venerdì 24 novembre 2023

Il Vangelo del Sabato 25 Novembre 2023

 

Della 33° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Caterina d'Alessandria, Martire.

Prima Lettura

Per i mali che ho commesso a Gerusalemme,

muoio nella più profonda tristezza.

Dal primo libro dei Maccabei (6,1-13)

In quei giorni, mentre il re Antioco

percorreva le regioni settentrionali,

sentì che c’era in Persia la città di

Elimàide, famosa per ricchezza, argento

e oro; che c’era un tempio ricchissimo,

dove si trovavano armature d’oro, corazze

e armi, lasciate là da Alessandro, figlio di

Filippo, il re macèdone che aveva regnato

per primo sui Greci.

Allora vi si recò e cercava di impadronirsi

della città e di depredarla, ma non vi riuscì,

perché il suo piano fu risaputo dagli abitanti

della città, che si opposero a lui con le armi;

egli fu messo in fuga e dovette ritirarsi con

grande tristezza e tornare a Babilonia.

Venne poi un messaggero in Persia ad

annunziargli che erano state sconfitte le

truppe inviate contro Giuda.

Lisia si era mosso con un esercito tra i

più agguerriti, ma era stato messo in fuga

dai nemici, i quali si erano rinforzati con

armi e truppe e ingenti spoglie, tolte alle

truppe che avevano sconfitto, e inoltre

avevano demolito l’abominio da lui

innalzato sull’altare a Gerusalemme,

avevano cinto d'alte mura, come prima,

il santuario e Bet-Sur, che era una sua città.

Il re, sentendo queste notizie, rimase

sbigottito e scosso terribilmente; si mise

a letto e cadde ammalato per la tristezza,

perché non era avvenuto secondo quanto

aveva desiderato.

Rimase così molti giorni, perché si

rinnovava in lui una forte depressione

e credeva di morire.

Chiamò tutti i suoi amici e disse loro:

«Se ne va il sonno dai miei occhi e

l’animo è oppresso dai dispiaceri.

Ho detto in cuor mio: in quale tribolazione

sono giunto, in quale terribile agitazione

sono caduto, io che ero così fortunato

e benvoluto sul mio trono!

Ora mi ricordo dei mali che ho commesso

a Gerusalemme, portando via tutti gli

arredi d’oro e d’argento che vi si

trovavano e mandando a sopprimere

gli abitanti di Giuda senza ragione.

Riconosco che a causa di tali cose mi

colpiscono questi mali; ed ecco, muoio

nella più profonda tristezza in paese straniero». 

Parola di Dio.

Vangelo

Dio non è dei morti, ma dei viventi.

Dal Vangelo secondo Luca (20,27-40) anno dispari.

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù

alcuni sadducèi-i quali dicono che non

c'è risurrezione-e gli posero questa

domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto:

"Se muore il fratello di qualcuno che ha

moglie, ma è senza figli, suo fratello

prenda la moglie e dia una discendenza

al proprio fratello".

C'erano dunque sette fratelli: il primo,

dopo aver preso moglie, morì senza figli.

Allora la prese il secondo e poi il terzo e

così tutti e sette morirono senza lasciare figli.

Da ultimo morì anche la donna.

La donna dunque, alla risurrezione, di chi

sarà moglie?

Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie».

Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo

prendono moglie e prendono marito; ma

quelli che sono giudicati degni della vita

futura e della risurrezione dai morti, non

prendono né moglie né marito: infatti non

possono più morire, perché sono uguali

agli angeli e, poiché sono figli della

risurrezione, sono figli di Dio.

Che poi i morti risorgano, lo ha indicato

anche Mosè a proposito del roveto, quando

dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio

di Isacco e Dio di Giacobbe".

Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché

tutti vivono per lui».

Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai

parlato bene».

E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Succede anche a me di incontrare alcune

persone che passano il tempo a spaccare

il capello in quattro, anche nella fede.

Forse fa parte dell’atteggiamento (povero)

fondamentale dell’uomo quello di

complicarsi la vita, quando non è

sufficientemente complicata.

Lo strano caso della vedova ammazza-mariti,

distante da noi anni luce, fatto dai sadducei

che non credevano nella resurrezione,

è, in realtà, un inquietante tranello per

vedere in cosa crede Gesù, una di quelle

cose assurde che, ti vedi proporre e che

ti chiedi, sinceramente, se davvero uno

si ponga domande del genere.

La questione è la seguente; il valore della

famiglia, al tempo del primo Israele, era

così forte che pur di mantenere il ricordo

di una persona, i fratelli del defunto si

impegnavano a dare un figlio alla vedova

nel caso questi fosse morto senza discendenza.

Gesù, al solito, non entra nel merito del

barocchismo teologico, ma va all’essenziale

e afferma una straordinaria verità; il nostro

Dio è il Dio dei vivi, non dei morti.

Gesù crede alla resurrezione, fermamente,

e ci lascia intuire che la dimensione

dell’aldilà è una dimensione in cui i

parametri che usiamo nei rapporti tra

di noi non funzionano più.

Lasciamo stare, allora, le casistiche e le

discussione sterili della fede, se queste

ci impediscono di andare all’essenziale

che è la scoperta di un Dio che ama e

dona la vita, ma preghiamo!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

 

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