mercoledì 31 agosto 2022

Il Vangelo del Giovedì 1 Settembre 2022

 

Della 22° settimana del Tempo Ordinario.

Sant' Egidio, Abate.

Prima Lettura

Tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (3,18-23)

Fratelli, nessuno si illuda.

Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per

diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio.

Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia».

E ancora: «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani».

Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo,

Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro!

Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

Parola di Dio.

Vangelo

Lasciarono tutto e lo seguirono.

Dal Vangelo secondo Luca (5,1-11) anno pari.

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola

di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate

alla sponda.

I pescatori erano scesi e lavavano le reti.

Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra.

Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le

vostre reti per la pesca».

Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo

preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».

Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi

si rompevano.

Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli.

Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.

Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo:

«Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore».

Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la

pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo,

che erano soci di Simone.

Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».

E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Fidarsi di Dio può sembrare facile, soprattutto quando tutto va secondo

i nostri desideri o i nostri progetti.

Il punto sta nel fidarsi della sua Parola, quando l’evidenza dei fatti dice

tutto il contrario.

Cosa può avere da insegnare un giovane Rabbino, a un gruppo di pescatori

esperti che fanno questo mestiere da una vita?

Eppure Pietro decide di fidarsi e, contro ogni evidenza, getta la rete secondo

le indicazioni di Gesù.

Qualche volta, quando sentiamo che la nostra fede si affievolisce o che non è più

vigorosa come quella di un tempo, dovremmo ricordare quanto sia importante

compiere questi atti di fede nel Signore.

La vita, del resto, spesso ci pone di fronte a delle situazioni nelle quali

è necessario affidarsi a Lui.

Questo può esserci utile per riscoprire la potenza del Signore, nella nostra

storia, ed io amici ne so qualche cosa.

Per questo vi consiglio sempre di pregare, perché altrimenti da soli non ci riuscite.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 30 agosto 2022

Il Vangelo del Mercoledì 31 Agosto 2022

 

Della 22° settimana del Tempo Ordinario.

San Raimondo Nonnato, religioso.

Prima Lettura

Noi siamo collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (3,1-9)

Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma carnali,

come a neonati in Cristo.

Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci.

E neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali.

Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali

e non vi comportate in maniera umana?

Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo»,

non vi dimostrate semplicemente uomini?

Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo?

Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno come il

Signore gli ha concesso.

Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere.

Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere.

Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria

ricompensa secondo il proprio lavoro.

Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.

Parola di Dio.

Vangelo

È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle

altre città; per questo sono stato mandato.

Dal Vangelo secondo Luca (4,38-44)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone.

La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.

Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò.

E subito si alzò in piedi e li serviva.

Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie

li condussero a lui.

Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.

Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!».

Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.

Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto.

Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché

non se ne andasse via.

Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno

di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».

E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Una delle attività che tenevano Gesù particolarmente impegnato, secondo la

testimonianza unanime degli evangelisti, era lo scacciare i demòni.

Essi infestavano il cuore-e spesso anche il corpo-dell’uomo, rendendolo schiavo.

Ancora oggi il Signore, continua questa sua attività attraverso la Chiesa,

che ha il compito di far sì che i figli di Dio, rinati nel Battesimo, possano

vivere in quella libertà che Gesù ha pagato con la vita.

Il problema è che spesso siamo noi stessi a metterci nelle mani del demonio;

il peccato, la mentalità del mondo a cui spesso obbediamo e la superstizione,

ci rendono preda del nemico.

Dobbiamo ricordarci che, Gesù ci ha liberati perché lo restassimo davvero;

per questo motivo, tutto ciò che limita questa liberà va eliminata dalla nostra

vita, anche a costo di fare dei sacrifici, chiedendo aiuto alla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 29 agosto 2022

Il Vangelo del Martedì 30 Agosto 2022

 

Della 22° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Felice e Adautto, martiri.

Prima Lettura

L’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio;

l’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (2,10b-16)

Fratelli, lo Spirito conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.

Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui?

Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio.

Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio

per conoscere ciò che Dio ci ha donato.

Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana,

bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali.

Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio:

esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può

giudicare per mezzo dello Spirito.

L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere

giudicato da nessuno.

Infatti chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare?

Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.

Parola di Dio.

Vangelo

So bene chi tu sei: il santo di Dio!

Dal Vangelo secondo Luca (4,31-37) anno pari.

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di

sabato insegnava alla gente.

Erano stupiti del suo insegnamento perchè la sua parola aveva autorità.

Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro;

cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?

Sei venuto a rovinarci?

Io so chi tu sei: il santo di Dio!».

Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!».

E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli

alcun male.

Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa,

che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?».

E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Da un certo punto di vista, gli scribi e i farisei, avevano più autorità di Gesù

nel commentare e insegnare la legge di Dio.

Eppure, l’evangelista dice che la Parola del Signore, aveva un’autorità che

nessuno aveva mai manifestato fino ad allora.

