martedì 31 maggio 2022

Il Vangelo del Mercoledì 1 Giugno 2022

 

Della 7° settimana del Tempo Ordinario.

San Giustino, martire.

Prima Lettura

Vi affido a Dio, che ha la potenza di edificare e di concedere l'eredità.

Dagli Atti degli Apostoli (20,28-38)

In quei giorni, Paolo diceva agli anziani della Chiesa di Èfeso: «Vegliate su

voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti

come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il

sangue del proprio Figlio.

Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non

risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare

di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé.

Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho

cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi.

E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare

e di concedere l'eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati.

Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno.

Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto

queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono

soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che

disse: "Si è più beati nel dare che nel ricevere!"».

Dopo aver detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò.

Tutti scoppiarono in pianto e, gettandosi al collo di Paolo, lo baciavano,

addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto

il suo volto.

E lo accompagnarono fino alla nave.

Parola di Dio.

Vangelo

Siano una cosa sola, come noi.

Dal Vangelo secondo Giovanni (17,11b-19) anno pari.

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo,

custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola

cosa, come noi.

Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato,

e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della

perdizione, perché si compisse la Scrittura.

Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano

in se stessi la pienezza della mia gioia.

Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono

del mondo, come io non sono del mondo.

Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno.

Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Consacrali nella verità.

La tua parola è verità.

Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo;

per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù prega per i suoi discepoli, chiedendo per essi il dono più grande che

rende la loro fraternità proprio come quella che intercorre tra le tre persone

della Trinità; l’unità.

Questa è l’ultima preghiera che il Maestro eleva per loro, prima di avviarsi

verso la morte; dunque, è l’ultima e solenne parola di una persona che sta

per conoscere l’angoscia della morte.

Dunque, il suo testamento spirituale si conclude con questa accorato

invito all’unità.

Cosa facciamo noi per costruire unità attorno a noi?

Spesso siamo troppo incentrati su noi stessi, per cui stiamo soltanto a

considerare il male che ci hanno fatto o le ferite che ci hanno inflitto; perché

non proviamo ad andare al di là di questa situazione, per costruire unità

anche con coloro che magari non hanno verso di noi, comportamenti corretti?

Solo allora ci comporteremo davvero come figli di Dio, chiedendo aiuto

alla preghiera. 

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

 

lunedì 30 maggio 2022

Il Vangelo del Martedì 31 Maggio 2022

 

Della 7° settimana del Tempo di Pasqua.

Visitazione della Beata Vergine Maria.

Prima Lettura

Re d'Israele è il Signore in mezzo a te.

Dal libro del profeta Sofonìa (3,14-18)

Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto

il cuore, figlia di Gerusalemme!

Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico.

Re d'Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura.

In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti

cadere le braccia!

Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente.

Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia».

Parola di Dio.

Vangelo

Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente: ha innalzato gli umili.

Dal Vangelo secondo Luca (1,39-56) anno pari.

In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa,

in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta.

Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò

nel suo grembo.

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta

tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!

A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?

Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato

di gioia nel mio grembo.

E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta

in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva.

D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione

in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del

loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato

di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come

aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Uno dei complimenti più belli che sono rivolti a Maria nel Vangelo, è proprio

quello di Elisabetta, che la definisce come: “Colei che ha creduto”.

Chissà perché, ma spesso dubitiamo delle promesse di Dio, anche quando esse ci

annunciano progetti di gioia e di speranza, che vanno al di la di ogni immaginazione.

La Vergine, invece, non sta lì a discutere o a pensare se e come quelle promesse

stupende, fattele dall’Arcangelo, si avvereranno; “come avremmo fatto noi”, quello

invece, che è per lei importante, è far sapere a Dio la sua totale disponibilità.

Per questo Elisabetta, di fronte alla visita della parente, riconosce in lei la nuova

Eva, cioè, colei che si è aperta ad un nuovo modello di maternità.

