venerdì 17 gennaio 2025

Il Vangelo del Sabato 18 Gennaio 2025

 

Della 1° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Margherita d’Ungheria, vergine.

Prima Lettura.

Accostiamoci con fiducia piena

al trono della grazia.

Dalla lettera agli Ebrei (4,12-16)

Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace

e più tagliente di ogni spada a doppio

taglio; essa penetra fino al punto di

divisione dell'anima e dello spirito,

fino alle giunture e alle midolla,

e discerne i sentimenti e i pensieri

del cuore.

Non vi è creatura che possa nascondersi

davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto

agli occhi di colui al quale noi dobbiamo

rendere conto.

Dunque, poiché abbiamo un sommo

sacerdote grande, che è passato attraverso

i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo

ferma la professione della fede.

Infatti non abbiamo un sommo sacerdote

che non sappia prendere parte alle nostre

debolezze: egli stesso è stato messo alla

prova in ogni cosa come noi, escluso

il peccato.

Accostiamoci dunque con piena fiducia

al trono della grazia per ricevere

misericordia e trovare grazia, così da

essere aiutati al momento opportuno.

Parola di Dio.

Vangelo.

Non sono venuto a chiamare

i giusti, ma i peccatori.

Dal Vangelo secondo

Marco (2,13-17) anno dispari.

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo

il mare; tutta la folla veniva a lui ed

egli insegnava loro.

Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo,

seduto al banco delle imposte, e gli

disse: «Seguimi».

Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre stava a tavola in casa di lui, anche

molti pubblicani e peccatori erano a tavola

con Gesù e i suoi discepoli; erano molti

infatti quelli che lo seguivano.

Allora gli scribi dei farisei, vedendolo

mangiare con i peccatori e i pubblicani,

dicevano ai suoi discepoli: «Perché

mangia e beve insieme ai pubblicani

e ai peccatori?».

Udito questo, Gesù disse loro: «Non

sono i sani che hanno bisogno del

medico, ma i malati; io non sono

venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Fa impressione leggere la conversione

di Levi il pubblicano.

Fa impressione leggere il racconto nel

suo Vangelo, ovvio, ma anche sentirselo

raccontare da Marco.

Ed emerge chiaramente che la chiamata

di Matteo destò grandissimo scalpore,

per quella risposta birichina e libera,

profonda e destabilizzante che il Signore

Gesù diede ai benpensanti di allora e di

oggi; non sono i sani ad avere bisogno

del medico, ma gli ammalati.

Verità sconcertante e che, pure,

fatichiamo ad accettare in tutte le

sue conseguenze.

Pensiamo: “Va bene, ma che si sbrighino

a guarire!” o, peggio, nelle comunità,

nascondiamo i nostri malanni spirituali

o storciamo il naso quando vediamo

qualche fratello che ancora deve capire

e cambiare delle cose che non vanno.

Se capissimo cos’è la misericordia!

Se osassimo amare e perdonare

senza condizioni!

Se imitassimo, infine, il Maestro!

La Chiesa è una comunità di perdonati,

non di giusti, di figli, non di perfetti!

Se davvero osassimo il Vangelo nelle

nostre relazioni, mettendo al centro

la tenerezza di Dio!

Paolo, il grande convertito, fu talmente

segnato dall’esperienza della tenerezza

da diventarne lo strenuo difensore, nella

sua tribolata vita di apostolato.

Chi ci separerà dall’amore di Cristo?

Nulla; Egli ancora ci raggiunge e ci

chiama a seguirlo attraverso l’aiuto

della preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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