martedì 24 dicembre 2024

Il Vangelo di Martedì nella notte 24 Dicembre 2024

 

Messa nella Notte;

Nasce Gesù in una mangiatoia.

Prima Lettura.

Il Signore troverà in te la sua delizia.

Dal libro del profeta Isaìa (62,1-5)

Per amore di Sion non tacerò, per amore

di Gerusalemme non mi concederò

riposo, finché non sorga come aurora

la sua giustizia e la sua salvezza non

risplenda come lampada.

Allora le genti vedranno la tua giustizia,

tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con

un nome nuovo, che la bocca del

Signore indicherà.

Sarai una magnifica corona nella mano

del Signore, un diadema regale nella

palma del tuo Dio.

Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,

né la tua terra sarà più detta Devastata,

ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra

Sposata, perché il Signore troverà in te la

sua delizia e la tua terra avrà uno sposo.

Sì, come un giovane sposa una vergine,

così ti sposeranno i tuoi figli; come

gioisce lo sposo per la sposa, così il

tuo Dio gioirà per te.

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 88 (89)

Ripetiamo. Canterò per sempre

l'amore del Signore.

 

Canterò in eterno l’amore del Signore,

di generazione in generazione

farò conoscere con la mia bocca la

tua fedeltà, perché ho detto: «È un

amore edificato per sempre; nel

cielo rendi stabile la tua fedeltà». R.

 

Beato il popolo che ti sa acclamare:

camminerà, Signore, alla luce del tuo

volto; esulta tutto il giorno nel tuo

nome, si esalta nella tua giustizia. R.

 

«Egli mi invocherà: "Tu sei mio padre,

mio Dio e roccia della mia salvezza".

Gli conserverò sempre il mio amore,

la mia alleanza gli sarà fedele». R.

 

Seconda Lettura

Testimonianza di Paolo

a Cristo, figlio di Davide.

Dagli Atti degli Apostoli (13,16-17.22-25)

Paolo, [giunto ad Antiòchia di Pisìdia,

nella sinagoga,] si alzò e, fatto cenno

con la mano, disse: «Uomini d’Israele

e voi timorati di Dio, ascoltate.

Il Dio di questo popolo d’Israele scelse

i nostri padri e rialzò il popolo durante

il suo esilio in terra d’Egitto, e con

braccio potente li condusse via di là.

Poi suscitò per loro Davide come re,

al quale rese questa testimonianza: “Ho

trovato Davide, figlio di Iesse, uomo

secondo il mio cuore; egli adempirà

tutti i miei voleri”.

Dalla discendenza di lui, secondo la

promessa, Dio inviò, come salvatore

per Israele, Gesù.

Giovanni aveva preparato la sua venuta

predicando un battesimo di conversione

a tutto il popolo d’Israele.

Diceva Giovanni sul finire della sua

missione: “Io non sono quello che

voi pensate!

Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale

io non sono degno di slacciare i sandali”».

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Domani sarà distrutto il peccato

della terra e regnerà su di noi

il Salvatore del mondo.

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Genealogia di Gesù Cristo,

figlio di Davide.

Dal Vangelo secondo

Matteo (1,1-25) anno dispari

Genealogia di Gesù Cristo figlio

di Davide, figlio di Abramo.

Abramo generò Isacco, Isacco generò

Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i

suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara

da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom

generò Aram, Aram generò Aminadàb,

Aminadàb generò Naassòn, Naassòn

generò Salmon, Salmon generò Booz

da Racab, Booz generò Obed da Rut,

Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.

Davide generò Salomone da quella che

era stata la moglie di Urìa, Salomone

generò Roboamo, Roboamo generò

Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò

Giòsafat, Giòsafat generò Ioram,

Ioram generò Ozìa, Ozìa generò

Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz

generò Ezechìa, Ezechìa generò

Manasse, Manasse generò Amos,

Amos generò Giosìa, Giosìa generò

Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della

deportazione in Babilonia.

