mercoledì 27 novembre 2024

Il Vangelo del Giovedì 28 Novembre 2024

 

Della 34° settimana del Tempo Ordinario.

San Giacomo della Marca, religioso e sacerdote.

Prima Lettura

È caduta Babilònia la grande.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni

apostolo (18,1-2.21-23;19,1-3.9a)

Io, Giovanni, vidi un altro angelo discendere

dal cielo con grande potere, e la terra fu

illuminata dal suo splendore.

Gridò a gran voce: «È caduta, è caduta

Babilònia la grande, ed è diventata covo

di demòni, rifugio di ogni spirito impuro,

rifugio di ogni uccello impuro e rifugio

di ogni bestia impura e orrenda».

Un angelo possente prese allora una

pietra, grande come una macina, e la

gettò nel mare esclamando: «Con questa

violenza sarà distrutta Babilònia, la

grande città, e nessuno più la troverà.

Il suono dei musicisti, dei suonatori di

cetra, di flauto e di tromba, non si udrà

più in te; ogni artigiano di qualsiasi

mestiere non si troverà più in te; il

rumore della macina non si udrà più in

te; la luce della lampada non brillerà

più in te; la voce dello sposo e della

sposa non si udrà più in te.

Perché i tuoi mercanti erano i grandi della

terra e tutte le nazioni dalle tue droghe

furono sedotte».

Dopo questo, udii come una voce

potente di folla immensa nel cielo che

diceva: «Alleluia!

Salvezza, gloria e potenza sono del

nostro Dio, perché veri e giusti sono

i suoi giudizi.

Egli ha condannato la grande prostituta

che corrompeva la terra con la sua

prostituzione, vendicando su di lei il

sangue dei suoi servi!».

E per la seconda volta dissero: «Alleluia!

Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!».

Allora l’angelo mi disse: «Scrivi: Beati gli

invitati al banchetto di nozze dell’Agnello!».

Parola di Dio.

Vangelo

Gerusalemme sarà calpestata dai pagani

finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

Dal Vangelo secondo Luca (21,20-28) anno pari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Quando vedrete Gerusalemme circondata

da eserciti, allora sappiate che la sua

devastazione è vicina.

Allora coloro che si trovano nella Giudea

fuggano verso i monti, coloro che sono

dentro la città se ne allontanino, e quelli

che stanno in campagna non tornino in

città; quelli infatti saranno giorni di

vendetta, affinché tutto ciò che è stato

scritto si compia.

In quei giorni guai alle donne che sono

incinte e a quelle che allattano, perché

vi sarà grande calamità nel paese e ira

contro questo popolo.

Cadranno a fil di spada e saranno condotti

prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme

sarà calpestata dai pagani finché i tempi

dei pagani non siano compiuti.

Vi saranno segni nel sole, nella luna e

nelle stelle, e sulla terra angoscia di

popoli in ansia per il fragore del mare

e dei flutti, mentre gli uomini moriranno

per la paura e per l’attesa di ciò che

dovrà accadere sulla terra.

Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.

Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire

su una nube con grande potenza e gloria.

Quando cominceranno ad accadere queste

cose, risollevatevi e alzate il capo, perché

la vostra liberazione è vicina».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Discutono, i biblisti, sulla misteriosa

profezia apocalittica di Gesù; sono sue

parole o parole che gli evangelisti gli

hanno messo in bocca dopo la

caduta di Gerusalemme?

L'una e l’altra cosa, probabilmente; Gesù,

vedendo la fine della sua missione venire

in fretta, percepisce il rapido declino

della storia e, in particolare

dell’amatissima città di Gerusalemme.

I discepoli, dopo qualche anno, si

ricorderanno degli eventi terribili che

segneranno per sempre la storia di

Israele; Gerusalemme sarà rasa al suolo

e riedificata come città romana col nome

di Aelia capitolina, con accesso

interdetto agli ebrei!

Ciò che a noi importa, è la sconcertante

conclusione del brano, certamente di

Gesù; davanti a tutti gli eventi catastrofici,

alle guerre, alla opposizioni feroci dei

popoli, alle lotte fratricide, i discepoli

sono chiamati ad alzare lo sguardo,

perché la liberazione è vicina.

Per noi discepoli, le guerre e le catastrofi

sono dei segnali della battaglia che infuria

fra la luce e le tenebre, ultime scaramucce

di una guerra già vinta da Cristo sulla croce.

In questa ultima settimana dell’anno

liturgico, allora, vogliamo volgere lo

sguardo altrove, al di là dell’orizzonte,

nel grande progetto di Dio pregando.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

Nessun commento:

Posta un commento