Il Magnificat di Maria, quindi, è l’attestazione di uno stile divino che predilige

proprio loro, i semplici che si rendono disponibili ai suoi piani.

Se fossimo anche noi come Maria, renderci disponibili ai piani del Signore,

sarebbe fantastico, solo così saremo sempre pieni di gioia, perciò, impariamo

da lei facendoci aiutare dalla preghiera. 

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 29 maggio 2022

Il Vangelo del Lunedì 30 Maggio 2022

 

Della 7° settimana del Tempo di Pasqua.

Santa Giovanna d'Arco, vergine.

Prima Lettura

Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?

Dagli Atti degli Apostoli (19,1-8)

Mentre Apollo era a Corìnto, Paolo, attraversate le regioni dell'altopiano,

scese a Èfeso.

Qui trovò alcuni discepoli e disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo

quando siete venuti alla fede?».

Gli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo».

Ed egli disse: «Quale battesimo avete ricevuto?». «Il battesimo

di Giovanni», risposero.

Disse allora Paolo: «Giovanni battezzò con un battesimo di conversione, dicendo

al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù».

Udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena

Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si

misero a parlare in lingue e a profetare.

Erano in tutto circa dodici uomini.

Entrato poi nella sinagoga, vi poté parlare liberamente per tre mesi, discutendo

e cercando di persuadere gli ascoltatori di ciò che riguarda il regno di Dio.

Parola di Dio.

Vangelo

Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!

Dal Vangelo secondo Giovanni (16,29-33) anno pari.

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente

e non più in modo velato.

Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi.

Per questo crediamo che sei uscito da Dio».

Rispose loro Gesù: «Adesso credete?

Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo

e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.

Vi ho detto questo perché abbiate pace in me.

Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù non intende fare sconti ai suoi discepoli; Egli non promette loro una

vita tranquilla e lontana dai problemi, anzi!

Annuncia loro tribolazioni, persecuzioni e persino la morte a causa sua.

Ma nonostante ciò, il Maestro, dice loro che essi non devono temere; Egli

ha vinto il mondo.

Gesù non può avere paura malgrado la solitudine e l’incomprensione in cui lo

hanno lasciato i suoi amici, poiché il suo unico volere è quello di fare la

volontà del Padre.

Quando anch’essi avranno questo unico desiderio, anche essi conosceranno

la pace che è dono del Risorto.

In questa ricerca della volontà amorevole di Dio, neppure la morte può più

fare paura, perché, Gesù risorto, vuole dare anche a noi la gioia e la pace,

che nasce proprio in mezzo alle tribolazioni; non siamo mai soli, poiché

Lui e la preghiera sono sempre con noi.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

sabato 28 maggio 2022

Il Vangelo di Domenica 29 Maggio 2022

 

Domenica dell’Ascensione del Signore.

Prima Lettura

Fu elevato in alto sotto i loro occhi.

Dagli Atti degli Apostoli (1,1-11)

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e

insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato

disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.

Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta

giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio.

Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme,

ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, «quella-disse-che voi

avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti

giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».

Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo

nel quale ricostituirai il regno per Israele?».

Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha

riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà

su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la

Samarìa e fino ai confini della terra».

Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse

ai loro occhi.

Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini

in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché

state a guardare il cielo?

Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso

modo in cui l'avete visto andare in cielo».

Parola di Dio.

Seconda Lettura

Cristo è entrato nel cielo stesso.

Dalla lettera agli Ebrei (.9,24-28;10,19-23)

Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello

vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore.

E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel

santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione

del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.

Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per

annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.

E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che

viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere

il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con

il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.

Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del

sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso

il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio,

accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati

da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.

Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché

è degno di fede colui che ha promesso.

Parola di Dio.

Vangelo

Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo.

Dal Vangelo secondo Luca (24,46-53) anno C.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà

e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti

i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.

Di questo voi siete testimoni.

Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi

restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse.

Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo.

Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande

gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Uomini di Galilea, perché continuate a guardare il cielo?

Sono stupiti e amareggiati, i discepoli.

Il Maestro se ne va proprio ora che, infine, avevano capito il grande disegno

di Dio su Gesù, proprio ora che, finalmente, avevano superato il dolore e si

erano convertiti alla gioia!

Proprio ora che, come nel finale in una bella commedia americana, tutto

sembrava chiaro, lineare; il Regno era finalmente iniziato e Gesù avrebbe

regnato con i suoi fedeli apostoli per l’eternità.

E invece no.

Spiazzati, nuovamente.

Gesù torna al Padre, e affida l’annuncio del Regno ai discepoli.

Che storia.

Uomini di Galilea, perché continuate a guardare il cielo?

Quante domande la Parola rivolge al cercatore di Dio.

Perché piangi, anima mia, perché su di me gemi?

Perché cercate fra i morti uno che è vivo?

Dio ci interroga, ci scuote, ci invita ad andare oltre, a crescere e a credere.

No, non dobbiamo cercare in cielo il volto di un Dio che ha calpestato la terra.

Lo possiamo cercare là dove ha deciso, per sempre, di abitare; in mezzo ai

fratelli più poveri, in mezzo alla comunità di coloro che credono nel Nazareno.

Paradosso insostenibile del cristianesimo!

Prima ci chiede di credere che il Dio invisibile si è fatto uomo.

Ora ci chiede di credere che il Dio accessibile si consegna nelle fragili mani

di uomini peccatori e incoerenti!

Scambio sfavorevole; invece di incontrare il volto radioso e sereno del

Maestro, incontriamo il volto rugoso e segnato dei cristiani!

Ma se, invece, Gesù avesse voluto dirci qualcosa di nuovo? Di inatteso?

Se davvero nei progetti di Dio ci fossimo noi?

Se, mettete il caso, davvero Gesù abbia (follemente) affidato l’annuncio

del Regno alla Chiesa, peggio; a questa Chiesa?

Il nostro non è un Dio manager amministratore di una multinazionale del sacro

che dirama le direttive e un numero verde per le emergenze, con gentili angeli

che non danno mai risposte utili e fanno solo perdere tempo e pazienza, no.

Il Dio presente, il Dio in cui crediamo è il Dio che accompagna, certo, ma che

affida il cammino del Vangelo alla fragilità della sua Chiesa.

Il Regno sperato dagli apostoli occorre costruirlo, la nuova dimensione voluta

dal Signore per restare nel mondo, non è una soluzione magica, ma è una

dimensione pazientemente intessuta da ognuno di noi.

È il tempo in cui dobbiamo rimboccarci le maniche.

Siamo noi, ahimè, il volto di Gesù per le persone che incontriamo sulla nostra strada.

Tu che leggi, amico, sei lo sguardo di Dio per le persone che incontrerai.

Così il nostro Dio originale e spiazzante ha deciso.

E così davvero accade.

L’Ascensione segna la fine di un momento, il momento della presenza fisica

di Dio, dell’annuncio del vero volto del Padre da parte di Gesù, che professiamo

Signore e Dio, con la rassicurazione, da parte di Dio stesso della sua bontà e

della sua vicinanza nello sguardo di noi discepoli.

Ora è il tempo di costruire relazioni e rapporti a partire dal sogno di Dio che

è la Chiesa; comunità di fratelli e sorelle radunati nella tenerezza e nella

franchezza del Vangelo.

Accogliamo allora l’invito degli angeli; smettiamola di guardare tra le nuvole

cercando il barlume della gloria di Dio e-piuttosto-vediamo questa gloria

disseminata nella quotidianità di ciò che siamo e viviamo.

La gloria di Dio, che abbiamo assaporato, siamo invitati a raccontarla, a renderla

credibile ed accessibile, ben consapevoli che solo nel di più, nell’altrove

riusciremo finalmente a realizzarla in pienezza.

