giovedì 30 novembre 2023

Il Vangelo del Venerdì 1 Dicembre 2023

 

Della 34° settimana del Tempo Ordinario.

Sant' Eligio, vescovo.

Prima Lettura

Ecco venire con le nubi del cielo

uno simile a un figlio d’uomo.

Dal libro del profeta Daniele (7,2-14)

Io, Daniele, guardavo nella mia visione

notturna ed ecco, i quattro venti del cielo

si abbattevano impetuosamente sul Mare

Grande e quattro grandi bestie, differenti

l’una dall’altra, salivano dal mare.

La prima era simile a un leone e aveva

ali di aquila.

Mentre io stavo guardando, le furono

strappate le ali e fu sollevata da terra

e fatta stare su due piedi come un uomo

e le fu dato un cuore d’uomo.

Poi ecco una seconda bestia, simile a un

orso, la quale stava alzata da un lato e

aveva tre costole in bocca, fra i denti,

e le fu detto: «Su, divora molta carne».

Dopo di questa, mentre stavo guardando,

eccone un’altra simile a un leopardo, la

quale aveva quattro ali d’uccello sul dorso;

quella bestia aveva quattro teste e le fu

dato il potere.

Dopo di questa, stavo ancora guardando

nelle visioni notturne ed ecco una quarta

bestia, spaventosa, terribile, d’una forza

straordinaria, con grandi denti di ferro;

divorava, stritolava e il rimanente se lo

metteva sotto i piedi e lo calpestava: era

diversa da tutte le altre bestie precedenti

e aveva dieci corna.

Stavo osservando queste corna, quand’ecco

spuntare in mezzo a quelle un altro corno

più piccolo, davanti al quale tre delle

prime corna furono divelte: vidi che quel

corno aveva occhi simili a quelli di un uomo

e una bocca che proferiva parole arroganti.

Io continuavo a guardare, quand’ecco

furono collocati troni e un vegliardo si assise.

La sua veste era candida come la neve

e i capelli del suo capo erano candidi

come la lana; il suo trono era come vampe

di fuoco con le ruote come fuoco ardente.

Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi

a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila

miriadi lo assistevano.

La corte sedette e i libri furono aperti.

Continuai a guardare a causa delle parole

arroganti che quel corno proferiva, e vidi

che la bestia fu uccisa e il suo corpo

distrutto e gettato a bruciare nel fuoco.

Alle altre bestie fu tolto il potere e la

durata della loro vita fu fissata fino a

un termine stabilito.

Guardando ancora nelle visioni notturne,

ecco venire con le nubi del cielo uno simile

a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo

e fu presentato a lui.

Gli furono dati potere, gloria e regno;

tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:

il suo potere è un potere eterno, che non

finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.

Parola di Dio.

Vangelo

Quando vedrete accadere queste cose,

sappiate che il regno di Dio è vicino.

Dal Vangelo secondo Luca (21,29-33) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli

una parabola: «Osservate la pianta di fico

e tutti gli alberi: quando già germogliano,

capite voi stessi, guardandoli, che ormai

l’estate è vicina.

Così anche voi: quando vedrete accadere

queste cose, sappiate che il regno di

Dio è vicino.

In verità io vi dico: non passerà questa

generazione prima che tutto avvenga.

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie

parole non passeranno».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Siamo invitati, oggi, a leggere i segni

dei tempi, cioè a capire il senso

profondo degli eventi tenendo in

una mano il Vangelo, le parole che non

passano, e nell’altra le vicissitudini della

storia e le contraddizioni degli uomini.

Troppe volte le nostre comunità

soffrono di una specie di schizofrenia

evangelica, si chiudono nelle Chiese

e si rivolgono a Dio, elaborano complessi

rituali, ma si tengono ben lontani dalle

vicende del mondo.

