Della 1° settimana del Tempo Ordinario.
Santa Margherita d’Ungheria, vergine.
Prima Lettura.
Accostiamoci con fiducia piena
al trono della grazia.
Dalla lettera agli Ebrei (4,12-16)
Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace
e più tagliente di ogni spada a doppio
taglio; essa penetra fino al punto di
divisione dell'anima e dello spirito,
fino alle giunture e alle midolla,
e discerne i sentimenti e i pensieri
del cuore.
Non vi è creatura che possa nascondersi
davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto
agli occhi di colui al quale noi dobbiamo
rendere conto.
Dunque, poiché abbiamo un sommo
sacerdote grande, che è passato attraverso
i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo
ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote
che non sappia prendere parte alle nostre
debolezze: egli stesso è stato messo alla
prova in ogni cosa come noi, escluso
il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia
al trono della grazia per ricevere
misericordia e trovare grazia, così da
essere aiutati al momento opportuno.
Parola di Dio.
Vangelo.
Non sono venuto a chiamare
i giusti, ma i peccatori.
Dal Vangelo secondo
Marco (2,13-17) anno dispari.
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo
il mare; tutta la folla veniva a lui ed
egli insegnava loro.
Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo,
seduto al banco delle imposte, e gli
disse: «Seguimi».
Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche
molti pubblicani e peccatori erano a tavola
con Gesù e i suoi discepoli; erano molti
infatti quelli che lo seguivano.
Allora gli scribi dei farisei, vedendolo
mangiare con i peccatori e i pubblicani,
dicevano ai suoi discepoli: «Perché
mangia e beve insieme ai pubblicani
e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non
sono i sani che hanno bisogno del
medico, ma i malati; io non sono
venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Fa
impressione leggere la conversione
di
Levi il pubblicano.
Fa
impressione leggere il racconto nel
suo
Vangelo, ovvio, ma anche sentirselo
raccontare
da Marco.
Ed
emerge chiaramente che la chiamata
di
Matteo destò grandissimo scalpore,
per
quella risposta birichina e libera,
profonda
e destabilizzante che il Signore
Gesù
diede ai benpensanti di allora e di
oggi;
non sono i sani ad avere bisogno
del
medico, ma gli ammalati.
Verità
sconcertante e che, pure,
fatichiamo
ad accettare in tutte le
sue
conseguenze.
Pensiamo:
“Va bene, ma che si sbrighino
a
guarire!” o, peggio, nelle comunità,
nascondiamo
i nostri malanni spirituali
o
storciamo il naso quando vediamo
qualche
fratello che ancora deve capire
e
cambiare delle cose che non vanno.
Se
capissimo cos’è la misericordia!
Se
osassimo amare e perdonare
senza
condizioni!
Se
imitassimo, infine, il Maestro!
La
Chiesa è una comunità di perdonati,
non
di giusti, di figli, non di perfetti!
Se
davvero osassimo il Vangelo nelle
nostre
relazioni, mettendo al centro
la
tenerezza di Dio!
Paolo,
il grande convertito, fu talmente
segnato
dall’esperienza della tenerezza
da
diventarne lo strenuo difensore, nella
sua
tribolata vita di apostolato.
Chi
ci separerà dall’amore di Cristo?
Nulla;
Egli ancora ci raggiunge e ci
chiama
a seguirlo attraverso l’aiuto
della
preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti come anche
noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e
sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.
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