Restiamo in città, non fuggiamo la disperante banalità dell’oggi, perché è lì che

Gesù sceglie di abitare; nell’oggi, nel delirio confuso della mia città.

Cerchiamo Dio, ora, nella gloria del Tempio che è l’uomo, tempio del Dio

vivente, smettiamola di guardare le nuvole, se Dio è nel volto povero e teso

del fratello che incrocio.

Il Signore ci dice che è possibile qui e ora costruire il suo Regno.

L’Ascensione segna l’inizio della Chiesa, l’avvio di una nuova avventura

che vede noi protagonisti in attesa del suo ritorno definitivo.

E se la Chiesa ci ha masticato, offeso, provato, combattiamo con più forza,

imitiamo i santi che convertirono la Chiesa a partire da loro stessi.

Staremo ancora a naso in su a scrutare gli astri?

A implorare un intervento divino?

O non vedremo-piuttosto-la presenza di Dio tra i suoi discepoli, presenza

segnata nella fatica dell’accoglienza, nella vita di fede, nel desiderio di un

mondo più solidale da costruire giorno per giorno?

Ascendiamo, amici; smettiamola di fare i bambini devoti.

Dio-ora-ha bisogno di discepoli adulti, capaci di far vibrare il Vangelo nella

vita, capaci di dire la fede in modo nuovo.

Perciò, convertiamoci alla gioia se vogliamo vivere nella pienezza del

Dio di Gesù, Santa Domenica dell’Ascensione, Fausto.

 

venerdì 27 maggio 2022

Il Vangelo del Sabato 28 Maggio 2022

 

Della 6° settimana del Tempo Ordinario.

San Germano di Parigi, Vescovo.

Prima Lettura

Apollo dimostrava attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.

Dagli Atti degli Apostoli (18,23-28)

Trascorso ad Antiòchia un po' di tempo, Paolo partì: percorreva di seguito

la regione della Galàzia e la Frìgia, confermando tutti i discepoli.

Arrivò a Èfeso un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto,

esperto nelle Scritture.

Questi era stato istruito nella via del Signore e, con animo ispirato, parlava

e insegnava con accuratezza ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse

soltanto il battesimo di Giovanni.

Egli cominciò a parlare con franchezza nella sinagoga.

Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con

maggiore accuratezza la via di Dio.

Poiché egli desiderava passare in Acàia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero

ai discepoli di fargli buona accoglienza.

Giunto là, fu molto utile a quelli che, per opera della grazia, erano divenuti credenti.

Confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso

le Scritture che Gesù è il Cristo.

Parola di Dio.

Vangelo

Il Padre vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto.

Dal Vangelo secondo Giovanni (16,23b-28) anno pari.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico:

se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà.

Finora non avete chiesto nulla nel mio nome.

Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.

Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l'ora in cui non vi parlerò

più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre.

In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre

per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete

creduto che io sono uscito da Dio.

Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il

mondo e vado al Padre».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

I nostro dubbi sulle nostre preghiere e sulla loro effettiva efficacia si scontrano,

oggi, con queste parole di Gesù, che brillano per la loro semplicità e la loro logica.

Egli dice che tutto ciò che chiederemo ci verrà dato; lo otterremo perché lo

chiediamo nel suo nome; del resto, se non abbiamo ancora ottenuto quanto

abbiamo chiesto, è perché, non abbiamo ancora chiesto nulla nel suo nome.

Ecco dunque il segreto; chiedere nel nome di Gesù, non significa semplicemente

dire un nome, quanto, unirsi a Lui con tutta la vita e facendo nostri i suoi

sentimenti di amore e di gratitudine nei confronti del Padre.

Quando il Padre celeste vede che in noi ci sono gli stessi sentimenti e le stesse

scelte di vita di Gesù suo Figlio, non può non concederci quello che chiediamo;

perché non proviamo a pregare in questo modo?

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.