domenica 31 luglio 2022

Il Vangelo del Lunedì 1 Agosto 2022

 


Della 18° settimana del Tempo Ordinario.

Sant’Alfonso Maria de Liguori, sacerdote e confessore misericordioso.

Prima Lettura

Ananìa, il Signore non ti ha mandato e tu induci questo popolo

a confidare nella menzogna.

Dal libro del profeta Geremìa (28,1-17)

In quell’anno, all’inizio del regno di Sedecìa, re di Giuda, nell’anno quarto,

nel quinto mese, Ananìa, figlio di Azzur, il profeta di Gàbaon, mi riferì nel

tempio del Signore sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo: «Così dice

il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Io romperò il giogo del re di Babilonia!

Entro due anni farò ritornare in questo luogo tutti gli arredi del tempio del Signore

che Nabucodònosor, re di Babilonia, prese da questo luogo e portò in Babilonia.

Farò ritornare in questo luogo-oracolo del Signore-Ieconìa, figlio di Ioiakìm,

re di Giuda, con tutti i deportati di Giuda che andarono a Babilonia, poiché

romperò il giogo del re di Babilonia».

Il profeta Geremìa rispose al profeta Ananìa, sotto gli occhi dei sacerdoti

e di tutto il popolo, che stavano nel tempio del Signore.

Il profeta Geremìa disse: «Così sia! Così faccia il Signore!

Voglia il Signore realizzare le cose che hai profetizzato, facendo ritornare

gli arredi nel tempio e da Babilonia tutti i deportati.

Tuttavia ascolta ora la parola che sto per dire a te e a tutto il popolo.

I profeti che furono prima di me e di te dai tempi antichissimi profetizzarono

guerra, fame e peste contro molti paesi e regni potenti.

Il profeta invece che profetizza la pace sarà riconosciuto come profeta mandato

veramente dal Signore soltanto quando la sua parola si realizzerà».

Allora il profeta Ananìa strappò il giogo dal collo del profeta Geremìa,

lo ruppe e disse a tutto il popolo: «Così dice il Signore: A questo modo io

romperò il giogo di Nabucodònosor, re di Babilonia, entro due anni, sul collo

di tutte le nazioni».

Il profeta Geremìa se ne andò per la sua strada.

Dopo che il profeta Ananìa ebbe rotto il giogo che il profeta Geremìa portava

sul collo, fu rivolta a Geremìa questa parola del Signore: «Va’ e riferisci ad

Ananìa: Così dice il Signore: Tu hai rotto un giogo di legno, ma io, al suo

posto, ne farò uno di ferro.

Infatti, dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Pongo un giogo di ferro

sul collo di tutte queste nazioni perché siano soggette a Nabucodònosor, re di

Babilonia, e lo servano; persino le bestie selvatiche gli consegno».

Allora il profeta Geremìa disse al profeta Ananìa: «Ascolta, Ananìa!

Il Signore non ti ha mandato e tu induci questo popolo a confidare nella

menzogna; perciò dice il Signore: Ecco, ti faccio sparire dalla faccia della

terra; quest’anno tu morirai, perché hai predicato la ribellione al Signore».

In quello stesso anno, nel settimo mese, il profeta Ananìa morì.

Parola di Dio.

Vangelo

Alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede

ai discepoli, e i discepoli alla folla.

Dal Vangelo secondo Matteo (14,13-21) anno pari.

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì

di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.

Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città.

Sceso dalla barca, egli vide una e folla, sentì compassione per loro e guarì

i loro malati.

Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo

è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a

comprarsi da mangiare».

Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare».

Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!».

Ed egli disse: «Portatemeli qui».

E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due

pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai

discepoli, e i discepoli alla folla.

Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene.

Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare

le donne e i bambini.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Dare se stessi da mangiare.

Cosa avranno capito gli apostoli, di fronte a queste parole di Gesù?

Probabilmente avranno pensato che il Maestro stesse indicando loro di

spezzare il pane e i pesci, distribuendoli con le loro mani,

soltanto dopo, capirono il senso profondo di quelle parole; il Signore stava

dicendo di consegnare la loro stessa vita nelle mani della gente, perché

potessero diventare cibo per tutti.

Il vero miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci si ripete, anche oggi,

tutte le volte che ci sono persone disposte a “farsi mangiare”, cioè; regalare

tempo, amore, comprensione e accoglienza senza attendere nulla in cambio,

non è un dare se stessi agli altri come cibo?

E questo è possibile a tutti noi, partendo anzitutto dalla nostra famiglia, dalla

nostra parrocchia, dal nostro ambito di lavoro e dai nostri amici.

