Della 14° settimana del Tempo Ordinario.
Sant'Enrico,
imperatore.
Prima Lettura
Uomo dalle labbra
impure io sono;
eppure i miei occhi
hanno visto il re,
il Signore degli
eserciti.
Dal libro del profeta
Isaìa (6,1-8)
Nell'anno in cui morì
il re Ozìa, io vidi il
Signore seduto su un
trono alto ed elevato;
i lembi del suo manto
riempivano il tempio.
Sopra di lui stavano
dei serafini; ognuno
aveva sei ali: con due
si copriva la faccia,
con due si copriva i
piedi e con due volava.
Proclamavano l'uno
all'altro, dicendo:
«Santo, santo, santo
il Signore degli eserciti!
Tutta la terra è piena
della sua gloria».
Vibravano gli stipiti
delle porte al risuonare
di quella voce, mentre
il tempio si riempiva
di fumo.
E dissi: «Ohimè! Io
sono perduto, perché
un uomo dalle labbra
impure io sono e in
mezzo a un popolo dalle
labbra impure io
abito; eppure i miei
occhi hanno visto il
re, il Signore degli
eserciti».
Allora uno dei
serafini volò verso di me;
teneva in mano un
carbone ardente che
aveva preso con le
molle dall'altare.
Egli mi toccò la bocca
e disse: «Ecco,
questo ha toccato le
tue labbra, perciò è
scomparsa la tua colpa
e il tuo peccato
è espiato».
Poi io udii la voce
del Signore che diceva:
«Chi manderò e chi
andrà per noi?».
E io risposi: «Eccomi,
manda me!».
Parola di Dio.
Vangelo
Non abbiate paura
di quelli che
uccidono il corpo.
Dal Vangelo secondo
Matteo (10,24-33) anno pari.
In quel tempo, disse
Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è
più grande del maestro,
né un servo è più
grande del suo signore;
è sufficiente per il
discepolo diventare
come il suo maestro e
per il servo come
il suo signore.
Se hanno chiamato
Beelzebùl il padrone di
casa, quanto più
quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque
paura di loro, poiché
nulla vi è di nascosto
che non sarà svelato
né di segreto che non
sarà conosciuto.
Quello che io vi dico
nelle tenebre voi
ditelo nella luce, e
quello che ascoltate
all'orecchio voi
annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di
quelli che uccidono
il corpo, ma non hanno
potere di uccidere
l'anima; abbiate paura
piuttosto di colui che
ha il potere di far
perire nella Geènna e
l'anima e il corpo.
Due passeri non si
vendono forse per un soldo?
Eppure nemmeno uno di
essi cadrà a terra
senza il volere del
Padre vostro.
Perfino i capelli del
vostro capo sono tutti contati.
Non abbiate dunque
paura: voi valete più
di molti passeri!
Perciò chiunque mi
riconoscerà davanti agli
uomini, anch'io lo
riconoscerò davanti al
Padre mio che è nei
cieli; chi invece mi
rinnegherà davanti
agli uomini, anch'io lo
rinnegherò davanti al
Padre mio che è nei cieli».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Quando Matteo scrive il suo Vangelo,
probabilmente si sta già vivendo
ciò che
Gesù aveva predetto, senza grandi
difficoltà
profetiche vista l’aria che
tirava!
Dopo la rivolta giudaica e il
successivo
intervento di Roma, Gerusalemme
viene
distrutta e il tempio raso al
suolo; la classe
sacerdotale, fuggita in Galilea,
raduna le
forze rimaste e inveisce contro i
romani
e contro i seguaci del Nazareno.
Così, d’improvviso, quella che
era
considerata una costola della
fede ebraica
si vede espulsa dalla sana
dottrina,
proprio da quella classe
sacerdotale e da
quei farisei che tanto duramente
erano
stati contestati dalla
predicazione di Gesù.
I cristiani si ritrovano ad
essere ‘scomunicati’
dalla parte ufficiale del
giudaismo e
perseguitati dai romani, in
quanto ebrei.
Davanti a tale doppia catastrofe,
le parole
del Maestro e l’invito a non
avere paura
di chi può uccidere il corpo ma
non l’anima,
acquistano una attualità
indesiderata.
Anche noi, oggi, corriamo il
rischio di
subire qualche pressione o
qualche presa
in giro perché viviamo la fede
con serietà
e passione; non va di moda, oggi,
essere cattolici.
Se davvero viviamo il Vangelo
fino in
fondo, ci può capitare di fare
delle scelte
non sempre capite o condivise,
per questo
abbiamo bisogno di tanta
preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il
tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in
cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri
debiti come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso
e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e
sempre, nei secoli dei
secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.
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