Della 28° settimana del Tempo Ordinario.
San Daniele
Comboni.
Prima Lettura
Non siamo figli di
una schiava, ma della donna libera.
Dalla lettera di san
Paolo apostolo ai Gàlati (4,22-24.26-27.31-5,1)
Fratelli, sta scritto
che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla
donna libera.
Ma il figlio della
schiava è nato secondo la carne; il figlio della donna libera,
in virtù della
promessa.
Ora, queste cose sono
dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano
le due alleanze.
Una, quella del monte
Sinai, che genera nella schiavitù, è rappresentata da Agar.
Invece la Gerusalemme
di lassù è libera ed è la madre di tutti noi.
Sta scritto infatti: «Rallégrati,
sterile, tu che non partorisci, grida di gioia,
tu che non conosci i
dolori del parto, perché molti sono i figli dell’abbandonata,
più di quelli della
donna che ha marito».
Così, fratelli, noi
non siamo figli di una schiava, ma della donna libera.
Cristo ci ha liberati
per la libertà!
State dunque saldi e
non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
Parola di Dio.
Vangelo
Non sarà dato alcun
segno a questa generazione, se non il segno di Giona.
Dal Vangelo secondo
Luca (11,29-32) anno pari.
In quel tempo, mentre
le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa
generazione è una
generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le
sarà dato alcun segno,
se non il segno di Giona.
Poiché, come Giona fu
un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio
dell’uomo lo sarà per
questa generazione.
Nel giorno del
giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa
generazione e li
condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della
terra per ascoltare la
sapienza di Salomone.
Ed ecco, qui vi è uno
più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa
generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di
Giona si convertirono.
Ed ecco, qui vi è uno
più grande di Giona».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Le folle si accalcano attorno al
Maestro, desiderose di vederlo, ma Egli
afferma che quella è una
generazione malvagia.
Una reazione del genere, può
sembrarci eccessiva da parte di Gesù; perché
trattare così persone che lo
cercano?
Perché il Signore conosce
perfettamente quello che c’è nel loro cuore e sa che
sono semplicemente alla ricerca
di un altro miracolo, per nutrire la loro fame
di straordinario e nulla più.
Gesù indica loro un segno
importante, che però pochi di essi capiranno.
È il segno di Giona, il segno più
importante per capire chi è veramente Gesù;
il suo mistero pasquale di morte
e risurrezione.
Capire questo segno, significa
entrare nella verità profonda della vita di
Gesù e della sua donazione
d’amore.
Un segno di fronte al quale,
ognuno di noi dobbiamo prendere posizione,
facendoci aiutare dalla
preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci
indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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