martedì 30 giugno 2015

Il Vangelo del Mercoledì 1 Luglio 2015

1° Lettura dal libro della Gènesi (21,5.8-20).
Dal Vangelo secondo Matteo (8,28-34) anno B
In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese
dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri,
gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno
poteva passare per quella strada.
Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio?
Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».
A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria
di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo:
«Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci».
Egli disse loro: «Andate!».
Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta
la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e
morirono nelle acque.
I mandriani allora fuggirono e, entrati in città,
raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati.
Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro,
lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Anche nelle situazioni che sembrano ingiuste e nelle
quali sembra che i più deboli abbiano la peggio, Dio
scrive una storia di salvezza e di speranza.
Dio si ricorda di noi ed agisce proprio quando sembra
non ci sia più nulla da fare.
Dunque, anche nel deserto più arido, il Signore può far
sgorgare la vita e può aprire una strada nuova.
Tutto sta ad ascoltare la voce degli angeli che Dio ci manda
ogni giorno per spronarci alla fede ed alla confidenza in Lui.
Quante volte le nostre strade attraversano deserti aridi
e deprimenti?
E quante volte, inaspettatamente, troviamo le fonti d’acqua
che ci permettono di andare avanti nel nostro cammino?
Nella vita purtroppo ci sono anche le tentazioni, ma non
dobbiamo aver paura, anche Gesù le ha avute, ma le
ha vinte per noi.
I demòni dicono a Gesù di essere venuto prima del tempo
a tormentarli; questa frase è interessante e merita la
nostra attenzione.
Il tempo in cui avviene la vera liberazione dell’uomo è
quello in cui Gesù, per amore di tutti noi, dona la sua vita
nel mistero pasquale della sua passione, morte e risurrezione.
Dunque, tutti i miracoli da Lui compiuti hanno un significato
che va ben oltre la semplice guarigione o liberazione; essi
sono come un’anticipazione di una liberazione di tutta
l’umanità dal dominio del peccato e del maligno.
Dunque i due demòni dicono la verità; essi comprendono
che la presenza di Gesù rappresenta l’inizio della loro fine,
per cui presto essi dovranno sciogliere le catene del peccato
con cui tenevano prigionieri gli uomini.
Perciò, niente paura, ma solo fiducia nel Signore
aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.




domenica 21 giugno 2015

Il Vangelo del Lunedì 22 Giugno 2015

1° Lettura dal libro della Gènesi (12,1-9)
Dal Vangelo secondo Matteo (7,1-5) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Non giudicate, per non essere giudicati;
perché con il giudizio con il quale giudicate
sarete giudicati voi e con la misura con la
quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio
del tuo fratello, e non ti accorgi della trave
che è nel tuo occhio?
O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga
la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo
occhio c’è la trave?
Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e
allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza
dall’occhio del tuo fratello”.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Quando ci avviciniamo alla fede, magari dopo un
periodo di degrado spirituale, possiamo vivere
delle esperienze del tutto particolari.
In effetti, non veniamo sempre chiamati da Dio
quando siamo nel pieno dell’efficienza fisica e
spirituale, ma quando non siamo in grado di riuscire
a camminare per la stanchezza.
Ci chiama quando è umanamente una follia muoversi,
lasciando magari il certo per l’ignoto, la sicurezza per
l’incertezza di un cammino pieno di insidie, dove è
possibile anche perdersi, ma la chiamata di Dio è
perentoria, bisogna però avere veramente cieca fiducia
in Lui, senza ipocrisia.
L’ipocrisia è un difetto molto pericoloso, in quanto sa
travestirsi in tante motivazioni e comportamenti di
facciata, ma che nascondono il marcio.
Gesù fa notare, nell’esempio che propone ai suoi
ascoltatori, il fatto che chi fa l’osservazione all’altro
sembra animato da nobili motivazioni.
In realtà egli è cieco e incapace di vedere la verità, per
cui non fa altro che ferire ancora di più; il dramma
dell’ipocrita è proprio questo.
Dunque è necessario, prima di procedere nella correzione
fraterna, compiere un’attenta analisi interiore di cosa ci
spinge ad intervenire sul comportamento dei nostri fratelli;
noi che siamo così zelanti nella correzione altrui, come
reagiamo quando siamo oggetto di quest’attenzione
da parte degli altri?
Ecco appunto, guardiamo prima nei nostri occhi se sono
limpidi, ma soprattutto, prima di aprire bocca, preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.



