Della 2° Domenica di Avvento.
Immacolata Concezione.
Prima Lettura.
Porrò inimicizia tra la tua stirpe
e la stirpe della donna.
Dal libro della Gènesi (3,9-15)
[Dopo che l'uomo ebbe mangiato del
frutto dell'albero,] il Signore Dio lo
chiamò e gli disse: «Dove sei?».
Rispose: «Ho udito la tua voce nel
giardino: ho avuto paura, perché sono
nudo, e mi sono nascosto».
Riprese: «Chi ti ha fatto sapere
che sei nudo?
Hai forse mangiato dell'albero di cui ti
avevo comandato di non mangiare?».
Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai
posta accanto mi ha dato dell'albero e io
ne ho mangiato».
Il Signore Dio disse alla donna: «Che
hai fatto?».
Rispose la donna: «Il serpente mi ha
ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo, maledetto tu
fra tutto il bestiame e fra tutti gli
animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai e polvere
mangerai per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra
la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti
schiaccerà la testa e tu le insidierai
il calcagno».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale dal Sal 97 (98)
Ripetiamo. Cantate al Signore un canto
nuovo, perché ha compiuto meraviglie.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
Il Signore ha fatto conoscere la sua
salvezza, agli occhi delle genti ha
rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d'Israele. R.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.
Seconda Lettura
In Cristo Dio ci ha scelti prima
della creazione del mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo
agli Efesìni (1,3-6.11-12)
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro
Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni
benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione
del mondo per essere santi e immacolati
di fronte a lui nella carità, predestinandoci
a essere per lui figli adottivi mediante
Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore
della sua volontà, a lode dello splendore
della sua grazia, di cui ci ha gratificati
nel Figlio amato.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati-secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà-a
essere lode della sua gloria, noi, che già
prima abbiamo sperato nel Cristo.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Rallégrati, piena di grazia,
il Signore è con te, benedetta
tu fra le donne. (Cf. Lc 1,28.42)
Alleluia, alleluia.
Vangelo
Rallégrati, piena di grazia:
il Signore è con te.
Dal Vangelo secondo
Luca (1,26-38) anno C
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu
mandato da Dio in una città della Galilea,
chiamata Nàzaret, a una vergine,
promessa sposa di un uomo della casa
di Davide, di nome Giuseppe.
La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: «Rallegrati,
piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e
si domandava che senso avesse un
saluto come questo.
L'angelo le disse: «Non temere, Maria,
perché hai trovato grazia presso Dio.
Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai
alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio
dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà
il trono di Davide suo padre e regnerà
per sempre sulla casa di Giacobbe e il
suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come
avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo
scenderà su di te e la potenza
dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra.
Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà
chiamato Figlio di Dio.
Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella
sua vecchiaia ha concepito anch'essa
un figlio e questo è il sesto mese per
lei, che era detta sterile: nulla è
impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del
Signore: avvenga per me secondo la
tua parola».
E l'angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Per
preparare sul serio il nostro cammino
di
Natale, per fare in modo che Dio nasca
ancora
nei nostri cuori, per sopravvivere
al
natale tarocco, la liturgia ci presenta
alcune
figure importanti nel nostro
cammino
di Avvento; il Battista,
Giuseppe
e, oggi, Maria di Nazareth.
Maria
emerge dai racconti di Luca e degli
altri
evangelisti come una ragazza di grande
equilibrio,
con un’esperienza di vita che
assomiglia
alla nostra.
Adolescente
cresciuta in un piccolo paese
di
una nazione occupata, Maria orienta il
suo
percorso all’interiorità, alla spiritualità,
come
molte donne in Israele, in attesa
spasmodica
della venuta del Messia.
Dicevamo,
Domenica scorsa, della
necessità
di svegliarci, dal grosso
rischio
che corriamo di vivere un pò
‘addormentati’,
fuori dalla vera vita;
tutti
indaffarati a trovare degli spazi
per
riposarci, travolti dalla vita,
dimentichiamo
l’essenziale.
Anche
Maria, giovane credente, si ritrova
nel
tran tran familiare; lavoro (che per
l’epoca
era casalingo), amicizie,
tempo
libero!
