giovedì 27 aprile 2023

Il Vangelo del Venerdì 28 Aprile 2023

 

Della 3° settimana di Pasqua.

Santa Valeria di Milano, martire.

Prima Lettura

Egli è lo strumento che ho scelto per me,

affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni.

Dagli Atti degli Apostoli (9,1-20)

In quei giorni, Sàulo, spirando ancora

minacce e stragi contro i discepoli del

Signore, si presentò al sommo sacerdote

e gli chiese lettere per le sinagoghe di

Damàsco, al fine di essere autorizzato

a condurre in catene a Gerusalemme

tutti quelli che avesse trovato, uomini

e donne, appartenenti a questa Via.

E avvenne che, mentre era in viaggio e

stava per avvicinarsi a Damàsco,

all'improvviso lo avvolse una luce dal

cielo e, cadendo a terra, udì una voce

che gli diceva: «Sàulo, Sàulo, perché

mi perséguiti?».

Rispose: «Chi sei, o Signore?».

Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti!

Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà

detto ciò che devi fare».

Gli uomini che facevano il cammino con

lui si erano fermati ammutoliti, sentendo

la voce, ma non vedendo nessuno.

Sàulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli

occhi, non vedeva nulla.

Così, guidandolo per mano, lo condussero

a Damàsco.

Per tre giorni rimase cieco e non prese

né cibo né bevanda.

C'era a Damàsco un discepolo di nome Ananìa.

Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!».

Rispose: «Eccomi, Signore!».

E il Signore a lui: «Su, va' nella strada

chiamata Diritta e cerca nella casa di

Giuda un tale che ha nome Sàulo, di

Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto

in visione un uomo, di nome Ananìa,

venire a imporgli le mani perché

recuperasse la vista».

Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a

quest'uomo ho udito da molti quanto

male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme.

Inoltre, qui egli ha l'autorizzazione dei

capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli

che invocano il tuo nome».

Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli

è lo strumento che ho scelto per me,

affinché porti il mio nome dinanzi alle

nazioni, ai re e ai figli d'Israele; e io gli

mostrerò quanto dovrà soffrire per il

mio nome».

Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli

impose le mani e disse: «Sàulo, fratello,

mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù

che ti è apparso sulla strada che percorrevi,

perché tu riacquisti la vista e sia colmato

di Spirito Santo».

E subito gli caddero dagli occhi come

delle squame e recuperò la vista.

Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo

e le forze gli ritornarono.

Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli

che erano a Damàsco, e subito nelle

sinagoghe annunciava che Gesù

è il Figlio di Dio.

Parola di Dio.

Vangelo

La mia carne è vero cibo e il mio

sangue vera bevanda.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,52-59) anno dispari.

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere

aspramente fra loro: «Come può costui

darci la sua carne da mangiare?».

Gesù disse loro: «In verità, in verità io

vi dico: se non mangiate la carne del

Figlio dell'uomo e non bevete il suo

sangue, non avete in voi la vita.

Chi mangia la mia carne e beve il mio

sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò

nell'ultimo giorno.

Perché la mia carne è vero cibo e il mio

sangue vera bevanda.

Chi mangia la mia carne e beve il mio

sangue rimane in me e io in lui.

Come il Padre, che ha la vita, ha mandato

me e io vivo per il Padre, così anche

colui che mangia me vivrà per me.

Questo è il pane disceso dal cielo; non

è come quello che mangiarono i padri

e morirono.

Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Gesù disse queste cose, insegnando

nella sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Per chi non comprende, alla luce della

fede, i significati profondi dell’invito

di Cristo a mangiare la sua carne e bere

il suo sangue, gli interrogativi diventano

pressanti ed ogni spiegazione risulterebbe

inutile, paradossale e scandalosa.

Gesù però, dinanzi alle discussioni dei

soliti giudei nella sinagoga di Cafarnao,

non intende minimizzare affatto il suo

messaggio, anzi lo rende ancora più

incalzante: «In verità, in verità vi dico;

se non mangiate la carne del Figlio

dell’uomo e non bevete il suo sangue,

non avrete in voi la vita.

Chi mangia la mia carne e beve il mio

sangue ha la vita eterna e io lo

risusciterò nell’ultimo giorno».

Non c’è più scampo ad equivoci; è

questione di vita o di morte; la vita del

mondo, la vita di ogni uomo è ormai

indissolubilmente legata a quel cibo divino.

E non solo la vita presente, ma anche la

nostra eternità e la nostra risurrezione

dipendono ancora da quell’intima

comunione che Cristo vuole stabilire

con ognuno di noi.

«Chi mangia la mia carne e beve il mio

sangue dimora in me e io in lui».

Dimorare in Dio, essere certi che Cristo

vive in noi, deve dunque diventare la

suprema aspirazione dell’uomo; il Signore

Gesù paragona la comunione che intende

stabilire con noi con quella di cui egli

stesso gode con il Padre celeste.

Si tratta quindi di una comunione piena,

di vita, di amore, di condivisione

intima e totale.

Credo che questo contrasti notevolmente

con le nostre comunioni spesso

episodiche e fugaci.

Anche il nostro linguaggio ci tradisce;

noi siamo soliti dire che facciamo la

comunione e raramente osiamo esprimere

l’impegno cristiano di stare in piena

comunione con Cristo in modo stabile,

continuo, crescente.

Dobbiamo ammettere che siamo ben

lontani da quanto Cristo ci propone in

campo eucaristico; la dottrina che

l’evangelista Giovanni ci va offrendo

in questi giorni ci rende sempre più

consapevoli di come e quanto sia stata

svilita nei suoi valori essenziale e vitali.

Forse proprio in questa mutilazione

dottrinale e pratica troviamo la

spiegazione delle numerose e prolungate

assenze di tanti cristiani dalle nostre Messe.

Non siamo ancora riusciti a far comprendere

L’intimo legame che Gesù voleva stabilire

con la vita di ciascuno di noi.

È ancora, per nostra colpa, assente dal mondo,

dalle nostre vicende, dalle nostre storie;

è ancora chiuso nei tabernacoli o relegato

nei cieli il Signore; e non riusciamo a capire

quanto è bello essere in comunione con Lui,

attraverso l’Eucaristia e la preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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