mercoledì 7 giugno 2023

Il Vangelo del Giovedì 8 Giugno 2023

 

Della 9° settimana del Tempo Ordinario.

San Medardo, Vescovo.

Prima lettura.

Dégnati di avere misericordia di me e di

lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia.

Dal libro di Tobìa (6,10-11;7,1.9-17;8,4-9)

In quei giorni, erano entrati nella Media

e già erano vicini a Ecbàtana, quando

Raffaele disse al ragazzo: «Fratello Tobìa!».

Gli rispose: «Eccomi».

Riprese: «Questa notte dobbiamo alloggiare

presso Raguèle, che è tuo parente.

Egli ha una figlia chiamata Sara».

 Quando fu entrato in Ecbàtana, Tobìa

disse: «Fratello Azarìa, conducimi diritto

dal nostro fratello Raguèle».

Egli lo condusse alla casa di Raguèle,

che trovarono seduto presso la porta

del cortile.

Lo salutarono per primi ed egli rispose:

«Salute, fratelli, siate i benvenuti!».

Li fece entrare in casa.

 Si lavarono, fecero le abluzioni e, quando

si furono messi a tavola, Tobìa disse a

Raffaele: «Fratello Azarìa, domanda a

Raguèle che mi dia in moglie mia

cugina Sara».

Raguèle udì queste parole e disse al

giovane: «Mangia, bevi e sta’ allegro

per questa sera, poiché nessuno all’infuori

di te, mio parente, ha il diritto di prendere

mia figlia Sara, come del resto neppure io

ho la facoltà di darla a un altro uomo

all’infuori di te, poiché tu sei il mio

parente più stretto.

Però, figlio, voglio dirti con franchezza la verità.

L’ho data a sette mariti, scelti tra i nostri

fratelli, e tutti sono morti la notte in cui

entravano da lei.

Ora, figlio, mangia e bevi; il Signore

sarà con voi».

Ma Tobìa disse: «Non mangerò affatto

né berrò, prima che tu abbia preso una

decisione a mio riguardo».

Rispose Raguèle: «Lo farò!

Ella ti viene data secondo il decreto del

libro di Mosè e come dal cielo è stato

stabilito che ti sia data.

Abbi cura di lei, d’ora in poi tu sei suo

fratello e lei tua sorella.

Ti viene concessa da oggi per sempre.

Il Signore del cielo vi assista questa notte,

o figlio, e vi conceda la sua misericordia

e la sua pace».

 Raguèle chiamò sua figlia Sara e, quando

venne, la prese per mano e l’affidò a Tobìa

con queste parole: «Prendila; secondo la

legge e il decreto scritto nel libro di Mosè

lei ti viene concessa in moglie.

Tienila e, sana e salva, conducila da tuo padre.

Il Dio del cielo vi conceda un buon

viaggio e pace».

Chiamò poi la madre di lei e le disse di

portare un foglio e stese l’atto di matrimonio,

secondo il quale concedeva in moglie

a Tobìa la propria figlia, in base al decreto

della legge di Mosè.

Dopo di ciò cominciarono a mangiare e a bere.

Poi Raguèle chiamò sua moglie Edna

e le disse: «Sorella mia, prepara l’altra

camera e conducila dentro».

Quella andò a preparare il letto della

camera, come le aveva ordinato, e vi

condusse la figlia.

Pianse per lei, poi si asciugò le lacrime

e le disse: «Coraggio, figlia, il Signore

del cielo cambi in gioia il tuo dolore.

Coraggio, figlia!». E uscì.

 Gli altri intanto erano usciti e avevano

chiuso la porta della camera.

Tobìa si alzò dal letto e disse a Sara:

«Sorella, àlzati!

Preghiamo e domandiamo al Signore

nostro che ci dia grazia e salvezza».

Lei si alzò e si misero a pregare e a

chiedere che venisse su di loro la

salvezza, dicendo: «Benedetto sei tu,

Dio dei nostri padri, e benedetto per

tutte le generazioni è il tuo nome!

Ti benedicano i cieli e tutte le creature

per tutti i secoli!

Tu hai creato Adamo e hai creato Eva

sua moglie, perché gli fosse di aiuto

e di sostegno.

Da loro due nacque tutto il genere umano.

Tu hai detto: “Non è cosa buona che

l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto

simile a lui”.

Ora non per lussuria io prendo questa

mia parente, ma con animo retto.

Dégnati di avere misericordia di me e

di lei e di farci giungere insieme

alla vecchiaia».

E dissero insieme: «Amen, amen!».

Poi dormirono per tutta la notte.

Parola di Dio.

Vangelo.

Non c’è altro comandamento più grande di questi.

Dal Vangelo secondo Marco (12,28b-34) anno dispari.

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno

degli scribi e gli domandò: «Qual è il

primo di tutti i comandamenti?».

Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele!

Il Signore nostro Dio è l’unico Signore;

amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo

cuore e con tutta la tua anima, con tutta

la tua mente e con tutta la tua forza".

Il secondo è questo: "Amerai il tuo

prossimo come te stesso".

Non c’è altro comandamento più grande

di questi».

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene,

Maestro, e secondo verità, che Egli è

unico e non vi è altri all’infuori di lui;

amarlo con tutto il cuore, con tutta

l’intelligenza e con tutta la forza e

amare il prossimo come se stesso vale

più di tutti gli olocausti e i sacrifici».

Vedendo che egli aveva risposto

saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei

lontano dal regno di Dio».

E nessuno aveva più il coraggio

di interrogarlo.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

È sconcertante, al solito, questo Gesù

che affronta uno spinoso tema esistenziale

con una serenità e una semplicità che

fanno rabbrividire.

Cosa vuol dire essere credente?

Discepolo? Cristiano, in questo nevrotico

ventunesimo secolo?

La risposta di Gesù è diretta; ama.

Ama Dio, lasciati raggiungere dal suo

amore e ricambialo, amalo con tutte le

tue forze, cioè più che riesci, più che

puoi, con i tuoi limiti, non proiettare

addosso a Dio le tue paure e le tue

mediocrità, Dio è grande, immenso, è Padre.

Amalo e lasciati amare perché questo

amore ti trasformi e ti trasfiguri,

rendendoti capace di amare te stesso

e il tuo fratello.

Te stesso; perché scoprendo la relazione

D’amore che ti lega a Dio, non puoi fare

a meno di volerti bene, di prenderti con

serenità, di accettarti senza deliri di

onnipotenza e senza depressioni.

Una volta scopertoti amato, diventerai

capace di amare, non amerai quelli

simpatici, ma amerai tutti dell’amore

con cui sei amato.

Semplice, dice, Gesù, vivere la fede è

semplice e bello, basta amare e ogni

norma, ogni regola, anche nella Chiesa,

ci deve aiutare ad amare o non serve.

E nessuno ha più il coraggio di parlare. 

Questo povero scriba voleva solo fare

sfoggio di cultura con una dotta

disquisizione sull’ordine di importanza

degli oltre seicento comandamenti che il

pio israelita era tenuto ad osservare, non

restiamo destabilizzati, ma preghiamo!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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