Ed
è in questo contesto che avviene
l’inaudito;
a Maria viene chiesto di
diventare
la porta d’ingresso di Dio
nel
mondo.
È
accaduto, amici, anche se rischiamo
di
leggere il racconto di Luca come se si
trattasse
di una bella favoletta edificante.
Davvero
Dio ha deciso di venire a
raccontarsi,
a dirsi, a manifestarsi, e ha
avuto
bisogno di un corpo e di una madre.
Sul
serio un angelo è apparso a una
ragazza
quattordicenne di Nazareth e le
ha
chiesto la disponibilità a ospitare nel
suo
acerbo seno l’Assoluto di Dio.
Facile,
no?
E
se fosse successo a noi, se Dio ci avesse
detto:
“Senti, ho bisogno di una mano per
salvare
il mondo”, cosa avremmo risposto?
Non
so voi; io avrei chiesto tempo, mi
sarei
consultato con il mio confessore,
avrei
anche fatto una visita dal medico
(e
se si trattasse di un’allucinazione!), o
non
ne avrei parlato con nessuno, per non
essere
scambiato per un pazzo furioso!
Anche
Maria tentenna, fatica; come è
possibile
tutto questo?
Guardiamo,
amici, quest’adolescente che
discute
con gli angeli, che s’informa,
che
chiede spiegazioni.
Guardiamo
la sua fermezza, la sua
grandezza
interiore, la sua maturità.
Maria
chiede, vuole sapere di più.
Sa
che la sua vita, nel caso accettasse,
cambierebbe
definitivamente.
L’immagine
è di un grandissimo silenzio,
calato
dopo l’invito dell’angelo.
Un
silenzio pesante in cui tutto il creato,
tutta
la storia, l’intera umanità del passato
e
quella del futuro guarda col fiato
sospeso
la piccola Maria.
E
se Maria avesse detto: “Fammi riflettere”,
“Ne
riparliamo”, “Ripassa domani?”.
Non
saremmo qui a parlare del Maestro,
saremmo
ancora in attesa di un Salvatore.
Maria
invece, accetta, Maria crede,
Maria
accoglie la follia di Dio.
(Ci
voleva la follia gioiosa di
un’adolescente
per contenere
la
follia di Dio).
Si
resta increduli, stupiti dalla complicità
della
risposta: “Eccomi”.
Quante
conseguenze avrà questa disponibilità!
Che
razza di radicale cambiamento
porterà
questo ‘sì’ a Maria!
Accettare
il disegno di Dio le porterà
problemi
con la sua situazione familiare,
con
un fidanzato che vedrà Dio come
concorrente
in amore, problemi a causa
di
questo bambino che dovrà essere
continuamente
guardato come un Mistero,
problemi
col Rabbì tutto preso
nell’annuncio
che si dimenticherà della
propria
famiglia per aprirsi a una famiglia
più
ampia, sofferenza nel vedere un figlio
innocente
condannato a morte.
Non
importa; Maria si fida, crede nel
Dio
dell’impossibile.
E
noi siamo salvi.
Maria
ci insegna a credere nel Dio
dell’impossibile,
a gettare il cuore oltre
l’ostacolo,
a prestare la nostra vita,
anche
se la pensiamo piccola e inutile,
all’ingegno
di Dio.
Dio
è così; non fa da solo, allaccia
relazione
con noi uomini e donne,
vuole
condividere sogni e progetti.
Dio
verrà, diventerà volto, sguardo,
sorriso
e sarà incontrabile e donato.
E
chiede a Maria ospitalità; Maria che
diventerà,
come la venere del popolo
cristiano:
“Regina dei cieli”, porta
d’ingresso
di Dio nel mondo.
Anche
noi possiamo diventare questa
porta,
anche noi possiamo farci
attraversare
dalla grazia immensa del
Dio
che viene; ad aiutare Dio a
salvare
il mondo, così impantanato
e
fragile, tra guerre, divisioni,
cattiverie,
dolore e menefreghismo.
Diamo anche noi, come ha fatto Maria,
ospitalità nel nostro cuore a Dio, perché
si realizzi la salvezza del mondo.
Santa festa dell’Immacolata
a tutti voi amici, da Fausto.
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