate dunque il signore della messe, perché mandi
operai nella sua messe!
Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi
a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”.
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su
di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello
che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa.
Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate
quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano,
e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
All’inizio del cammino verso Gerusalemme, Gesù invia
i discepoli nelle città in cui sta per recarsi, in modo da
preparare la gente all’incontro con Lui.
E li inviò a due a due.
Bello questo fatto; perché li mandò a due a due?
Perché la loro prima predicazione fosse l’amore
vicendevole a sostenerli.
L’amore, infatti, è la forza dei discepoli di ieri e di oggi, ma è
anche la forza della famiglia, erede dell’apostolato famigliare.
E l’amore del Signore vince “i lupi”, di questo mondo corrotto.
I discepoli, dice il Signore, non debbono portare nulla
con sé, se non la fede, il Vangelo e l’amore del Signore.
Con questo bagaglio, possiamo percorrere ancora oggi le
vie del mondo, testimoniando colui che ci ha mandati.
Coraggio allora, senza paura, testimoniamo l’amore del
Signore, attraverso la sua parola, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 24 gennaio 2016

Il Vangelo del Lunedì 25 Gennaio 2016

Conversione di San Paolo.
1° Lettura dagli Atti degli Apostoli (22,3-16)
Dal Vangelo secondo Marco (16,15-18) anno C.
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo
a ogni creatura.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non
crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli
che credono: nel mio nome scacceranno demòni,
parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti
e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno;
imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Nell’annuncio del Vangelo ai pagani, san Paolo aveva
sperimentato la potenza della parola guaritrice e liberatrice
di Gesù; ma il segno più grande che egli portava era
sicuramente se stesso; egli, pur essendo uno dei più
accaniti della sua religione, ammetterà che dopo aver
conosciuto il Signore non è più tornato indietro e non ha
più abbandonato quel Maestro che solo poco tempo prima
egli aveva perseguitato.
Dunque la parola di guarigione e di liberazione di Gesù che
egli portava ai popoli era da lui sperimentata in prima persona.
Quando ci fidiamo fino in fondo della parola del Vangelo
e abbiamo il coraggio di metterla in pratica senza preoccuparci
delle conseguenze, ecco che man mano ne sperimentiamo
anche noi, come Paolo, la potenza liberatrice,
se ci aiutiamo con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.