giovedì 8 giugno 2023

Il Vangelo del Venerdì 9 Giugno 2023

 

Della 9° settimana del Tempo Ordinario.

San Efrem, diacono e dottore della Chiesa.

Prima lettura.

Dio mi ha colpito, ma ora io contemplo mio figlio.

Dal libro di Tobìa (11,5-17)

In quei giorni, Anna sedeva scrutando la

strada per la quale era partito il figlio.

Quando si accorse che stava arrivando,

disse al padre di lui: «Ecco, sta tornando

tuo figlio con l’uomo che l’accompagnava».

Raffaele disse a Tobìa, prima che si

avvicinasse al padre: «Io so che i suoi

occhi si apriranno.

Spalma il fiele del pesce sui suoi occhi;

il farmaco intaccherà e asporterà come

scaglie le macchie bianche dai suoi occhi.

Così tuo padre riavrà la vista e vedrà la luce».

Anna corse avanti e si gettò al collo di suo

figlio dicendogli: «Ti rivedo, o figlio.

Ora posso morire!».

E si mise a piangere.

Tobi si alzò e, incespicando, uscì dalla

porta del cortile.

Tobìa gli andò incontro, tenendo in mano

il fiele del pesce.

Soffiò sui suoi occhi e lo trasse vicino,

dicendo: «Coraggio, padre!».

Gli applicò il farmaco e lo lasciò agire,

poi distaccò con le mani le scaglie bianche

dai margini degli occhi.

Tobi gli si buttò al collo e pianse, dicendo:

«Ti vedo, figlio, luce dei miei occhi!».

E aggiunse: «Benedetto Dio!

Benedetto il suo grande nome!

Benedetti tutti i suoi angeli santi!

Sia il suo santo nome su di noi e siano

benedetti i suoi angeli per tutti i secoli.

Perché egli mi ha colpito, ma ora io

contemplo mio figlio Tobìa».

Tobia entrò in casa lieto, benedicendo

Dio con tutta la voce che aveva.

Poi Tobìa informò suo padre del viaggio

che aveva compiuto felicemente, del

denaro che aveva riportato, di Sara, figlia

di Raguèle, che aveva preso in moglie e

che stava venendo e si trovava ormai

vicina alla porta di Nìnive.

Allora Tobi uscì verso la porta di Nìnive

incontro alla sposa di lui, lieto e

benedicendo Dio.

La gente di Nìnive, vedendolo passare e

camminare con tutto il vigore di un tempo,

senza che alcuno lo conducesse per mano,

fu presa da meraviglia.

Tobi proclamava davanti a loro che Dio

aveva avuto pietà di lui e che gli aveva

aperto gli occhi.

Tobi si avvicinò poi a Sara, la sposa di

suo figlio Tobìa, e la benedisse dicendole:

«Sii la benvenuta, figlia!

Benedetto sia il tuo Dio, che ti ha

condotto da noi, figlia!

Benedetto sia tuo padre, benedetto mio

figlio Tobìa e benedetta tu, o figlia!

Entra nella casa, che è tua, sana e salva,

nella benedizione e nella gioia; entra, o figlia!».

Parola di Dio.

Vangelo.

Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide?

Dal Vangelo secondo Marco (12,35-37) anno dispari.

In quel tempo, insegnando nel tempio,

Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono

che il Cristo è figlio di Davide?

Disse infatti Davide stesso, mosso dallo

Spirito Santo: “Disse il Signore al mio

Signore: Siedi alla mia destra, finché io

ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”.

Davide stesso lo chiama Signore: da

dove risulta che è suo figlio?».

E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Piccola catechesi di Gesù ai suoi

concittadini; alla luce della Parola

citata con competenza, Gesù allude al

fatto che il Messia non può essere il

figlio del re Davide, come tutti

pensavano, visto che Davide stesso

lo riconosce come Signore.

Nel velato riferimento alla sua vera

identità, Gesù parla della sua profonda

natura a partire dalle parole della Bibbia

che gli uditori conoscevano bene e

dimostra che non è necessario essere

scribi o dottori della Legge per capire

la Parola, cosa che scandalizza proprio

coloro che credevano essere i detentori

della conoscenza religiosa.

Che bello!

La Parola di Dio può illuminare la nostra

giornata, rivelandone il significato

profondo, anche se non abbiamo tre

dottorati in teologia!

Ascoltiamola volentieri questa

Parola-allora-durante la celebrazione

festiva, nel breve viaggio che ci sta

portando al lavoro, nella preghiera

quotidiana, discepoli del Signore.

Un’ulteriore riflessione, più rivolta ai

sacerdoti e ai catechisti, ci invita a

semplificare il nostro linguaggio,

utilizzando con competenza le parole

stesse della Scrittura.

Evitiamo di fare immensi panegirici

intorno alla sapienza umana e all’ultima

novità teologica nei nostri commenti,

nei nostri incontri di catechesi, restiamo

ben avvitati e ancoràti alle Parole del

Maestro Gesù, parole da conservare e

da far crescere in noi per poi raccontarle

a chi oggi incontreremo, con l’aiuto

della preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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