Non basta ripetere nelle nostre comunità

le tradizioni consolidate, non basta lasciare

che siano queste a ripetersi stancamente,

aspettando che sia il mondo ad accorgersi

del Vangelo; siamo chiamati a leggere

i segni dei tempi, a capirlo e amarlo,

questo nostro tempo, come Gesù lo ha

amato e capito, a trovare delle soluzioni

con prudenza e intelligenza,

con verità e fermezza.

Siamo fortemente invitati ad annunciare

il Vangelo con intelligenza e novità, con

strumenti e linguaggi adatti, facendo

riecheggiare con nuovi accenti la

Parola immutata.

Non abbiamo soluzioni magiche,

il Vangelo è lo stesso, il Signore ci ama,

ma cosa e come proporre oggi agli

uomini perché scoprano il volto del

Dio di Gesù è frutto delle nostre scelte.

Prendiamolo sul serio, questo Vangelo,

lasciamo che sia lui a illuminare e

incidere nella nostra storia, nelle nostre

scelte, nelle nostre comunità, prendiamo

a cuore l’invito del Signore a saper leggere

i segni dei tempi con l’aiuto della preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

mercoledì 29 novembre 2023

Il Vangelo del Giovedì 30 Novembre 2023

 

Della 34° settimana del Tempo Ordinario.

Sant' Andrea, Apostolo.

Prima Lettura

La fede viene dall’ascolto e l’ascolto

riguarda la parola di Cristo.

Dalla lettera di san Paolo

apostolo ai Romani (10,9-18)

Fratello, se con la tua bocca proclamerai:

«Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore

crederai che Dio lo ha risuscitato dai

morti, sarai salvo.

Con il cuore infatti si crede per ottenere

la giustizia, e con la bocca si fa la

professione di fede per avere la salvezza.

Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede

in lui non sarà deluso».

Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e

Greco, dato che lui stesso è il Signore di

tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano.

Infatti: «Chiunque invocherà il nome del

Signore sarà salvato».

Ora, come invocheranno colui nel quale

non hanno creduto?

Come crederanno in colui del quale non

hanno sentito parlare?

Come ne sentiranno parlare senza

qualcuno che lo annunci?

E come lo annunceranno, se non sono

stati inviati?

Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi

di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».

Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo.

Lo dice Isaìa: «Signore, chi ha creduto

dopo averci ascoltato?».

Dunque, la fede viene dall’ascolto e

l’ascolto riguarda la parola di Cristo.

Ora io dico: forse non hanno udito?

Tutt’altro: «Per tutta la terra è corsa

la loro voce,

e fino agli estremi confini del mondo

le loro parole».

Parola di Dio.

Vangelo

Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Dal Vangelo secondo Matteo (4,18-22) anno dispari.

In quel tempo, mentre camminava

lungo il mare di Galilea, Gesù vide due

fratelli, Simone, chiamato Pietro,

e Andrea suo fratello, che gettavano

le reti in mare; erano infatti pescatori.

E disse loro: «Venite dietro a me,

vi farò pescatori di uomini».

Ed essi subito lasciarono le reti e

lo seguirono.

Andando oltre, vide altri due fratelli,

Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni

suo fratello, che nella barca, insieme a

Zebedèo loro padre, riparavano le loro

reti, e li chiamò.

Ed essi subito lasciarono la barca e il

loro padre e lo seguirono.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il racconto di Matteo, che la liturgia

odierna ci presenta, è solenne e le parole

sono ben scelte dall’evangelista.

Esse descrivono il mistero di Dio che,

in Gesù Cristo, sceglie e chiama chi vuole

e quando vuole, per i suoi progetti d’amore.

Andrea e i suoi amici, abituati com’erano

a fare i conti con la dura realtà di tutti i

giorni, si fidano di questo Maestro

sconosciuto che promette loro che

continueranno a fare il loro mestiere,

anche se con modalità diverse.

Resteranno pescatori, anche se quello

che dovranno pescare non è più

pesce, ma uomini.

