domenica 31 luglio 2022

Il Vangelo del Lunedì 1 Agosto 2022

 


Della 18° settimana del Tempo Ordinario.

Sant’Alfonso Maria de Liguori, sacerdote e confessore misericordioso.

Prima Lettura

Ananìa, il Signore non ti ha mandato e tu induci questo popolo

a confidare nella menzogna.

Dal libro del profeta Geremìa (28,1-17)

In quell’anno, all’inizio del regno di Sedecìa, re di Giuda, nell’anno quarto,

nel quinto mese, Ananìa, figlio di Azzur, il profeta di Gàbaon, mi riferì nel

tempio del Signore sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo: «Così dice

il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Io romperò il giogo del re di Babilonia!

Entro due anni farò ritornare in questo luogo tutti gli arredi del tempio del Signore

che Nabucodònosor, re di Babilonia, prese da questo luogo e portò in Babilonia.

Farò ritornare in questo luogo-oracolo del Signore-Ieconìa, figlio di Ioiakìm,

re di Giuda, con tutti i deportati di Giuda che andarono a Babilonia, poiché

romperò il giogo del re di Babilonia».

Il profeta Geremìa rispose al profeta Ananìa, sotto gli occhi dei sacerdoti

e di tutto il popolo, che stavano nel tempio del Signore.

Il profeta Geremìa disse: «Così sia! Così faccia il Signore!

Voglia il Signore realizzare le cose che hai profetizzato, facendo ritornare

gli arredi nel tempio e da Babilonia tutti i deportati.

Tuttavia ascolta ora la parola che sto per dire a te e a tutto il popolo.

I profeti che furono prima di me e di te dai tempi antichissimi profetizzarono

guerra, fame e peste contro molti paesi e regni potenti.

Il profeta invece che profetizza la pace sarà riconosciuto come profeta mandato

veramente dal Signore soltanto quando la sua parola si realizzerà».

Allora il profeta Ananìa strappò il giogo dal collo del profeta Geremìa,

lo ruppe e disse a tutto il popolo: «Così dice il Signore: A questo modo io

romperò il giogo di Nabucodònosor, re di Babilonia, entro due anni, sul collo

di tutte le nazioni».

Il profeta Geremìa se ne andò per la sua strada.

Dopo che il profeta Ananìa ebbe rotto il giogo che il profeta Geremìa portava

sul collo, fu rivolta a Geremìa questa parola del Signore: «Va’ e riferisci ad

Ananìa: Così dice il Signore: Tu hai rotto un giogo di legno, ma io, al suo

posto, ne farò uno di ferro.

Infatti, dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Pongo un giogo di ferro

sul collo di tutte queste nazioni perché siano soggette a Nabucodònosor, re di

Babilonia, e lo servano; persino le bestie selvatiche gli consegno».

Allora il profeta Geremìa disse al profeta Ananìa: «Ascolta, Ananìa!

Il Signore non ti ha mandato e tu induci questo popolo a confidare nella

menzogna; perciò dice il Signore: Ecco, ti faccio sparire dalla faccia della

terra; quest’anno tu morirai, perché hai predicato la ribellione al Signore».

In quello stesso anno, nel settimo mese, il profeta Ananìa morì.

Parola di Dio.

Vangelo

Alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede

ai discepoli, e i discepoli alla folla.

Dal Vangelo secondo Matteo (14,13-21) anno pari.

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì

di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.

Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città.

Sceso dalla barca, egli vide una e folla, sentì compassione per loro e guarì

i loro malati.

Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo

è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a

comprarsi da mangiare».

Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare».

Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!».

Ed egli disse: «Portatemeli qui».

E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due

pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai

discepoli, e i discepoli alla folla.

Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene.

Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare

le donne e i bambini.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Dare se stessi da mangiare.

Cosa avranno capito gli apostoli, di fronte a queste parole di Gesù?

Probabilmente avranno pensato che il Maestro stesse indicando loro di

spezzare il pane e i pesci, distribuendoli con le loro mani,

soltanto dopo, capirono il senso profondo di quelle parole; il Signore stava

dicendo di consegnare la loro stessa vita nelle mani della gente, perché

potessero diventare cibo per tutti.

Il vero miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci si ripete, anche oggi,

tutte le volte che ci sono persone disposte a “farsi mangiare”, cioè; regalare

tempo, amore, comprensione e accoglienza senza attendere nulla in cambio,

non è un dare se stessi agli altri come cibo?

E questo è possibile a tutti noi, partendo anzitutto dalla nostra famiglia, dalla

nostra parrocchia, dal nostro ambito di lavoro e dai nostri amici.

Anche noi possiamo, con l’aiuto di Dio e della preghiera, sfamare tanti cuori.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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