Della 10° settimana del Tempo Ordinario.
Sant' Eliseo,
Profeta.
Prima lettura.
Ci ha resi capaci
di essere ministri di
una Nuova Alleanza,
non della lettera,
ma dello Spirito.
Dalla seconda lettera
di san Paolo
apostolo ai Corìnzi
(3,4-11)
Fratelli, proprio
questa è la fiducia che
abbiamo per mezzo di
Cristo, davanti a Dio.
Non che da noi stessi
siamo capaci di
pensare qualcosa come
proveniente da
noi, ma la nostra
capacità viene da Dio,
il quale anche ci ha
resi capaci di essere
ministri di una nuova
alleanza, non della
lettera, ma dello
Spirito; perché la lettera
uccide, lo Spirito
invece dà vita.
Se il ministero della
morte, inciso in
lettere su pietre, fu
avvolto di gloria
al punto che i figli
d’Israele non potevano
fissare il volto di
Mosè a causa dello
splendore effimero del
suo volto, quanto
più sarà glorioso il
ministero dello Spirito?
Se già il ministero che porta alla condanna
fu glorioso, molto di
più abbonda di gloria
il ministero che porta
alla giustizia.
Anzi, ciò che fu
glorioso sotto quell’aspetto, non
lo è più, a causa di
questa gloria incomparabile.
Se dunque ciò che era
effimero fu glorioso,
molto più lo sarà ciò
che è duraturo.
Parola di Dio.
Vangelo.
Non sono venuto ad
abolire,
ma a dare pieno
compimento.
Dal Vangelo secondo
Matteo (5,17-19) anno dispari.
In quel tempo, Gesù
disse ai suoi
discepoli: «Non
crediate che io sia
venuto ad abolire la
Legge o i Profeti;
non sono venuto ad
abolire, ma a dare
pieno compimento.
In verità io vi dico:
finché non siano
passati il cielo e la
terra, non passerà un
solo iota o un solo
trattino della Legge,
senza che tutto sia
avvenuto.
Chi dunque trasgredirà
uno solo di questi
minimi precetti e
insegnerà agli altri a
fare altrettanto, sarà
considerato minimo
nel regno dei cieli.
Chi invece li
osserverà e li insegnerà, sarà
considerato grande nel
regno dei cieli».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Gesù, amici, non è venuto a
cambiare
una virgola dell’alleanza con
Israele,
ma la porta a compimento.
Permettetemi oggi, allora, di
parlarvi dei
nostri fratelli maggiori, del
popolo di
Israele, a cui Dio ha promesso la
fedeltà nei
secoli (loro ce l’hanno fatta,
noi vedremo).
Lo dico perché conosco un sacco
di
cristiani, non voi, gli altri,
che vivono
la loro fede come se esistesse
solo il
Nuovo Testamento, come se non ci
fosse, prima di Gesù, ebreo, una
lunga
ed entusiasmante storia di
amicizia e di
amore con questo popolo
straordinario.
Non scordiamoci mai che Gesù e
gli
apostoli e la prima comunità era
composta esclusivamente da figli
di Israele e che, almeno per i
primi
decenni, i discepoli del Nazareno
vennero considerati alla stregua
di una
delle tante scuole di pensiero
del giudaismo.
Poi accadde l’inatteso; la
piccola
comunità divenne portatrice di un
messaggio, il Vangelo, che dilagò
a vista
d’occhio nell’Impero romano, e le
incomprensioni con i fratelli
ebrei aumentarono.
Accusati di non avere
riconosciuto il
Messia, i Giudei subirono,
accanto al
disprezzo dei popoli occidentali
basato
sul più bieco razzismo, una ahimé
sconsiderata disapprovazione da
parte
dei fratelli cristiani.
Il resto è storia; se la Shoà e
la tragedia
del nazismo-ideologia pagana e
lontana
anni luce dal cristianesimo-non
coinvolgono direttamente la fede
cristiana,
bisogna pur ammettere che il
clima,
creatosi nei secoli, di
avversione verso
i fratelli ebrei era in gran
parte debitore
di una posizione cristiana.
La storia è dura da cancellare,
ma i passi
di riavvicinamento e di rispetto
verso
i nostri fratelli maggiori si
sono
moltiplicati sotto il luminoso
Pontificato
di Giovanni Paolo II.
Se per noi l’ebraismo è sfociato
nel
cristianesimo, esiste ancora una
parte
del popolo ebraico che ha
conservato
fedelmente la Parola di Dio, e l’ha
sviluppata in maniera del tutto
originale
in questi due millenni.
A noi l’onere e la gioia di
leggere,
di conoscere e di stimare quanto
detto
e scritto dai nostri fratelli
ebrei,
depositari dell’alleanza e della
promessa irrevocabile fatta dal
loro
e nostro Dio.
Dio d’Israele, Dio fedele, Gesù
non
ha cambiato neppure una virgola
della tua Legge.
Donaci la fedeltà alla tua Parola
che-pur
tra mille persecuzioni-i nostri
fratelli
ebrei hanno avuto, affinché tutti
gli
uomini possano rendere gloria al
tuo
nome, attraverso la preghiera
comunitaria!
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il
tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in
cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri
debiti come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso
e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e
sempre, nei secoli dei
secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.
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