sabato 28 ottobre 2023

Il Vangelo di Domenica 29 Ottobre 2023

 

Della 30° Domenica del Tempo Ordinario.

Beata Chiara Luce Badano, giovane focolarina.

Prima Lettura

Se maltratterete la vedova e l'orfano,

la mia ira si accenderà contro di voi.

Dal libro dell'Èsodo (22,20-26)

Così dice il Signore: «Non molesterai il

forestiero né lo opprimerai, perché voi

siete stati forestieri in terra d'Egitto.

Non maltratterai la vedova o l'orfano.

Se tu lo maltratti, quando invocherà da

me l'aiuto, io darò ascolto al suo grido,

la mia ira si accenderà e vi farò morire

di spada: le vostre mogli saranno vedove

e i vostri figli orfani.

Se tu presti denaro a qualcuno del mio

popolo, all'indigente che sta con te, non

ti comporterai con lui da usuraio: voi non

dovete imporgli alcun interesse.

Se prendi in pegno il mantello del tuo

prossimo, glielo renderai prima del

tramonto del sole, perché è la sua sola

coperta, è il mantello per la sua pelle;

come potrebbe coprirsi dormendo?

Altrimenti, quando griderà verso di me,

io l'ascolterò, perché io sono pietoso».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 17 (18)

Ripetiamo. Ti amo, Signore, mia forza.

 

Ti amo, Signore, mia forza,

Signore, mia roccia,

mia fortezza, mio liberatore. R.

 

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio

scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.

Invoco il Signore, degno di lode,

e sarò salvato dai miei nemici. R.

 

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,

sia esaltato il Dio della mia salvezza.

Egli concede al suo re grandi vittorie,

si mostra fedele al suo consacrato. R.

 

Seconda Lettura

Vi siete convertiti dagli idoli,

per servire Dio e attendere il suo Figlio.

Dalla prima lettera di san Paolo

apostolo ai Tessalonicési (1,5c-10)

Fratelli, ben sapete come ci siamo

comportati in mezzo a voi per il

vostro bene.

E voi avete seguito il nostro esempio

e quello del Signore, avendo accolto

la Parola in mezzo a grandi prove,

con la gioia dello Spirito Santo, così

da diventare modello per tutti i credenti

della Macedònia e dell'Acàia.

Infatti per mezzo vostro la parola del

Signore risuona non soltanto in

Macedonia e in Acaia, ma la vostra

fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto

che non abbiamo bisogno di parlarne.

Sono essi infatti a raccontare come noi

siamo venuti in mezzo a voi e come vi

siete convertiti dagli idoli a Dio, per

servire il Dio vivo e vero e attendere dai

cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato

dai morti, Gesù, il quale ci libera dall'ira

che viene.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Se uno mi ama, osserverà la mia parola,

dice il Signore, e il Padre mio lo amerà

e noi verremo a lui. (Gv 14,23)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo

prossimo come te stesso.

Dal Vangelo secondo Matteo (22,34-40) anno A.

In quel tempo, i farisei, avendo udito che

Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi,

si riunirono insieme e uno di loro, un

dottore della Legge, lo interrogò per

metterlo alla prova: «Maestro, nella

Legge, qual è il grande comandamento?».

Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio

con tutto il tuo cuore, con tutta la tua

anima e con tutta la tua mente.

Questo è il grande e primo comandamento.

Il secondo poi è simile a quello: Amerai

il tuo prossimo come te stesso.

Da questi due comandamenti dipendono

tutta la Legge e i Profeti».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Cosa è essenziale alla vita?

Cosa è essenziale alla fede?

E alla fede cristiana?

Come possiamo dire il cristianesimo a

chi ne ha una percezione superficiale

e frammentaria?

Il dottore della Legge di oggi, uno che

conosce bene la Parola, uno che fa parte

del movimento di super devoti dei farisei

pone una domanda accademica al

falegname di Nazareth.

Gesù sorride e risponde, districandosi

abilmente e mettendo ordine fra gli oltre

seicento precetti che un buon israelita

era chiamato a rispettare.

Cosa fa di un uomo un discepolo di Gesù?

Andare in chiesa? Pregare?

Farsi battezzare?

Donare parte delle proprie imposte

alla Chiesa cattolica? Cosa?

Gesù è tagliente, efficace, straordinario.

L’essenziale è amare.

Credere porta ad amare.

Il cristiano si è scoperto amato e capace

di amare come Dio, fino a morirne.

La Chiesa è (o dovrebbe essere) la comunità

di coloro che, amati, sanno amare.

E dice; il primo comandamento è amare

Dio e amare il prossimo.

Calma, però.

Non è strano parlare di ‘comandamento’

rispetto all’amore?

L’amore non ci richiama concetti come,

desiderio, entusiasmo, libertà, gratuità?

Posso amare per dovere?

Posso ordinare di amarmi? Certo che no!

Come può Gesù comandarmi di amare

Dio, se l’amore è atto di pura libertà,

di totale gratuità?

Esiste un comandamento prima del

primo, un comandamento ‘zero’.

Esiste un sottointeso che chi fa esperienza

di Dio conosce bene, Dio ti ama di

un amore immenso, lasciati amare.