Evidentemente le persone capivano, che tale autorità derivava dal fatto che,

sulle sue labbra, quelle Parole assumevano un significato vivo e nuovo.

Quando Gesù parlava della salvezza che Dio offriva a tutti gli uomini, coloro

che lo ascoltavano, capivano che quell’offerta era data a loro, lì in quel momento.

Abbiamo mai pensato che, soprattutto durante la Messa, quella Parola

autorevole viene pronunciata nuovamente anche per noi?

Sta a noi non lasciarla cadere nel vuoto, ma farla fruttificare nella nostra

vita con amore e fedeltà, chiedendo aiuto alla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 28 agosto 2022

Il Vangelo del Lunedì 29 Agosto 2022

 

Della 22° settimana del Tempo Ordinario.

Martirio di San Giovanni Battista.

Prima Lettura

Alzati e di' loro ciò che ti ordinerò.

Dal libro del profeta Geremìa (1,17-19)

In quei giorni, mi fu rivolta questa parola del Signore: «Tu, stringi la veste ai

fianchi, àlzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a

loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.

Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro

e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi,

contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.

Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti».

Parola di Dio.

Vangelo

«Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».

Dal Vangelo secondo Marco (6,17-29) anno pari.

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in

prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata.

Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello».

Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché

Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui;

nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.

Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un

banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito

e i notabili della Galilea.

Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali.

Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».

E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche

la metà del mio regno».

Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?».

Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».

E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu

mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».

Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non

volle opporle un rifiuto.

E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni.

La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio,

la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre.

I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere

e lo posero in un sepolcro.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Giovanni sa quale sarà l’epilogo della sua missione; egli comprende bene che

essa, terminerà con la testimonianza suprema del suo sangue.

Ma non per questo smette di parlare, di redarguire e di rimproverare persino

il re in persona, riguardo al suo comportamento morale scorretto.

Certe ingiustizie e soprusi ci lasciano senza parole; perché Dio non interviene

salvando i suoi eletti e difendendo i giusti che si affidano a Lui?

Questa è una domanda che mi viene fatta spesso dalle persone che vengono

a leggere i miei commenti sul Vangelo!

Sembra proprio che le strade che Dio usa con noi, siano molto diverse da

quelle che noi riusciamo a capire.

Giovanni è il precursore, che con la sua morte prepara la morte del Giusto,

cioè Cristo Gesù.

Entrambi non si sono sottratti alla morte, per testimoniare che gli interessi

di Dio vengono al primo posto, a qualunque costo.

Perciò, per ogni fatto che succede, anche se brutto, ha sempre un fine per

il Signore, non è facile da capire, amici, solo la preghiera può aiutarci a farlo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

sabato 27 agosto 2022

Il Vangelo di Domenica 28 Agosto 2022

 

Della 22° Domenica del Tempo Ordinario.

Sant' Agostino, vescovo e dottore della Chiesa.

Prima Lettura.

Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.

Dal libro del Siràcide (3,19-21.30.31)

Figlio, compi le tue opere con mitezza, e sarai amato più di un uomo generoso.

Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.

Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.

Perché grande è la potenza del Signore, e dagli umili egli è glorificato.

Per la misera condizione del superbo non c'è rimedio, perché in lui è radicata

la pianta del male.

Il cuore sapiente medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio.

Parola di Dio.

Seconda Lettura.

Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.

Dalla lettera agli Ebrei (12,18-19.22-24a)

Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a

oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre

quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.

Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla

Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea

dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli

spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

Parola di Dio.

Vangelo

Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Dal Vangelo secondo Luca (14,1.7-14) anno C.

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per

pranzare ed essi stavano a osservarlo.

Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi

posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo

posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha

invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”.

Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei

invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti

ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”.

Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.

Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena,

non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini,

perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.

Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi;

e sarai beato perché non hanno da ricambiarti.

Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La porta stretta di cui parlava Gesù domenica scorsa viene oggi descritta con una

serie di esempi ironici ed esigenti, nati dall’osservazione dei vizi di sempre.

Non è facile mettere in sintonia la propria fede col proprio comportamento

e se è vero, come dico spesso, che la fede non si riduce all’osservanza di un

codice di comportamento, è altresì vero che se incontro davvero il Cristo la

mia vita si orienta, cambia, evolve.

Tutti si accorgono se il proprio collega si è innamorato, i suoi gesti cambiano!

Siamo chiamati, ancora una volta, a vivere da salvati, senza mettere il

comportamento come metro di giudizio, ma attingendo continuamente alla

verità del Vangelo per purificare il nostro cuore e i nostri atteggiamenti.

Gesù annota il vizio diffuso tra alcuni suoi contemporanei, personaggi influenti

della politica e della classe sacerdotale, di mettersi in mostra, di amare una

visibilità eccessiva, di desiderare a protagonismo a tutti i costi.

Certo, la visibilità, per le persone che rivestono un determinato ruolo,

è inevitabile; ciò che Gesù ridicolizza è l’atteggiamento vanitoso di chi pensa di

essere importante, di chi usa come metro di giudizio l’apparire senza l’essere.

