sabato 20 gennaio 2024

Il Vangelo di Domenica 21 Gennaio 2024

 

Della 3° Domenica del Tempo Ordinario.

Sant' Agnese, vergine e martire.

Prima lettura.

I Niniviti si convertirono dalla

loro condotta malvagia.

Dal libro del profeta Giona (3,1-10)

In quel tempo, fu rivolta a Giona la parola

del Signore: «Àlzati, va' a Nìnive, la grande

città, e annuncia loro quanto ti dico».

Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la

parola del Signore.

Nìnive era una città molto grande, larga

tre giornate di cammino.

Giona cominciò a percorrere la città per

un giorno di cammino e predicava: «Ancora

quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».

I cittadini di Nìnive credettero a Dio e

bandirono un digiuno, vestirono il sacco,

grandi e piccoli.

Giunta la notizia fino al re di Nìnive, egli

si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì

di sacco e si mise a sedere sulla cenere.

Per ordine del re e dei suoi grandi fu poi

proclamato a Nìnive questo decreto: «Uomini

e animali, armenti e greggi non gustino nulla,

non pascolino, non bevano acqua.

Uomini e animali si coprano di sacco e Dio

sia invocato con tutte le forze; ognuno si

converta dalla sua condotta malvagia e

dalla violenza che è nelle sue mani.

Chi sa che Dio non cambi, si ravveda,

deponga il suo ardente sdegno e noi non

abbiamo a perire!».

Dio vide le loro opere, che cioè si erano

convertiti dalla loro condotta malvagia,

e Dio si ravvide riguardo al male che

aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 24 (25)

 

Ripetiamo. Fammi conoscere,

Signore, le tue vie.

 

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza. R.

 

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia

e del tuo amore, che è da sempre.

Ricòrdati di me nella tua misericordia,

per la tua bontà, Signore. R.

 

Buono e retto è il Signore,

indica ai peccatori la via giusta;

guida i poveri secondo giustizia,

insegna ai poveri la sua via. R.

 

Seconda Lettura

Passa la figura di questo mondo.

Dalla prima lettera di san Paolo

apostolo ai Corìnzi (7,29-31)

Questo vi dico, fratelli: il tempo si è

fatto breve; d'ora innanzi, quelli che

hanno moglie, vivano come se non

l'avessero; quelli che piangono, come

se non piangessero; quelli che gioiscono,

come se non gioissero; quelli che

comprano, come se non possedessero;

quelli che usano i beni del mondo,

come se non li usassero pienamente:

passa infatti la figura di questo mondo!

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Il regno di Dio è vicino; convertitevi

e credete nel Vangelo. (Mc 1,15)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Convertitevi e credete al Vangelo.

Dal Vangelo secondo Marco (1,14-20) anno B

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù

andò nella Galilea, proclamando il

vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo

è compiuto e il regno di Dio è vicino;

convertitevi e credete nel Vangelo».

Passando lungo il mare di Galilea, vide

Simone e Andrea, fratello di Simone,

mentre gettavano le reti in mare; erano

infatti pescatori.

Gesù disse loro: «Venite dietro a me,

vi farò diventare pescatori di uomini».

E subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Andando un poco oltre, vide Giacomo,

figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello,

mentre anch'essi nella barca riparavano le reti.

Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il

loro padre Zebedèo nella barca con i

garzoni e andarono dietro a lui.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Giovanni e Andrea hanno seguito il

Nazareno, si sono fermati da Lui, sono

andati a vedere; tutto, ora è cambiato.

Lo seguono nel suo camminare, nel suo

percorrere la Galilea, sua terra natale,

per inoltrarsi fino a Cafarnao, il centro

economico e militare della zona del lago,

la casa paterna dei figli di Zebedeo.

Il Battista è stato arrestato; troppo scomoda

la sua predicazione, troppo libera, ha

pestato i piedi all’inetto Erode, figlio di

Erode il Grande, e ha ferito l’orgoglio di

una permalosa, spregiudicata e vendicativa

donna che ne ha chiesto la testa.

Inizia così il secondo Vangelo, il più

asciutto, il più antico dei quattro, scritto

dal giovane Giovanni Marco per i discepoli

di Roma, Babilonia, su suggerimento di

Simone il pescatore.

L’inizio della predicazione in Galilea

di Gesù è riassunta da Marco in pochi

versetti densi di sconcertante novità.

Il Battista è ‘consegnato’, riferisce

letteralmente il giovane Marco, come

ad indicare una provvidenzialità anche

negli eventi umani più balordi, un

intervento di Dio anche quando Dio

sembra dimentico dei suoi figli, e Gesù

ne prende il testimone, ne prolunga

l’opera, dà senso al sacrificio del cugino,

vissuto per preparagli la strada.

Gesù inizia il suo ministero quando

sarebbe stato prudente smetterlo, inizia

la sua missione in pieno clima di

persecuzione verso i profeti, così simile

al nostro, così come Giona, il pavido

profeta, annuncia la distruzione ai

Niniviti senza sapere cosa lo aspetti.

