Sant’Alfonso Maria
de Liguori, sacerdote e confessore misericordioso.
Prima Lettura
Ananìa, il Signore
non ti ha mandato e tu induci questo popolo
a confidare nella
menzogna.
Dal libro del profeta
Geremìa (28,1-17)
In quell’anno,
all’inizio del regno di Sedecìa, re di Giuda, nell’anno quarto,
nel quinto mese,
Ananìa, figlio di Azzur, il profeta di Gàbaon, mi riferì nel
tempio del Signore
sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo: «Così dice
il Signore degli
eserciti, Dio d’Israele: Io romperò il giogo del re di Babilonia!
Entro due anni farò
ritornare in questo luogo tutti gli arredi del tempio del Signore
che Nabucodònosor, re
di Babilonia, prese da questo luogo e portò in Babilonia.
Farò ritornare in
questo luogo-oracolo del Signore-Ieconìa, figlio di Ioiakìm,
re di Giuda, con tutti
i deportati di Giuda che andarono a Babilonia, poiché
romperò il giogo del
re di Babilonia».
Il profeta Geremìa
rispose al profeta Ananìa, sotto gli occhi dei sacerdoti
e di tutto il popolo,
che stavano nel tempio del Signore.
Il profeta Geremìa
disse: «Così sia! Così faccia il Signore!
Voglia il Signore
realizzare le cose che hai profetizzato, facendo ritornare
gli arredi nel tempio
e da Babilonia tutti i deportati.
Tuttavia ascolta ora
la parola che sto per dire a te e a tutto il popolo.
I profeti che furono
prima di me e di te dai tempi antichissimi profetizzarono
guerra, fame e peste
contro molti paesi e regni potenti.
Il profeta invece che
profetizza la pace sarà riconosciuto come profeta mandato
veramente dal Signore
soltanto quando la sua parola si realizzerà».
Allora il profeta
Ananìa strappò il giogo dal collo del profeta Geremìa,
lo ruppe e disse a
tutto il popolo: «Così dice il Signore: A questo modo io
romperò il giogo di
Nabucodònosor, re di Babilonia, entro due anni, sul collo
di tutte le nazioni».
Il profeta Geremìa se
ne andò per la sua strada.
Dopo che il profeta
Ananìa ebbe rotto il giogo che il profeta Geremìa portava
sul collo, fu rivolta
a Geremìa questa parola del Signore: «Va’ e riferisci ad
Ananìa: Così dice il
Signore: Tu hai rotto un giogo di legno, ma io, al suo
posto, ne farò uno di
ferro.
Infatti, dice il
Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Pongo un giogo di ferro
sul collo di tutte
queste nazioni perché siano soggette a Nabucodònosor, re di
Babilonia, e lo
servano; persino le bestie selvatiche gli consegno».
Allora il profeta
Geremìa disse al profeta Ananìa: «Ascolta, Ananìa!
Il Signore non ti ha
mandato e tu induci questo popolo a confidare nella
menzogna; perciò dice
il Signore: Ecco, ti faccio sparire dalla faccia della
terra; quest’anno tu
morirai, perché hai predicato la ribellione al Signore».
In quello stesso anno,
nel settimo mese, il profeta Ananìa morì.
Parola di Dio.
Vangelo
Alzò gli occhi al
cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede
ai discepoli, e i
discepoli alla folla.
Dal Vangelo secondo
Matteo (14,13-21) anno pari.
In quel tempo, avendo
udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì
di là su una barca e
si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo
saputo, lo seguirono a piedi dalle città.
Sceso dalla barca,
egli vide una e folla, sentì compassione per loro e guarì
i loro malati.
Sul far della sera,
gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo
è deserto ed è ormai
tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a
comprarsi da
mangiare».
Ma Gesù disse loro:
«Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare».
Gli risposero: «Qui
non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!».
Ed egli disse:
«Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato
alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due
pesci, alzò gli occhi
al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai
discepoli, e i
discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a
sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene.
Quelli che avevano
mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare
le donne e i bambini.
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Dare se stessi da mangiare.
Cosa avranno capito gli apostoli,
di fronte a queste parole di Gesù?
Probabilmente avranno pensato che
il Maestro stesse indicando loro di
spezzare il pane e i pesci,
distribuendoli con le loro mani,
soltanto dopo, capirono il senso
profondo di quelle parole; il Signore stava
dicendo di consegnare la loro
stessa vita nelle mani della gente, perché
potessero diventare cibo per
tutti.
Il vero miracolo della
moltiplicazione dei pani e dei pesci si ripete, anche oggi,
tutte le volte che ci sono
persone disposte a “farsi mangiare”, cioè; regalare
tempo, amore, comprensione e
accoglienza senza attendere nulla in cambio,
non è un dare se stessi agli
altri come cibo?
E questo è possibile a tutti noi,
partendo anzitutto dalla nostra famiglia, dalla
nostra parrocchia, dal nostro
ambito di lavoro e dai nostri amici.
Anche noi possiamo, con l’aiuto
di Dio e della preghiera, sfamare tanti cuori.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci
indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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