Lì per lì, gli apostoli non capirono a

cosa Dio li stava chiamando,

Intanto, però, dissero di sì e lo fecero

“subito” senza esitazione, senza pensarci

due volte; su questo loro sì, Dio ha

costruito la comunità dei credenti.

Proprio grazie a loro, anche noi possiamo

ascoltare e godere delle Parole di Gesù.

Per questo, amici, dobbiamo ringraziarli

con la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 28 novembre 2023

Il Vangelo del Mercoledì 29 Novembre 2023

 

Della 34° Settimana del Tempo Ordinario.

San Saturnino di Tolosa, Vescovo e martire.

Prima Lettura

Apparvero le dita di una mano d’uomo,

che si misero a scrivere.

Dal libro del profeta

Daniele (5,1-6.13-14.16-17.23-28)

In quei giorni, il re Baldassàr imbandì un

grande banchetto a mille dei suoi dignitari

e insieme con loro si diede a bere vino.

Quando Baldassàr ebbe molto bevuto,

comandò che fossero portati i vasi d’oro

e d’argento che Nabucodònosor, suo

padre, aveva asportato dal tempio di

Gerusalemme, perché vi bevessero il

re e i suoi dignitari, le sue mogli e le

sue concubine.

Furono quindi portati i vasi d’oro, che

erano stati asportati dal tempio di Dio

a Gerusalemme, e il re, i suoi dignitari,

le sue mogli e le sue concubine li usarono

per bere; mentre bevevano il vino, lodavano

gli dèi d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro,

di legno e di pietra.

In quel momento apparvero le dita di una

mano d’uomo, che si misero a scrivere

sull’intonaco della parete del palazzo reale,

di fronte al candelabro, e il re vide il palmo

di quella mano che scriveva.

Allora il re cambiò colore: spaventosi

pensieri lo assalirono, le giunture dei suoi

fianchi si allentarono, i suoi ginocchi

battevano l’uno contro l’altro.

Fu allora introdotto Daniele alla presenza

del re ed egli gli disse: «Sei tu Daniele,

un deportato dei Giudei, che il re, mio

padre, ha portato qui dalla Giudea?

Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito

degli dèi santi e che si trova in te luce,

intelligenza e sapienza straordinaria.

Ora, mi è stato detto che tu sei esperto

nel dare spiegazioni e risolvere

questioni difficili.

Se quindi potrai leggermi questa scrittura

e darmene la spiegazione, tu sarai vestito

di porpora, porterai al collo una collana

d’oro e sarai terzo nel governo del regno».

Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi

doni per te e da’ ad altri i tuoi regali:

tuttavia io leggerò la scrittura al re

e gliene darò la spiegazione.

Ti sei innalzato contro il Signore del cielo

e sono stati portati davanti a te i vasi del

suo tempio e in essi avete bevuto tu,

i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue

concubine: tu hai reso lode agli dèi

d’argento, d’oro, di bronzo, di ferro,

di legno, di pietra, i quali non vedono,

non odono e non comprendono, e non hai

glorificato Dio, nelle cui mani è la tua

vita e a cui appartengono tutte le tue vie.

Da lui fu allora mandato il palmo di quella

mano che ha tracciato quello scritto.

E questo è lo scritto tracciato: Mene, Tekel,

Peres, e questa ne è l’interpretazione: Mene:

Dio ha contato il tuo regno e gli ha posto

fine; Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance

e sei stato trovato insufficiente; Peres:

il tuo regno è stato diviso e dato

ai Medi e ai Persiani».

Parola di Dio.

Vangelo

Sarete odiati da tutti a causa del mio nome.

Ma nemmeno un capello del vostro

capo andrà perduto.

Dal Vangelo secondo Luca (21,12-19) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Metteranno le mani su di voi e vi

perseguiteranno, consegnandovi alle

sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi

davanti a re e governatori, a causa

del mio nome.

Avrete allora occasione di dare testimonianza.