Dopo la deportazione in Babilonia,

Ieconìa generò Salatièl, Salatièl

generò Zorobabele, Zorobabele

generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm,

Eliachìm generò Azor, Azor generò

Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim

generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar,

Eleàzar generò Mattan, Mattan generò

Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe,

lo sposo di Maria, dalla quale è nato

Gesù, chiamato Cristo.

In tal modo, tutte le generazioni da

Abramo a Davide sono quattordici,

da Davide fino alla deportazione in

Babilonia quattordici, dalla deportazione

in Babilonia a Cristo quattordici.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre

Maria, essendo promessa sposa di

Giuseppe, prima che andassero a

vivere insieme si trovò incinta per

opera dello Spirito Santo. Giuseppe

suo sposo, poiché era uomo giusto e

non voleva accusarla pubblicamente,

pensò di ripudiarla in segreto.

Mentre però stava considerando queste

cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo

del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio

di Davide, non temere di prendere con

te Maria, tua sposa.

Infatti il bambino che è generato in lei

viene dallo Spirito Santo; ella darà alla

luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù:

egli infatti salverà il suo popolo dai

suoi peccati».

Tutto questo è avvenuto perché si

compisse ciò che era stato detto dal

Signore per mezzo del profeta: «Ecco,

la vergine concepirà e darà alla luce un

figlio: a lui sarà dato il nome di

Emmanuele», che significa «Dio con noi».

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece

come gli aveva ordinato l’angelo del

Signore e prese con sé la sua sposa;

senza che egli la conoscesse, ella diede

alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Eccolo qui, Dio.

Non è proprio come ce lo aspettavamo.

Anche se un pò ci siamo abituati dopo

più di duemila anni di celebrazioni

e di canti natalizi.

E se abbiamo avuto il coraggio e la forza

di fare un pò di Avvento, forse alla fine

ci tocca anche il cuore e guardare

quell’adolescente che stringe forte al

petto il suo primogenito.

È nato, nella storia, in quel piccolo

borgo di Giudea, a Betlemme.

È davvero accaduto, ha lasciato una traccia.

E questa notte ricordiamo almeno nel

nostro cuore, quella nascita che è stata

l’inizio di un tempo di salvezza, e tornerà,

questo crediamo noi discepoli, nella

pienezza del tempo a dare senso

a questo tempo.

Ma ora viene in ciascuno di noi, rinasce

e ci fa rinascere.

Se abbiamo il coraggio di accoglierlo.

Certo il clima non aiuta; gli ultimi

scandali nella nostra Italia, che ha spento

per molti l’ultima speranza di uscire

fuori da questa crisi di valori e di umanità

e da queste torbide guerre che si stanno

consumando, che mettono i brividi, ma

che farà arricchire molti loschi

personaggi affaristi e, invece, farà

impoverire tante famiglie che sono

nel dolore e nella disperazione.

Per quanti che a Natale dovranno fare

i conti con la mancanza di un posto di

lavoro, per colpa di scelte sbagliate

dei sindacalisti, e di multinazionali

che possono fare il bello e cattivo

tempo sulle spalle dei lavoratori.

Che Natale è un Natale così con tante

restrizioni, con la scusa di scelte

sbagliate dall’Unione Europea!

Non ditelo a Maria e Giuseppe.

Giuseppe deve lasciare la bottega per

il capriccio di un Imperatore-sempre chi

ci governa ha dei capricci nella testa-che

vuole contare i propri sudditi e farsi

un viaggio di tre giorni portandosi

appresso la sua giovane sposa

pronta a partorire.

Maria ha ancora nel cuore quel

pomeriggio in cui ha pensato di

incontrare un angelo.

E quel ventre teso e rigonfio è lì a dire

che l’inaudito di Dio è avvenuto.

Ma di angeli, ora, nemmeno l’ombra.

I pastori si apprestano ad affrontare

l’ennesima notte di freddo, all’addiaccio,

rimuginando sulla loro inutile vita

fatta di sacrifici e di disprezzo.

Un gruppo di maghi persiani stanno

dirigendosi verso Gerusalemme; vogliono

capire se i loro complessi calcoli astrali

hanno visto giusto, e rendere omaggio

al re dei Giudei.