La mente, ahimè, corre alla crisi di astinenza di visibilità che travolge la nostra

società massificata.

Veline e grandi fratelli sono il termometro dell’inquietante fenomeno

dell’assenza di visibilità delle persone, del bisogno parossistico di esserci,

di mostrarsi, di contare qualcosa in questo mondo di superuomini e superdonne.

Lo vedo, negli occhi dei nostri fragili adolescenti, il terrore di non essere

riconosciuti, di non esistere, in questo strampalato mondo di adulti in cui

conta solo ciò che si vede, ciò che appare.

Allora, davanti alle telecamere, finiamo con l’essere tutti identici, tutti simili

a ciò che pensiamo possa piacere, e il delirio dei “reality show” fa diventare

gigantesca e dannosa psicanalisi collettiva, sottoposta al giudizio del pubblico,

la dimensione della fragilità che abita ciascuno di noi.

Basta guardare tutte le riviste scandalistiche a disposizione nelle edicole.

Guardando queste riviste spazzatura, mentre ero dal barbiere, pensavo a tutte

le persone che sono in difficoltà, alle loro tragedie, i loro desideri, alla

profondità delle relazioni che intesso attraverso la mia pagina e sentivo una

distonia totale con la pessima abitudine di semplificare, sbattere in prima

pagina, commentare, giudicare.

Così come sono rimasto colpito, della fatica che hanno tante persone nel

non riuscire a comunicare, anche con i loro famigliari.

Sei quel che appari, vali se ti si nota, sopravvivi se finisci in qualche metro

di pellicola come comparsa di uno dei talk show di successo.

Il dramma è che qualcuno ci crede, che pensa che sia quella la strada, che

l’origine della propria insoddisfazione consiste nell’invisibilità.

Peggio; il mondo senza Dio si scopre esigente, moralista, spietato nei giudizi,

intransigente (con gli altri). Aiuto!

Ma, grazie a Dio, Gesù ci dona un messaggio opposto; non hai bisogno

di mostrarti, di apparire, tu vali.

L’autostima che nasce nel tuo cuore non è misurata dalle tue abilità, no,

ma dal fatto che sei pensato, voluto e amato dal tuo Dio.

Tu vali, questo è il messaggio della Scrittura, sei prezioso agli occhi di Dio.

Non importa il tuo limite, né la misura della tua paura.

Non importa cosa gli altri pensino di te; tu vali, sei prezioso agli occhi di Dio.

Perciò non hai necessità di ostentare, di cercare ossessivamente una visibilità

che il mondo ti nega o riserva a pochissimi eletti.

Tu vali, anche se non vincerai mai nessuna medaglia d’oro e la tua piccola

vita si perderà nei ricordi di una generazione.

Tu vali, non svendere la tua dignità, coltiva il dentro e se coltivi il fuori,

e coltivalo, che sia sempre e solo trasparenza del dentro.

I tuoi limiti? Un recinto che delimita lo spazio in cui realizzarti.

I tuoi peccati? Esperienza della finitudine e della libertà ancora da purificare,

da accogliere da adulto e da mettere nelle mani di Dio.

Non hai bisogno di metterti ai primi posti; solo Dio conosce il tuo cuore,

lo conosce più di quanto tu lo conosca, non lasciarti travolgere dai falsi

profeti del nostro tempo.

Umiltà, dunque.

Coltiviamo la virtù della modestia e dell’umiltà, virtù preziosa agli occhi

degli uomini, che ci spiana la strada per incontrare Dio.

Umiltà; difficile equilibrio fra la conoscenza del proprio limite e la grandezza

delle cose che Dio opera in noi.

La persona che sostiene di non valere niente, di essere ignobile e disprezzabile,

commette un grave peccato di fronte a Dio, non è umile, ma depresso!

La persona che nasconde le proprie fragilità dietro l’ipocrisia di un’immagine

di sé eccessiva e distorta, costruisce la sua autostima su fragilissime basi.

Il discepolo che ha conosciuto la misura dell’amore di Dio, invece, accoglie

con gioia le proprie capacità, le mette a servizio del Regno, loda il Signore

per i tanti doni che gratificano la sua vita e che ha imparato a riconoscere.

Conosce anche la misura della propria fragilità, e non se ne preoccupa, ma la

affida al Signore con immensa tenerezza, sapendo che nella propria fragilità

si manifesta pienamente la gloria di Dio.

Uomini e donne luminosi.

Così facendo, credetemi, la nostra vita si trasfigura.

Anche le inevitabili difficoltà della vita finiscono col diventare occasione di

crescita, se affrontate con senso della misura e del relativo.

Solo Dio conta, solo la presenza del Maestro resta il centro della nostra vita.

A questo punto, vi interessa davvero prendere i primi posti?

No, amici, a me non interessano i primi posti, a me interessa sentirmi amato

dal Signore, Santa Domenica Fausto.