venerdì 9 febbraio 2024

Il Vangelo del Sabato 10 Febbraio 2024

 

Della 5° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Scolastica, vergine.

Prima lettura.

Geroboàmo preparò due vitelli d'oro: ne

collocò uno a Betel e l'altro lo mise a Dan.

Dal primo libro dei Re (12,26-32.13,33-34)

In quei giorni, Geroboàmo, [re d’Israele],

pensò: «In questa situazione il regno potrà

tornare alla casa di Davide.

Se questo popolo continuerà a salire a

Gerusalemme per compiervi sacrifici nel

tempio del Signore, il cuore di questo

popolo si rivolgerà verso il suo signore,

verso Roboàmo, re di Giuda; mi uccideranno

e ritorneranno da Roboàmo, re di Giuda».

Consigliatosi, il re preparò due vitelli

d’oro e disse al popolo: «Siete già saliti

troppe volte a Gerusalemme!

Ecco, Israele, i tuoi dèi che ti hanno fatto

salire dalla terra d’Egitto».

Ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan.

Questo fatto portò al peccato; il popolo,

infatti, andava sino a Dan per prostrarsi

davanti a uno di quelli.

Egli edificò templi sulle alture e costituì

sacerdoti, presi da tutto il popolo, i quali

non erano discendenti di Levi.

Geroboàmo istituì una festa nell’ottavo

mese, il quindici del mese, simile alla festa

che si celebrava in Giuda.

Egli stesso salì all’altare; così fece a Betel

per sacrificare ai vitelli che aveva eretto,

e a Betel stabilì sacerdoti dei templi da lui

eretti sulle alture.

Geroboàmo non abbandonò la sua via cattiva.

Egli continuò a prendere da tutto il popolo

i sacerdoti delle alture e a chiunque lo

desiderava conferiva l’incarico e quegli

diveniva sacerdote delle alture.

Tale condotta costituì, per la casa di

Geroboàmo, il peccato che ne provocò

la distruzione e lo sterminio dalla faccia

della terra.

Parola di Dio.

Vangelo.

Mangiarono a sazietà.

Dal Vangelo secondo Marco (8,1-10) anno pari.

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta

folla e non avevano da mangiare, Gesù

chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento

compassione per la folla; ormai da tre giorni

stanno con me e non hanno da mangiare.

Se li rimando digiuni alle loro case, verranno

meno lungo il cammino; e alcuni di loro

sono venuti da lontano».

Gli risposero i suoi discepoli: «Come

riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?».

Domandò loro: «Quanti pani avete?».

Dissero: «Sette».

Ordinò alla folla di sedersi per terra.

Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li

dava ai suoi discepoli perché li distribuissero;

ed essi li distribuirono alla folla.

Avevano anche pochi pesciolini; recitò la

benedizione su di essi e fece distribuire

anche quelli.

Mangiarono a sazietà e portarono via

i pezzi avanzati: sette sporte.

Erano circa quattromila.

E li congedò.

Poi salì sulla barca con i suoi discepoli

e subito andò dalle parti di Dalmanutà.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il pane che il Signore dà ai suoi apostoli

prefigura inequivocabilmente un altro

pane che verrà dato all’inizio dell’ultimo

gesto che Gesù farà per i suoi discepoli.

La moltiplicazione dei pani e dei pesci

è uno dei pochi episodi raccontati da tutti

gli evangelisti e riveste un’importanza

capitale per capire l’evoluzione della

vicenda di Gesù.

Ve l’immaginate?

Un Rabbì che sfama migliaia di persone

a partire da qualche pesce e pane; per

generazioni si parlerà di questo avvenimento!

In effetti i commentatori sono concordi

nel ritenere questo episodio come il

momento più alto della popolarità di Gesù.

Chi di voi non voterebbe un governo

che invece di chiedere tasse regalasse

a tutti i cittadini un milione a testa?

Gesù viene ora riconosciuto come

Messia ma, lo vedremo, in maniera

tutt’altro che chiara.

Un’ambiguità di fondo resterà in questa

massiccia adesione da parte della folla.

Non succede forse anche a noi di cercare

Dio più per ciò che dà che non veramente

per ciò che è?

Il racconto della moltiplicazione in

Marco è narrato due volte; qui, nel

capitolo 6 (30-44) e più avanti (8,1-9).

Tutti gli esegeti sono generalmente

d’accordo nel vedere in questo fatto un

doppione in fase redazionale, situato in

un contesto pagano, probabilmente per

sottolineare ai membri pagani della prima

comunità cristiana che sono i benvenuti.

Il clima del racconto è di grande compassione;

Gesù prova tenerezza per la folla e vuole

aiutarla, sfamarla, e chiede la collaborazione

degli apostoli i quali, attoniti, invitano al

sano realismo Gesù.

Non accade così anche a noi?

Chiediamo a Dio di fare qualcosa per le

sofferenze del mondo e quando Lui ci

invita a darci da fare, lo invitiamo al

sano realismo.

Eppure Dio ha bisogno di noi, ha bisogno

del nostro nulla per fare qualcosa.

Quando gridiamo a Dio: “Cosa fai per

questa situazione?”, Dio ci risponde: “Tu,

che cosa fai?”.

Credere non è delegare a Dio la

risoluzione dei nostri problemi, ma

imparare ad affrontarli in una prospettiva

diversa, aiutandoci con la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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