Anche noi possiamo, con l’aiuto di Dio e della preghiera, sfamare tanti cuori.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

sabato 30 luglio 2022

Il Vangelo di Domenica 31 Luglio 2022

 

Della 18° Domenica del Tempo Ordinario.

Sant' Ignazio di Loyola, Fondatore della Compagnia di Gesù.

Prima Lettura

Quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica.

Dal libro del Qoèlet (1,2;2,21-23)

Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità.

Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare

la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato.

Anche questo è vanità e un grande male.

Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni

del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole?

Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte

il suo cuore riposa.

Anche questo è vanità!

Parola di Dio.

Seconda Lettura.

Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési (3,1-5.9-11)

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto

alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.

Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!

Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete

con lui nella gloria.

Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità,

passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.

Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con

le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza,

ad immagine di Colui che lo ha creato.

Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro,

Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Parola di Dio.

Vangelo

Quello che hai preparato, di chi sarà?

Dal Vangelo secondo Luca (12,13-21) anno C.

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello

che divida con me l’eredità».

Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».

E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche

se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».

Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un

raccolto abbondante.

Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti?

Farò così-disse-: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi

e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.

Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti

anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”.

Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita.

E quello che hai preparato, di chi sarà?”.

Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il buon samaritano, Marta e Maria, la preghiera e, oggi, la Parola ci invita

a sviluppare un aspetto già introdotto nelle scorse domeniche; l’uso dei

beni della terra.

Che ha a che fare con la concretezza del samaritano e la cena deliziosa

preparata da Marta.

Ma che ha anche a che fare col pane quotidiano che chiediamo nella

grande preghiera del Padre Nostro.

Tutta la Parola di oggi è incarnata nella pesantezza della quotidianità,

nella concretezza delle scelte e delle relazioni, nel difficile rapporto con

le cose e le fortune.

Soprattutto in questi tempi in cui concetti astratti come “mercato”,

“economia”, “pandemia”, “guerra e carenza di veri politici che hanno

a cuore le sorti del loro popolo”, sono diventati concreti e tangibili,

portando ad un generale impoverimento la maggioranza dell’umanità.

No, non stiamo parlando di cose inutili.

Alzi la mano chi non ha mai avuto almeno un piccolo dissidio per

questioni di soldi.

Ovvio, siamo persone equilibrate e oneste, è sempre una questione di principio

e il tale poverino!-che chiede a Gesù di intervenire con il fratello per una

questione di soldi, probabilmente ha ragione; ha subito un torto e vorrebbe

essere risarcito.

Quante amicizie ho visto spazzate vie per questioni di soldi, quanti (fragili e

superficiali) legami di parentela tramutarsi in odio viscerale per qualche

metro quadro di casa!

D’altronde, siamo onesti; se gli affetti, le amicizie, le relazioni di parentela

non si concretizzano in atteggiamenti di equità e giustizia, se non passano la

prova della solidarietà, diventa davvero difficile capire come si concretizza il

bene che diciamo di volerci.

Tant’è; Gesù sorride e risponde «no, grazie».

No, grazie; possiamo benissimo capire da noi cosa è giusto fare.

No, grazie; Dio ci ha creati sufficientemente intelligenti per risolvere ogni

questione pratica.

No, grazie; smettiamola di chiedere a Dio di fare ciò che potremmo fare

benissimo da soli.

No, grazie; Dio ci tratta da adulti, evitiamo di considerarlo come un preside

che ci risolve i guai.

No, grazie; Dio non ci allaccia le scarpe, né ci soffia il naso come con i bambini

piccoli, né ci risolve i problemi che riusciamo a risolvere benissimo da noi stessi.

Il mondo ha una sua armonia, una sua logica, delle leggi che-in ultima

analisi-dipendono da Dio, ma che funzionano da sé.

Dio non si alza al mattino per dare un giro di manovella perché il mondo si

metta in moto, lo ha creato pieno di intelligenza e di bellezza, a noi di scoprirne

le leggi intrinseche.

L’atteggiamento della Bibbia, a questo proposito, è adulto e maturo; riconosce

in Dio l’origine di ogni cosa, ma lascia all’uomo la capacità di gestire il creato.

Non occorre sfogliare la Scrittura per sapere cosa è bene per l’economia,

la giustizia, la pace, la solidarietà, è sufficiente ascoltare il nostro cuore,

la nostra coscienza illuminata.

Gesù sa che dietro la domanda del rissoso fratello c’è una questione di soldi

e ne approfitta per fare una riflessione sulla ricchezza.

A parole, sempre, siamo tutti liberi e puri, francescani connaturali.

