Della 11° settimana del Tempo Ordinario.
Sant'Antonio di
Padova, Sacerdote e Dottore della Chiesa.
Prima lettura.
Nabot venne
lapidato e morì.
Dal primo libro dei Re
(21,1b-16)
In quel tempo, Nabot
di Izreèl possedeva una vigna che era a Izreèl, vicino
al palazzo di Acab, re
di Samarìa.
Acab disse a Nabot:
«Cedimi la tua vigna; ne farò un orto, perché è confinante
con la mia casa.
Al suo posto ti darò
una vigna migliore di quella, oppure, se preferisci,
te la pagherò in
denaro al prezzo che vale».
Nabot rispose ad Acab:
«Mi guardi il Signore dal cederti l'eredità dei miei padri».
Acab se ne andò a casa
amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot
di Izreèl, che aveva
affermato: «Non ti cederò l'eredità dei miei padri!».
Si coricò sul letto,
voltò la faccia da un lato e non mangiò niente.
Entrò da lui la moglie
Gezabèle e gli domandò: «Perché mai il tuo animo
è tanto amareggiato e
perché non vuoi mangiare?».
Le rispose: «Perché ho
detto a Nabot di Izreèl: "Cèdimi la tua vigna per
denaro, o, se
preferisci, ti darò un'altra vigna" ed egli mi ha risposto: "Non
cederò la mia
vigna!"».
Allora sua moglie
Gezabèle gli disse: «Tu eserciti così la potestà regale su Israele?
Àlzati, mangia e il
tuo cuore gioisca.
Te la farò avere io la
vigna di Nabot di Izreèl!».
Ella scrisse lettere
con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le
spedì agli anziani e
ai notabili della città, che abitavano vicino a Nabot.
Nelle lettere scrisse:
«Bandite un digiuno e fate sedere Nabot alla testa del popolo.
Di fronte a lui fate
sedere due uomini perversi, i quali l'accusino: "Hai
maledetto Dio e il
re!".
Quindi conducetelo
fuori e lapidatelo ed egli muoia».
Gli uomini della città
di Nabot, gli anziani e i notabili che abitavano nella sua
città, fecero come
aveva ordinato loro Gezabèle, ossia come era scritto nelle
lettere che aveva loro
spedito.
Bandirono un digiuno e
fecero sedere Nabot alla testa del popolo.
Giunsero i due uomini
perversi, che si sedettero di fronte a lui.
Costoro accusarono
Nabot davanti al popolo affermando: «Nabot ha
maledetto Dio e il
re».
Lo condussero fuori
della città e lo lapidarono ed egli morì.
Quindi mandarono a
dire a Gezabèle: «Nabot è stato lapidato ed è morto».
Appena Gezabèle sentì
che Nabot era stato lapidato ed era morto, disse ad
Acab: «Su, prendi
possesso della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato
di dartela in cambio
di denaro, perché Nabot non vive più, è morto».
Quando sentì che Nabot
era morto, Acab si alzò per scendere nella vigna
di Nabot di Izreèl a
prenderne possesso.
Parola di Dio.
Vangelo.
Io vi dico di non
opporvi al malvagio.
Dal Vangelo secondo
Matteo (5,38-42) anno pari.
In quel tempo, Gesù
disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: "Occhio
per occhio" e
"dente per dente".
Ma io vi dico di non
opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla
guancia destra, tu
pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale
e toglierti la tunica,
tu lascia anche il mantello.
E se uno ti
costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da' a chi ti chiede, e
a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Le parole di Gesù dovevano
sembrare assurde agli orecchi di coloro che lo
ascoltavano e, in fondo, anche
noi siamo convinti che fare certe cose sia
impossibile; come si fa a porgere
l’altra guancia di fronte a un’ingiustizia,
oppure a lasciare che qualcuno ci
tolga ciò per cui magari abbiamo lavorato
una vita intera?
Non è un controsenso?
In realtà, Gesù non chiede nulla
di impossibile, se solo siamo convinti delle
motivazioni di richiesta.
Egli vorrebbe che, con il nostro
atteggiamento non violento, spezzassimo la
spirale di odio e di violenza che
ogni uomo si porta dentro e che è la causa
principale di tutti i contrasti e
di tutte le guerre.
Gesù è stato capace di fare ciò e
ci ha indicato questo atteggiamento come
quello più adeguato agli occhi di
Dio, l’unico possibile per chi sceglie di
essere suo discepoli, ma per
riuscirci dobbiamo farci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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