Simeone, anziano, si appresta a salire

al Tempio.

Gli anni sono passati, ha visto molte

cose, ma la salvezza no.

E la sensazione di avere atteso invano

è difficile da sopportare.

Tutte storie in salita.

Come le nostre storie.

Dio viene sempre in una stalla.

Sempre in un momento di fatica e di lotta.

Sempre quando non lo aspetti più.

Se un regalo, uno solo, ci può portare

questa crisi figlia degli sbagli del nostro

mondo accecato dal profitto (e che non

sembra affatto intenzionato a cambiare

strada) è quello di capire che nella

sofferenza la verità si fa più chiara.

Travolti da loro stessi e dalle loro cose,

invece, sono tutti gli altri.

È travolto Cesare Augusto Ottaviano, il

figlio adottivo di Giulio Cesare che si è

trovato a capo del mondo allora conosciuto.

E che ha pacificato l’Impero con la spada

e la spregiudicatezza.

E che, senza più amici, senza familiari,

la figlia mandata in esilio perché

complottava contro di lui, guarda con

distacco dall’alto del suo palazzo

l’inutile gloria di Roma.

E mette il suo sigillo su uno dei tanti

editti che gli porge il suo segretario.

Un censimento nelle provincie di Siria.

È travolto Erode, l’idumeo fatto re da

Roma, odiato e disprezzato dai suoi sudditi

nonostante l’immenso sforzo che ha

sostenuto per ricostruire il Tempio.

Feroce oltre ogni limite, sospettoso, ha

fatto trucidare i suoi figli temendo

un complotto.

Ora sa che arriva un re concorrente.

Primo fra quelli che pensano che Dio sia

un avversario degli uomini.

È travolta la brava gente di Gerusalemme,

turbata alla notizia dei maghi d’Oriente,

tutta presa dal nuovo Tempio.

Che bisogno c’è, ora, di un Messia.

E gli scribi e i sacerdoti che consultano le

profezie e individuano il luogo di nascita

del Messia; Betlemme, a soli otto

chilometri dal tempio.

E non escono per andare a vedere.

Fra i tanti che fanno della fede una inutile

prigione in cui abitare.

Tutti travolti da loro stessi e dalle

loro prospettive.

Non escono, non si mettono in viaggio.

Irrancidiscono, rassegnati al loro destino.

Se, invece, ci mettiamo in viaggio, se

abbiamo il coraggio, oggi, di ritagliarci

dieci minuti di silenzio e preghiera

davanti ad un presepe, possiamo ancora

fare della nostra vita una culla, un luogo

che accoglie questo Dio così scomodo.

È una provocazione, Dio che nasce.

La vita non dev’essere così male se

Dio la abita.

E Dio non si è ancora stancato dell’uomo

se diventa uomo.

Dio viene. È l’uomo che non c’è.

La Luce viene, ma le tenebre non

vogliono accoglierla, nemmeno oggi.

Se, però, osiamo rinascere.

Se ancora scommettiamo.

Se lo lasciamo venire questo Dio neonato,

che ci scuote, ci imbarazza, ci chiede di

farci carico di Lui noi che, invece,

vorremmo un Dio che ci risolve i

problemi, non che ce ne dà!, allora

sarà davvero Natale e, nascita.

Rinascita, crisi o non crisi che sia.

Dio è qui.

Accoglierlo o ignorarlo fa la differenza.

Io la mia scelta l’ho già fatta, da tempo.

E voglio rifarla, ogni giorno della mia vita,

attraverso l’interpretazione del Vangelo.

Che sia veramente una Santa Notte

di Natale per tutti voi amici, che mi

dedicate ogni giorno del vostro prezioso

tempo, grazie di cuore, vi porterò tutti

nel mio cuore e nelle mie preghiere

questa notte chiuso nella mia casa ad

accudire mia moglie ammalata, mi

metterò davanti alla mangiatoia del

mio presepe e penserò a tutti voi, Fausto.

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