Della 3° settimana del Tempo Ordinario.
Santa Martina, Martire.
Prima Lettura.
Nella pienezza della fede, manteniamo
senza vacillare la professione della
nostra speranza per stimolarci a
vicenda nella carità.
Dalla lettera agli Ebrei (10,19-25)
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà
di entrare nel santuario per mezzo del
sangue di Gesù, via nuova e vivente
che egli ha inaugurato per noi attraverso
il velo, cioè la sua carne, e poiché
abbiamo un sacerdote grande nella
casa di Dio, accostiamoci con cuore
sincero, nella pienezza della fede,
con i cuori purificati da ogni cattiva
coscienza e il corpo lavato con acqua pura.
Manteniamo senza vacillare la professione
della nostra speranza, perché è degno
di fede colui che ha promesso.
Prestiamo attenzione gli uni agli altri,
per stimolarci a vicenda nella carità
e nelle opere buone.
Non disertiamo le nostre riunioni,
come alcuni hanno l’abitudine di fare,
ma esortiamoci a vicenda, tanto più che
vedete avvicinarsi il giorno del Signore.
Parola di Dio.
Vangelo.
La lampada viene per essere messa sul
candelabro. Con la misura con la quale
misurate sarà misurato a voi.
Dal Vangelo secondo
Marco (4,21-25) anno dispari.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]:
«Viene forse la lampada per essere
messa sotto il moggio o sotto il letto?
O non invece per essere messa
sul candelabro?
Non vi è infatti nulla di segreto che non
debba essere manifestato e nulla di
nascosto che non debba essere
messo in luce.
Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello
che ascoltate.
Con la misura con la quale misurate
sarà misurato a voi; anzi, vi sarà
dato di più.
Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non
ha, sarà tolto anche quello che ha».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
La
lampada brilla, è nata per fare luce.
È
sciocco nasconderla, metterla sotto
uno
sgabello, deve stare in alto, portare
luce
a chi è nella stanza.
Spesso,
invece, la flebile fiammella della
nostra
fede è abbandonata in uno
sgabuzzino
della nostra vita, e la tiriamo
fuori
solo nelle feste comandate.
Ci
vergogniamo della nostra fede, a volte
perché
non sappiamo difenderla, più
spesso
perché abbiamo paura di
sfigurare
davanti alla modernità.
Per
poter illuminare la nostra vita e
quella
degli altri, ci dobbiamo porre non
come
arroganti detentori della verità, ma
come
persone che sanno ascoltare senza
pregiudizio,
con una misura generosa,
con
misericordia.
Nella
mia esperienza ho incontrato più
anticlericali
che atei, persone che hanno
avuto
un brutto incontro con noi cristiani.
Animo,
amici, non c’è nulla di nascosto
che
non debba venire alla luce; lasciamo
che
sia il Signore a illuminare la nostra
vita
e, attraverso di noi, la vita di coloro
che
oggi incontreremo e che, attraverso
il
nostro ascolto, la nostra assenza di
giudizio,
la nostra affabilità e simpatia,
accompagnati
dalla preghiera, potranno
ricevere
la luce ed sorriso del
maestro
Gesù.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti come anche
noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e
sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.
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