lunedì 14 agosto 2023

Il Vangelo del Martedì 15 Agosto 2023

 

Della 19° settimana del Tempo Ordinario.

Maria Santissima Assunta in Cielo.

Prima Lettura

Una donna vestita di sole, con la

luna sotto i suoi piedi.

Dal libro dell’Apocalisse di san

Giovanni apostolo (11,19a;12,1-6a.10ab)

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e

apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.

Un segno grandioso apparve nel cielo: una

donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi

piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle.

Era incinta, e gridava per le doglie e il

travaglio del parto.

Allora apparve un altro segno nel cielo:

un enorme drago rosso, con sette teste e

dieci corna e sulle teste sette diademi; la

sua coda trascinava un terzo delle stelle

del cielo e le precipitava sulla terra.

Il drago si pose davanti alla donna, che

stava per partorire, in modo da divorare

il bambino appena lo avesse partorito.

Essa partorì un figlio maschio, destinato

a governare tutte le nazioni con scettro

di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio

e verso il suo trono.

La donna invece fuggì nel deserto, dove

Dio le aveva preparato un rifugio.

Allora udii una voce potente nel cielo che

diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la

forza e il regno del nostro Dio e la potenza

del suo Cristo».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale Dal Sal 44 (45)

Ripetiamo. Risplende la regina, Signore, alla tua destra.

Figlie di re fra le tue predilette; alla tua

destra sta la regina, in ori di Ofir. R.

 

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:

dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. R.

 

Il re è invaghito della tua bellezza.

È lui il tuo signore: rendigli omaggio. R.

 

Dietro a lei le vergini, sue compagne,

condotte in gioia ed esultanza,

sono presentate nel palazzo del re. R.

 

Seconda Lettura

Cristo risorto è la primizia; poi, alla

sua venuta, quelli che sono di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (15,20-27a)

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia

di coloro che sono morti.

Perché, se per mezzo di un uomo venne

la morte, per mezzo di un uomo verrà anche

la risurrezione dei morti.

Come infatti in Adamo tutti muoiono, così

in Cristo tutti riceveranno la vita.

Ognuno però al suo posto: prima Cristo,

che è la primizia; poi, alla sua venuta,

quelli che sono di Cristo.

Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il

regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al

nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.

È necessario infatti che egli regni finché

non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.

L’ultimo nemico a essere annientato sarà

la morte, perché ogni cosa ha posto

sotto i suoi piedi.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alelluia, alleluia.

 

Maria è assunta in cielo;

esultano le schiere degli angeli.

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Grandi cose ha fatto per me

l'Onnipotente: ha innalzato gli umili.

Dal Vangelo secondo Luca (1,39-56) anno dispari.

In quei giorni Maria si alzò e andò in

fretta verso la regione montuosa,

in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa,

salutò Elisabetta.

Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di

Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo

ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu

fra le donne e benedetto il frutto del

tuo grembo!

A che cosa devo che la madre del mio

Signore venga da me?

Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai

miei orecchi, il bambino ha sussultato

di gioia nel mio grembo.

E beata colei che ha creduto

nell’adempimento di ciò che il

Signore le ha detto».

Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica

il Signore e il mio spirito esulta in Dio,

mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà

della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi

chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome; di generazione in

generazione la sua misericordia per quelli

che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del

loro cuore; ha rovesciato i potenti dai

troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato

di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi

a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi

della sua misericordia, come aveva detto

ai nostri padri, per Abramo e la sua

discendenza, per sempre».

Maria rimase con lei circa tre mesi,

poi tornò a casa sua.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Ferragosto; tanti sono in villeggiatura, ma

per quelli che non se lo possono permettere,

e sono alla Santa Messa a festeggiare Maria

Assunta in Cielo, faccio una riflessione

sulla festa di Maria, la prima dei credenti,

la prima tra i risorti.

È una festa antichissima che affonda le sue

radici nella primitiva comunità cristiana.

Non vi nascondo, però, un sottile

disagio a parlare di Lei.

La ragione principale è la sua connaturale

timidezza di ragazza di paese, quindicenne,

abituata a lavorare in silenzio,

lontano dai palchi delle veline.