sabato 20 giugno 2015

Il Vangelo di Domenica 21 Giugno 2015

Il Vangelo della 12° Domenica del Tempo Ordinario
1° Lettura dal libro di Giobbe (38,1.8-11)
2° Lettura dalla seconda lettera di san Paolo apostolo
ai Corìnzi (5,14-17)
Dal Vangelo secondo Marco (4,35-41) anno B.
In quel tempo, venuta la sera, Gesù disse ai suoi
discepoli: «Passiamo all’altra riva».
E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era,
nella barca.
C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si
rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena.
Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva.
Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non
t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare:
«Taci, calmati!». Il vento cessò e ci
fu grande bonaccia.
Poi disse loro: «Perché avete paura?
Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano
l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il
vento e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
A volte pensiamo che gli apostoli e coloro che hanno
avuto la possibilità di avvicinare, anche solo per un
momento, Gesù, hanno ricevuto una grande grazia.
Eppure, non sempre è stato così; per molti stare vicino
a Lui non ha significato assolutamente nulla, e addirittura
uno di coloro i quali gli sono stati più vicini lo ha anche tradito.
Quindi, vedere Gesù non è la cosa essenziale.
Conoscere Cristo è un processo di identificazione profonda
con Lui che non passa più ormai per il contatto fisico.
È il suo amore che ci spinge a vivere e a donare lo stesso
amore che noi per primi abbiamo ricevuto da Lui.
Quando facciamo questo, sentiamo la sua presenza
continuamente al nostro fianco, e non abbiamo bisogno
di vederlo fisicamente.
Ma la voce di Dio che aveva tuonato sul caos primordiale
chiamando all’ordine ed all’esistenza tutte le cose, risuona
ancora una volta attraverso la voce di Gesù, che dimostra
di avere la stessa autorità divina di comandare al mare;
Gesù usa la stessa parola che utilizza per scacciare i demòni.
Secondo la mentalità biblica in effetti, il mare era il simbolo
delle forze oscure del male e di ciò che si oppone all’ordine
di Dio nella creazione.
Ma notiamo una cosa; è più facile per Gesù comandare al
mare ed ottenere obbedienza da lui, che far crescere nel cuore
dei discepoli la fede.
Mentre gli elementi gli obbediscono ciecamente, i discepoli
non riescono ancora a fare quel salto di qualità che permette
loro di capire che Gesù è il Figlio di Dio.
E noi, siamo riusciti a fare il salto di qualità e capire chi è Gesù?
Io me lo sono chiesto, ma ho fatto tanta fatica a darmi una
risposta, ci sono riuscito però, con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


lunedì 15 giugno 2015

Il Vangelo del Martedì 16 Giugno 2015

1° Lettura dalla seconda lettera di San Paolo
ai Corìnzi (8,1-9)
Dal Vangelo secondo Matteo (5,43-48) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo
prossimo e odierai il tuo nemico.
Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per
quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del
Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo
sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti
e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale
ricompensa ne avete?
Non fanno così anche i pubblicani?
E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli,
che cosa fate di straordinario?
Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto
il Padre vostro celeste”.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
La generosità e la beneficenza, la capacità di
condividere ciò che si ha, per un cristiano, non è
mai solo effetto di un sentimento o di amore generico.
Esso è piuttosto il risultato di un’imitazione precisa;
il cristiano, quando fa parte del suo a coloro che sono
nel bisogno, in realtà fa esattamente ciò che ha fatto
anzitutto Gesù, il quale era l’unico vero ricco e ha
compiuto l’unica vera opera di beneficienza della storia,
venendo a stare in mezzo a noi per arricchirci con
la sua povertà.
Per questo motivo condividere non è tanto un fatto di
virtù o di scelta, quanto di necessità; siamo davvero
cristiani quando, ad imitazione di Lui, siamo in grado
di farci poveri con chi è nel bisogno, donando noi stessi
a lui prima delle nostre cose.
E l’invito che Gesù rivolge a ciascuno di noi per mezzo
di queste parole non lasciano nessun dubbio; per essere
come il Signore ci vuole, dobbiamo essere perfetti come
il Padre che è nel cielo.
Il segreto sta nel guardare al modo in cui Dio ci ama;
Egli fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi.
È un modo per dire che Dio dona il suo amore a tutti,
senza aspettarsi il contraccambio e senza fare preferenze;
per fare ciò è necessario entrare in una logica completamente
diversa da quella a cui siamo abituati.
Di fronte a questa parola di Gesù, anche noi scopriamo
la nostra incapacità e il nostro limite nell’amore; chiediamo
a Dio che ci dia il suo cuore perché la nostra capacità di
amare non conosca limiti e non si fermi di fronte a nessuno,
aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.