Proviamo tutti un connaturale pudore nei confronti del denaro, lo

consideriamo qualcosa di pericoloso, di sporco, di ambiguo.

Una persona ricca è sempre guardata con sospetto e, specie nel nostro

mondo cattolico, siamo sempre in imbarazzo a parlare di denaro.

Gesù, paradossalmente, è molto libero a tal proposito; non dice che la

ricchezza è una cosa sporca.

Dice solo che è pericolosa.

Guardate al pover’uomo della parabola; un gran lavoratore, non ci viene

descritto come un disonesto, né come un avido, anzi, fa tenerezza la sua

preoccupazione di far fruttare bene i suoi guadagni per poi goderseli in pace.

La sua morte non è una punizione, ma un evento possibile, sempre nell’ordine

delle autonomie delle cose di cui sopra.

Chissà; forse troppo stress, troppo lavoro, troppe sigarette sono all’origine

della sua morte improvvisa, non certo l’azione di Dio.

Gesù ci ammonisce; la ricchezza promette ciò che non può mantenere, ci illude

che possedere servirà a colmare il nostro cuore.

Come leggiamo nell’acida riflessione del Qoelet, anche noi constatiamo come

sia inutile affannarsi ad accumulare ricchezze di cui altri godranno.

Accogliendo l’invito di Paolo, se davvero abbiamo incontrato Cristo, l’ordine

delle nostre priorità è cambiato nel profondo.

Il nostro mondo suscita bisogni fasulli per colmare il grido di assoluto che

scaturisce dal nostro cuore e che Dio solo può colmare.

Un pò di essenzialità, allora, ci può aiutare a ricordarci che siamo pellegrini,

che la ricchezza ci può ingannare, e che chi ha avuto dalla Provvidenza un pò di

fortuna economica, è per accumulare tesori in cielo aiutando i fratelli più poveri.

La Parola ci propone un grande esame di coscienza collettivo, senza farci inutili

sensi di colpa, proponendoci essenzialità nel gestire le cose della terra, assoluta

correttezza per chi, nelle comunità, deve gestire il denaro a servizio

dell’annuncio del Regno.

Andiamo all’essenziale, come il Signore ci chiede, lasciamo che siano le cose

importanti a guidare la nostra vita, le nostre scelte.

Non di soldi, ma di ben altre ricchezze ha bisogno il nostro cuore, di beni

immensi, di tesori infiniti.

Della tenerezza di Dio, e non dite che è poco, amici, Santa Domenica Fausto.

 

venerdì 29 luglio 2022

Il Vangelo del Sabato 30 Luglio 2022

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

San Pietro Crisologo, Vescovo e dottore della Chiesa.

Prima Lettura

Il Signore mi ha veramente inviato a voi per dire ai vostri orecchi tutte queste parole.

Dal libro del profeta Geremìa (26,11-16.24)

In quei giorni, i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo: «Una

condanna a morte merita quest’uomo, perché ha profetizzato contro questa

città, come avete udito con i vostri orecchi!».

Ma Geremìa rispose a tutti i capi e a tutto il popolo: «Il Signore mi ha mandato

a profetizzare contro questo tempio e contro questa città le cose che avete ascoltato.

Migliorate dunque la vostra condotta e le vostre azioni e ascoltate la voce del

Signore, vostro Dio, e il Signore si pentirà del male che ha annunciato contro di voi.

Quanto a me, eccomi in mano vostra, fate di me come vi sembra bene e giusto;

ma sappiate bene che, se voi mi ucciderete, sarete responsabili del sangue

innocente, voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi ha

veramente inviato a voi per dire ai vostri orecchi tutte queste parole».

I capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non ci deve essere

condanna a morte per quest’uomo, perché ci ha parlato nel nome

del Signore, nostro Dio».

La mano di Achikàm, figlio di Safan, fu a favore di Geremìa, perché non

lo consegnassero al popolo per metterlo a morte.

Parola di Dio.

Vangelo

Erode mandò a decapitare Giovanni e i suoi discepoli andarono a informare Gesù.

Dal Vangelo secondo Matteo (14,1-12) anno pari.

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù.

Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista.

È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».

Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare

in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo.

Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!».

Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo

considerava un profeta.

Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico

e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello

che avesse chiesto.

Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa

di Giovanni il Battista».

Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che

le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione.

La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la

portò a sua madre.

I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono

e andarono a informare Gesù.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Bisogna fare molta attenzione a come si usano le parole, perché prima

o poi potremmo pentirci di ciò che abbiamo detto.

Erode fa a sue spese l’esperienza di doversi pentire subito di quanto

promesso nell’eccesso dell’euforia.