Gesù annuncia una buona notizia da parte

di Dio: “Il tempo è compiuto e il regno

di Dio è vicino; convertitevi e credete

nel Vangelo”.

Il tempo è compiuto, questo è il momento

giusto, non aspettare oltre; ora, oggi,

adesso Dio è qui.

Quante volte ci manca il tempo per fare

le cose che vorremmo, per incontrare le

persone che amiamo, per sederci a godere

delle gioie (pochine) che la vita ci dona!

Quante volte rimandiamo le cose da fare

a momenti più opportuni, a giorni migliori!

Anche nella fede (ahimé), quanta fatica

facciamo a vivere il presente, rimandando

la conversione, arrendendoci alla tirannia

del caos quotidiano!

Gesù scuote la testa; Dio è qui adesso,

mentre state leggendo queste parole.

Dio è qui adesso, anche se non lo senti,

anche se non te ne accorgi, anche se la

stanchezza o il dolore hanno annebbiato

la tua vista interiore.

Dio è qui, perché Egli si è fatto vicino,

perché Natale ci ha spalancato all’evidenza

di un Dio accessibile.

Non solo Dio è accessibile, ma è possibile

costruire il suo Regno, vivere nella logica

del Vangelo, creare degli spazi, dei luoghi,

che diventino succursali del Regno.

Non ti devi sforzare, né lo devi meritare

(è gratis!), devi solo accorgertene e collaborare.

Se è davvero così, se basta voltare la testa

per incrociare lo sguardo di Dio, che aspetti?

Cambia il tuo approccio al Signore!

Forse non te ne accorgerai subito, dice

Marco, forse le vicende della vita hanno

ispessito la tua anima, ma, fidati, se volgi

il tuo sguardo finirai inesorabilmente per

incrociare quello del Rabbì.

Credici, è la più bella notizia che tu possa

ricevere, oggi; Dio ti si è avvicinato (perché

ti ama).

Tutta la nostra fede è racchiusa in questo

annuncio; il progetto di bene di un Dio

che si fa vicino e il nostro impegno ad

accoglierlo, la nostra fatica a non lasciarci

travolgere dalle cattive notizie e a lasciar

germogliare il bene e il bello che c’è in noi.

Ed è una notizia così nuova, così vera,

così profonda, che tutto diventa relativo,

e gli eventi della vita, anche quelli belli

come gli affetti, sono il proscenio che vede

Dio come attore protagonista, dice Paolo.

La chiamata degli apostoli ci rivela che

quest’annuncio ci coglie proprio là dove

viviamo, che non abbiamo scuse di sorta,

che non possiamo nasconderci dietro i troppi

impegni e le troppe cose da fare, né rimandare

ad una settimana di esercizi la nostra

conversione; al lavoro Gesù chiama Simone

e Andrea, mentre riposano chiama

Giacomo e Giovanni.

Gesù passa e ci chiama, tutti, ovunque,

non degli influencer capaci di richiamare

le folle come ai nostri giorni, ma noi, tutti

noi semplici amanti della Parola di Cristo.

Non ci sono condizioni per diventare suoi

Discepoli; l’unica cosa che ci è chiesta è

la conversione, l’atteggiamento di chi si

rende conto che la risposta vera è nel

cuore di Dio, di chi decide di mettersi

davvero e sul serio in ascolto, come gli

abitanti di Ninive nella prima lettura,

come chi segue il suggerimento di Paolo;

passa la scena di questo mondo.

L’ammonimento di Paolo a vivere nel

presente con distacco è quanto mai

necessario per la conversione.

Intendiamoci; ‘distacco’ non significa

disinteressarsi del mondo (errore

storicamente commesso da parecchi

cristiani) ma significa vivere nel mondo

con il giusto equilibrio.

Significa che il mio lavoro, la mia famiglia,

mio marito, mia moglie e i miei figli,

il mutuo da pagare sono importanti,

certo, ma non sufficienti a colmare il mio

cuore, né sufficienti a spegnere il desiderio

di assoluto che mi mozza il fiato.

E Paolo lo sa bene, lui, che ha visto

la sua vita di super credente, di zelante

e intollerante fedele diventare strumento

di evangelizzazione nelle mani di Dio,

l’imprevedibile.

Lasciamo le reti, tutte le reti che ci legano,

i pensieri, i giri di testa, i troppi impegni

che ci impediscono di lasciarci amare

da Cristo.

Il suo messaggio continua attraverso la

nostra piccola vita, dentro il nostro

percorso quotidiano.

Siamo chiamati a diventare pescatori di

umanità, a tirar fuori tutta l’umanità

nascosta nelle pieghe della vita, in questo

mondo disumanizzato e disumanizzante.

Il Regno avanza, è presente, ci ammonisce

Gesù, accorgiamocene, lasciamoci

raggiungere, Dio ci ama.

E questo ci cambia la vita.

Queste sono davvero buone notizie.

E con queste buone notizie, amici, vi

auguro un buona Domenica, Fausto.

Nessun commento:

Posta un commento