Mettetevi dunque in mente di non preparare

prima la vostra difesa; io vi darò parola e

sapienza, cosicché tutti i vostri avversari

non potranno resistere né controbattere.

Sarete traditi perfino dai genitori, dai

fratelli, dai parenti e dagli amici, e

uccideranno alcuni di voi; sarete odiati

da tutti a causa del mio nome.

Ma nemmeno un capello del vostro

capo andrà perduto.

Con la vostra perseveranza salverete

la vostra vita».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Quando parliamo di martiri pensiamo

sempre alle prime comunità cristiane,

ci immaginiamo spietati e corrotti

imperatori romani sacrificare inermi

famiglie cristiane gettandole in

pasto ai leoni.

Un calcolo approssimativo ci dice che

in questi due millenni circa quaranta

milioni di cristiani hanno perso la vita

con violenza e la metà di essi

nell’orribile ventesimo secolo.

Sì, proprio quello appena trascorso,

amici, il secolo dei progressi, della

tecnologia, dei viaggi spaziali, quel

secolo ha visto una vera e propria

vendemmia di cristiani, una carneficina

che ha accomunato la sorte di tanti

fratelli alle sorti degli ebrei nei campi

di sterminio, o dei sacerdoti nei gulag

sovietici o nei più recenti integralismi

nelle non lontane Filippine o in Somalia.

Fratelli e sorelle come noi, discepoli del

Maestro Gesù, uccisi senza una ragione,

spazzati via dall’odio etnico.

Davanti a questi fratelli vogliamo

interrogarci sul nostro cristianesimo

da poltrona e pantofole, sui nostri

troppi e inopportuni silenzi durante

le discussioni farcite di pregiudizi,

sulle occasioni-evitate-di rendere

testimonianza, come chiede oggi il

Signore ai suoi discepoli.

Testimonianza di amore e di dialogo,

di fermezza e di testimonianza, senza

fanatismi, ma capace di porre interrogativi,

di suscitare brecce nelle incrollabili e

pagane certezze della nostra modernità.

E se questo, talvolta, suscita uno sguardo

di commiserazione, una battuta

inopportuna nei colleghi, un qualche

piccino dispetto, portate pazienza e pregate;

era già previsto dal Signore Gesù!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 27 novembre 2023

Il Vangelo del Martedì 28 Novembre 2023

 

Della 34° settimana del Tempo Ordinario.

San Giacomo della Marca, Religioso e sacerdote.

Prima Lettura

Dio farà sorgere un regno che non sarà mai

distrutto e annienterà tutti gli altri regni.

Dal libro del profeta Daniele (2,31-45)

In quei giorni, Daniele disse a Nabucodònosor:

«Tu stavi osservando, o re, ed ecco una

statua, una statua enorme, di straordinario

splendore, si ergeva davanti a te con

terribile aspetto.

Aveva la testa d’oro puro, il petto e le

braccia d’argento, il ventre e le cosce

di bronzo, le gambe di ferro e i piedi in

parte di ferro e in parte d’argilla.

Mentre stavi guardando, una pietra si

staccò dal monte, ma senza intervento

di mano d’uomo, e andò a battere contro

i piedi della statua, che erano di ferro

e d’argilla, e li frantumò.

Allora si frantumarono anche il ferro,

l’argilla, il bronzo, l’argento e l’oro e

divennero come la pula sulle aie d’estate;

il vento li portò via senza lasciare traccia,

mentre la pietra, che aveva colpito la

statua, divenne una grande montagna

che riempì tutta la terra.

Questo è il sogno: ora ne daremo la

spiegazione al re.

Tu, o re, sei il re dei re; a te il Dio del

cielo ha concesso il regno, la potenza,

la forza e la gloria.

Dovunque si trovino figli dell’uomo,

animali selvatici e uccelli del cielo,

egli li ha dati nelle tue mani; tu li

dòmini tutti: tu sei la testa d’oro.