domenica 14 giugno 2015

Il Vangelo del Lunedì 15 Giugno 2015

1° Lettura dalla seconda lettera di San Paolo
ai Corìnzi (6,1-10)
Dal Vangelo secondo Matteo (5,38-42) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete
inteso che fu detto: ‘Occhio per occhio’ e ‘dente
per dente’.
Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi,
se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu
pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale
e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un
miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito
non voltare le spalle”.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Il Signore ci chiede di essere missionari e
testimoni del Vangelo.
Essere portatori della Parola di vita significa
essere votati all’apparente fallimento, a contrasti
ed incomprensioni continue, addirittura al rischio
della stessa vita.
Eppure, questo ci serve per capire che non siamo noi,
con la nostra bravura, a determinare l’effetto della
Parola di Dio, ma la sua potenza, cosicchè nessuno
può vantarsi del merito, se non Dio solo.
L’unica cosa che dobbiamo offrire a Dio è la nostra
disponibilità e la nostra coerenza, perché Egli sappia
fare di noi dei veri apostoli.
Accogliamo noi per primi la grazia di Dio e della sua
presenza, perché così possiamo saperla trasmettere
agli altri, con la nostra testimonianza.
Come fece Gesù, nei suoi tre anni di vita pubblica.
Le esigenze della logica evangelica, a prima vista,
possono sembrare completamente differenti rispetto
 quello che noi chiamiamo generalmente buon senso.
Ora, se in molte situazioni l’equilibrio e la prudenza sono
dovute, d’altro canto esse non devono spegnere
l’originalità del messaggio di Gesù.
Questo vuol dire che il cristiano deve sottostare alle
ingiustizie e chiudere gli occhi di fronte alla cattiveria?
Gesù desidera che il cristiano assuma un modo di
comportarsi completamente diverso; di fronte all’ingiustizia
e al sopruso, egli deve saper brillare per sconfiggere la
cattiveria con la forza inerme dell’amore.
L’amore vince sempre, anche se passa attraverso strade
differenti rispetto ad ogni logica umana; è quella la vera
vittoria, perciò, alimentiamola con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.



sabato 13 giugno 2015

Il Vangelo di Domenica 14 Giugno 2015

Il Vangelo dell’11° Domenica del Tempo Ordinario
1° Lettura dal libro del profeta Ezechièle (17,22-24)
2° Lettura dalla seconda lettera di san Paolo apostolo
ai Corìnzi (5,6-10)
Dal Vangelo secondo Marco (4,26-34) anno B.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il
regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul
terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme
germoglia e cresce.
Come, egli stesso non lo sa.
Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo,
poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando
il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché
è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno
di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
È come un granello di senape che, quando viene seminato
sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul
terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa
più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così
grandi che gli uccelli del cielo possono fare il
nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava
loro la Parola, come potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi
discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
A volte ci sembra che tutto sia irrimediabilmente
perduto per sempre.
Invece Dio, con il suo amore, prende anche un
nostro piccolo sussurro di richiesta di aiuto,
magari accompagnato con una stentata preghiera,
all’inizio non è niente, ma piano piano crescerà e
diventerà una preghiera continua e maestosa.
Niente è perduto e, da una balbettante preghiera,
Dio farà sorgere una grande Chiesa.
E dai nostri umili inizi, con l’aiuto della comunità e
dalle parole del Vangelo, essa si estenderà all’umanità
intera, anche alla più lontana.
Ed anche noi, come Paolo, certi di trovarci fin d’ora
in una relazione di amore con Dio, cerchiamo di essergli
fedeli, ed anche se ancora nell’oscurità, ma con la luce
della fede, manifestiamo la nostra assoluta fiducia in Dio.
Solo così avremo la certezza di ritornare a vedere la vera
luce, per poter essere in cammino verso il raggiungimento
della vita vera per essere confortati dal Signore.
Non siamo da soli in difficoltà; Gesù ha annunciato di
essere venuto a stabilire il regno di Dio sulla terra.
Ma finora non si vede niente, se non un trascurabile gruppo
di discepoli, senza istruzione né influenza, e già si leva
l’opposizione del potere religioso.
Allora, per confortarli, Gesù racconta due parabole; quelle
del grano di frumento e del grano di senapa, che germogliano
e crescono anche quando nessuno se ne prende cura.
Una volta affidata alla terra la semente, il contadino aspetta.
Tutto sembra fermo e inattivo, ma il chicco non si ferma e
continua a germogliare e a crescere.
Qualche volta capita anche a noi di condividere l’inquietudine
dei primi discepoli.
Ci sembra che l’opera della Chiesa sia inefficiente e che
il regno di Dio non progredisca per niente.
Liberiamoci da ogni paura.
Restiamo calmi e fiduciosi.
C’è Dio con noi.
La parabola della semente che ci mette del tempo per
germogliare e per produrre la messe è un invito alla
pazienza nell’opera di Dio, sia che si tratti della Chiesa
che di noi stessi.
Ed allora, con calma, senza fretta, attendiamo
fiduciosi e preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.