Ciò che Gesù chiede è di arrenderci al

corteggiamento di Dio, di lasciare il

nostro intimo fiorire nella passione

verso la tenerezza che Dio ci offre.

Amare non è lo sforzo di chi vuole

rendere onore, ma la risposta di chi

ha sentito la seduzione di Dio.

Gesù ci sta dicendo: “Ama perché sei

immensamente amato, lasciati amare

dalla tenerezza di Dio!”.

La morale è risposta ad una chiamata,

è un cambiamento di vita che scaturisce

dal sentirsi amati.

(Quante conseguenze scaturiscono da

questa prima riflessione!

Non dobbiamo, allora, cercare prima

di ogni altra cosa il Regno?

La piantiamo di fare i moralisti?)

Mi piace questo comandamento!

Esiste un comandamento prima del primo.

Prima non nel senso di importanza, ma

di tempo: “lasciati amare da Dio”.

La vita è ricerca di questo amore che,

una volta scoperto, diventa sorgente

per amare i fratelli.

Gesù pone l’amore al centro della sua vita.

Anch’io sento lo stesso desiderio,

desiderio che cresce col passare degli

anni, pur nella consapevolezza della

fatica che faccio ad amare con libertà

e pienezza, anch’io vorrei tanto

imparare ad amare.

Dio mi ‘ordina’ di fare esattamente ciò

che desidero maggiormente, lasciarmi

amare ed amare.

Solo che Lui sa come si fa (essendo

l’autore di questa genialata!) io un

pò meno.

Orientare la nostra vita verso l’amore

è l’unica cosa che ci può dare felicità.

Si tratta anzitutto di accogliere l’amore

di Dio per poi riversarlo sul fratello

e su di noi.

L’amore che Cristo chiede per i fratelli

(arriverà a chiederlo per i nemici) non è

uno sforzo di volontà che devo attuare

a malincuore, ma il desiderio di

comunicare l’amore che io per primo ho

ricevuto e che posso dare al fratello nel

quale riconosco l’impronta di Dio.

Gesù mi chiede di amare con forza,

con intensità, più che riesco, dando

del mio meglio.

Quante persone conosco che si

deprimono perché non riescono ad

amare come vorrebbero!

E Gesù dice loro; ama come riesci,

non come vorresti.

Gesù mi chiede di amare con passione,

a costo di bruciarmi.

Quante persone conosco che, scottate

da esperienze negative, amano col

freno a mano tirato.

E Gesù dice loro; ama e, se sbagli, pazienza.

Non vuole persone tiepide, il Rabbì,

vuole entusiasti come Davide, come

Paolo, preferisce chi sbaglia per

eccesso che per difetto.

Gesù mi chiede di amare con intelligenza,

conoscendo, imparando, nutrendo la mia

mente, aperti alle esperienze più diverse.

Quante persone pensano che credere nel

Dio dei cattolici equivalga a cestinare

il cervello!

E Gesù dice loro; scoprite quanto Dio

è creativo, immaginifico, stupendo,

diffuso, presente ovunque.

Di più; quella sottile annotazione ‘come

te stesso’ ci spalanca orizzonti ancora

più ampi.

Posso amare solo se mi amo.

Posso accogliere solo se mi sono accettato.

E questo non è un atteggiamento

spontaneo, molti faticano ad amarsi,

o lasciano la parte oscura di sé emergere,

facendo dell’amore un laccio, una

trappola, una sanguisuga che

morbosamente succhia l’energia

degli altri.

L’amore di Gesù è libero e mi rende

capace di amare liberamente, senza

possedere altro se non la gioia

del condividere.

Posso anche considerarmi non amabile,

ma Cristo mi dice che Dio ama me, con

le mie fatiche, i miei limiti, le mie storie,

le mie oscurità.

Non mi ama perché amabile, non mi ama

perché me lo merito ma, amandomi,

mi rende amabile.

Da questo dipende il resto.

Se ho colto l’amore che Dio mi rivolge,

se da Lui ho attinto la forza per accettare

i miei limiti, divento capace di amare

sul serio e la vita diventa luce.

Il resto non importa, è dopo, secondo, altro.

Che io realizzi i miei sogni, che io riesca

nei miei progetti, che io abbia una vita più

o meno felice diventa, paradossalmente, dopo.

L’essenziale è amare, lasciarsi amare.

Saremo giudicati sull’amore o, forse,

sul desiderio di amare.

Dico questo ora che la vita ha segnato le

mie convinzioni, pensando alle troppe

persone che ho incontrato e che vorrebbero

amare e non riescono, che sono segnati

da mille ferite sanguinanti per cui la

normalità è l’utopia assoluta.

A questi fratelli, gli ultimi, gli sconfitti,

i poveri di cuore, Gesù promette la

pienezza del cuore.

Da questo dipende il resto; i piani pastorali,

le strutture, i carismi, i ministeri, l’etica,

la politica, le scelte, le norme che

concretizzano l’amore (la legge), il vivere

vivendo il futuro (i profeti), i ruoli,

la Chiesa, la missione, le congregazioni,

le strutture. Tutto dopo.

Se prima e dentro non c’è l’amore,

rendiamo assente Dio.

Buona Domenica degli innamorati, Fausto.

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