Della sua mancanza di avvedutezza e della sua superficialità, ne fa le spese

Giovanni il Battista, il quale viene ucciso in odio alla verità.

Ecco due maniere opposte per utilizzare la parola; quella sciocca e superficiale

del re Erode e quella del Battista, che annuncia la verità e quindi anticipa

l’avvento di Gesù, parola di verità del Padre.

Nella vita la parola ha un grande peso; poter parlare, esprimersi e confrontarsi

è davvero importante.

Dobbiamo essere consapevoli del fatto che con la parola possiamo fare tanto

bene, ma anche tanto male; è importante avere un’educazione del cuore che

ci permetta di utilizzare questo grande dono che Dio ci ha fatto, sempre per

il meglio e mai per fare male, facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

giovedì 28 luglio 2022

Il Vangelo del Venerdì 29 Luglio 2022


Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Marta di Betania, Vergine.

Prima Lettura

Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (4,7-16)

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama

è stato generato da Dio e conosce Dio.

Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo

il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.

In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato

noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.

Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi

e l'amore di lui è perfetto in noi.

In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato

il suo Spirito.

E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio

come salvatore del mondo.

Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio.

E noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi.

Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.

Parola di Dio.

Vangelo

Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.

Dal Vangelo secondo Giovanni (11,19-27) anno pari.

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle

per il fratello.

Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece

stava seduta in casa.

Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!

Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».

Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà».

Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno».

Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se

muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.

Credi questo?».

Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio,

colui che viene nel mondo».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

L’atto di fede di Marta è paragonabile a una montagna; è grandissimo e per

certi versi, si riconosce in esso l’illuminazione dello Spirito Santo.

Infatti, di fronte all’evidenza della morte del fratello, Gesù chiede un atto di

fede nella sua persona.

È Lui la vita che sgorga direttamente dal cuore del Padre; chi si accosta a Lui con

disponibilità d’animo, può godere di tale esperienza di gioia e di luce interiore.

Credere in Gesù, a volte, significa credere in ciò che sembra impossibile per

l’evidenza umana, ma quando si dà il proprio assenso alla sua Parola, si vedono

subito grandi meraviglie.

Tutto sta a dargli fiducia; il resto lo fa Lui con la sua grazia.

Quante volte, anche noi, siamo passati dalla morte alla vita, per esserci

fidati della sua Parola?

Io tante volte, amici, ed è bellissimo, ma per riuscirci serve tanta preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.


mercoledì 27 luglio 2022

Il Vangelo del Giovedì 28 Luglio 2022

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Nazario e Celso, Martiri.

Prima Lettura

Come l'argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani.

Dal libro del profeta Geremìa (18,1-6)

Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremìa: «Àlzati e scendi nella bottega

del vasaio; là ti farò udire la mia parola».

Scesi nella bottega del vasaio, ed ecco, egli stava lavorando al tornio.

Ora, se si guastava il vaso che stava modellando, come capita con la creta in

mano al vasaio, egli riprovava di nuovo e ne faceva un altro, come ai suoi

occhi pareva giusto.

Allora mi fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Forse non potrei

agire con voi, casa d’Israele, come questo vasaio?

Oracolo del Signore.

Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani,

casa d’Israele.

Parola di Dio.

Vangelo

Raccolgono i buoni nei canestri e buttano via i cattivi.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,47-53) anno pari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è

simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci.

Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono

i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.

Così sarà alla fine del mondo.

Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella

fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Avete compreso tutte queste cose?».

Gli risposero: «Sì».

Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli,

è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Chissà se i discepoli avevano davvero capito le parabole di Gesù.

Essi, alla domanda del Signore, rispondono affermativamente, considerando

che Lui aveva raccontato delle semplici storie.

Eppure, dietro quei racconti quotidiani, vi era il messaggio più importante che

avessero mai sentito; il Regno di Dio era lì, in mezzo a loro.

Non dovevano fare altro che accoglierlo, per poi poterlo testimoniare.

Dio si rivela a noi proprio nella ferialità, nella normalità di tutti i giorni;

è proprio lì che possiamo incontrarlo, ed è lì che Lui aspetta la nostra risposta

alla sua proposta d’amore.

Sbaglieremmo se ci aspettassimo di vedere o di sentire la sua voce in

circostanze straordinarie; perderemmo soltanto tempo prezioso e sprecheremmo

le tante occasioni che Egli ci dà per conoscerlo e amarlo.

Per farvi comprendere meglio, amici, io il Signore lo incontro ogni giorno

accudendo mia moglie malata che ha bisogno di tutto il mio amore, ecco,

io ogni giorno guardando lei vedo il Signore; semplice no?

Però credetemi, ci vuole tanta preghiera per riuscirci.  

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.