Dopo di te sorgerà un altro regno,

inferiore al tuo; poi un terzo regno,

quello di bronzo, che dominerà su

tutta la terra.

Ci sarà poi un quarto regno, duro come

il ferro: come il ferro spezza e frantuma

tutto, così quel regno spezzerà e

frantumerà tutto.

Come hai visto, i piedi e le dita erano in

parte d’argilla da vasaio e in parte di ferro:

ciò significa che il regno sarà diviso, ma

ci sarà in esso la durezza del ferro, poiché

hai veduto il ferro unito all’argilla fangosa.

Se le dita dei piedi erano in parte di ferro

e in parte d’argilla, ciò significa che una

parte del regno sarà forte e l’altra fragile.

Il fatto d’aver visto il ferro mescolato

all’argilla significa che le due parti si

uniranno per via di matrimoni, ma non

potranno diventare una cosa sola, come il

ferro non si amalgama con l’argilla fangosa.

Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà

sorgere un regno che non sarà mai distrutto

e non sarà trasmesso ad altro popolo:

stritolerà e annienterà tutti gli altri regni,

mentre esso durerà per sempre.

Questo significa quella pietra che tu hai

visto staccarsi dal monte, non per

intervento di una mano, e che ha

stritolato il ferro, il bronzo, l’argilla,

l’argento e l’oro.

Il Dio grande ha fatto conoscere al re

quello che avverrà da questo tempo in poi.

Il sogno è vero e degna di fede ne è

la spiegazione».

Parola di Dio.

Vangelo

Non sarà lasciata pietra su pietra.

Dal Vangelo secondo Luca (21,5-11) anno dispari.

In quel tempo, mentre alcuni parlavano

del tempio, che era ornato di belle pietre

e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno

giorni nei quali, di quello che vedete,

non sarà lasciata pietra su pietra che

non sarà distrutta».

Gli domandarono: «Maestro, quando

dunque accadranno queste cose e quale

sarà il segno, quando esse staranno

per accadere?».

Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare.

Molti infatti verranno nel mio nome

dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”.

Non andate dietro a loro!

Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni,

non vi terrorizzate, perché prima devono

avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

Poi diceva loro: «Si solleverà nazione

contro nazione e regno contro regno,

e vi saranno in diversi luoghi terremoti,

carestie e pestilenze; vi saranno anche

fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il Signore Gesù ha ragione, malgrado

l’immenso sforzo della gente di

Gerusalemme e del grande re Erode,

il tempio di Gerusalemme, ci racconta

la storia, sarà raso al suolo a pochi anni

dalla sua costruzione, qualche decennio

dopo la morte di Gesù.

La storia umana è piena di opere

dell’ingegno umano, di opere d’arte,

che bene manifestano lo sforzo

dell’uomo intento a costruire luoghi che

ci spingono all’altrove, che ci innalzano,

che ci stupiscono.

Ma la storia è altrettanto piena di uomini

e di guerre che radono al suolo ogni cosa,

ogni opera d’arte, ogni tentativo di superarsi.

Gesù è severo nel giudicare questo

atteggiamento, nel condannare la violenza

e ci invita a non lasciarci spaventare.

Le guerre e le violenze non sono il segno

della sconfitta di Dio, né della sua

punizione, non sono catastrofici segnali

di una imminente fine, ma-per il

credente-sono l’invito alla conversione,

ad andare all’essenziale, a non

lasciarsi turbare.

E Gesù, con preveggenza, ci ammonisce

e ci invita a non lasciarci influenzare

dagli improbabili guru del tempo

contemporaneo, dalle cartomanti agli

invasati spirituali.

No, amici, il Vangelo ci basti nell’attesa

del ritorno del Signore, il Vangelo ci

basti per costruire il Regno là dove

l’umanità langue, per diventare noi,

col nostro agire e la nostra preghiera,

testimoni della speranza cristiana.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.