La seconda ragione del disagio è un’eccessiva

devozione nei confronti di Maria, fatta

in buona fede, ovviamente, ma pericolosa.

Pericolosa perché nei fratelli in cerca di Dio,

che vogliono passare dal cristianesimo al

discepolato, tutto questo eccesso di zelo frastorna.

E si corre il rischio, sottolineando le così tante

straordinarietà della Madre di Gesù dal finire con

l’allontanarla anni luce dalla (povera)

concretezza della nostra vita.

Insomma; il più grande torto che possiamo

fare a Maria è quello di metterla in una nicchia

e incoronarla con una corona d’oro.

Al solito; Dio ci dona una discepola esemplare,

una donna (forte Dio, in un mondo di maschilisti

come era allora, pone una donna a modello!) che,

per prima, ha scoperto il volto del Dio incarnato,

e noi subito a metterla sul piedistallo, santa

stratosferica da invocare nei momenti di sofferenza.

Per favore, no!

Maria ci è donata come sorella nella fede,

come discepola del Signore, come madre

dei discepoli.

Il cuore del suo cammino è narrato da

Luca, in quella corsa frenetica, tumultuosa,

che Maria compie all’indomani dell’annuncio

dell’angelo.

Non le aveva forse detto, l’angelo, della

gravidanza della sua vecchia cugina?

Maria parte volentieri da Nazareth,

ha bisogno di riflettere, di capire.

Ha paura di essersi sbagliata,

di avere avuto un colpo di sole.

Possibile, il Messia verrà?

Possibile, Lei è stata scelta come Madre?

Maria s’incammina verso sud, due giorni di

viaggio, pensieri che affollano la mente.

E l’incontro tra la matura Elisabetta e l’adolescente

Maria è un’apoteosi, un fuoco d’artificio.

Solo loro sanno, solo loro capiscono, i servi

e i familiari guardano stupiti queste due donne

che ridono e si abbracciano e piangono di gioia.

Elisabetta la guarda scuotendo la testa:

“Come hai fatto a credere, Maria?”.

Sì, Maria, anche noi lo ripetiamo, scuotendo

la testa; come hai potuto credere che davvero

Dio diventasse sguardo, sudore e calore

nel tuo ventre?

Come hai fatto a credere che-sul serio-Dio

avesse bisogno di te, e di noi, per

salvare l’umanità?

Come hai fatto a credere che il tuo

acerbo ventre contenesse l’Assoluto?

Beata te che hai creduto, Maria!

Beati noi, fragili discepoli, che sentiamo

l’orgoglio riempirci di lacrime gli occhi

e la nostalgia della santità mozzarci il

fiato, tu sei figlia della nostra umanità,

tu sei il riscatto delle nostre tiepidezze.

Allora è tutto vero, non dobbiamo avere paura.

Dio non si è stancato del suo popolo,

Dio non l’ha abbandonato,

non ci ha abbandonato, Dio è presente.

La danza finisce in un canto, lo stupore

della logica di Dio che prende una

quindicenne senza istruzione,

figlia povera di una terra occupata,

in un tempo senza internet e networks,

per salvare l’umanità.

Ecco, amici, questa è la festa dell’Assunta,

la storia di una discepola che ha creduto

davvero nella parola del suo Dio,

che insegna a noi, tiepidi credenti,

l’ardire di Dio, la follia dell’Assoluto.

Questa donna, noi crediamo, dopo la

lunga esperienza di una fede abitata dal

Mistero, è andata, prima tra i credenti,

al Dio che l’aveva chiamata.

Non poteva conoscere la corruzione della

morte colei che aveva dato alla luce

l’autore della vita.

Siamo in buona compagnia, amici!

Lasciamogli fare, allora a Dio.

Grandi cose ha fatto Dio in Maria.

Grandi cose può fare in noi, solo se

lo lasciamo fare!   

Coraggio non dobbiamo avere paura,

e come diceva il grande Giovanni Paolo,

apriamo le porte a Cristo, anzi,

spalanchiamo il nostro cuore a Dio!

Buona festa dell’Assunta a tutti, da Fausto. 

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