Della 33° Domenica del Tempo Ordinario.
Sant' Alberto
Magno, Vescovo e dottore della Chiesa.
Prima Lettura
Grandissima fu
l’ira sopra Israele.
Dal primo libro dei
Maccabèi (1,11-16.43-45.57-60.65)
In quei giorni, uscì
una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco,
che era stato ostaggio
a Roma, e cominciò a regnare nell'anno centotrentasette
del regno dei Greci.
In quei giorni
uscirono da Israele uomini scellerati, che persuasero molti
dicendo: «Andiamo e
facciamo alleanza con le nazioni che ci stanno attorno,
perché, da quando ci
siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali».
Parve buono ai loro
occhi questo ragionamento.
Quindi alcuni del
popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede
loro facoltà
d'introdurre le istituzioni delle nazioni.
Costruirono un
ginnasio a Gerusalemme secondo le usanze delle nazioni,
cancellarono i segni
della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza.
Si unirono alle nazioni
e si vendettero per fare il male.
Poi il re prescrisse
in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo
e ciascuno
abbandonasse le proprie usanze.
Tutti i popoli si
adeguarono agli ordini del re.
Anche molti Israeliti
accettarono il suo culto, sacrificarono agli idoli e
profanarono il sabato.
Nell'anno
centoquarantacinque, il quindici di Chisleu, il re innalzò sull'altare
un abominio di
devastazione.
Anche nelle vicine
città di Giuda eressero altari e bruciarono incenso sulle porte
delle case e nelle
piazze.
Stracciavano i libri
della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco.
Se presso qualcuno
veniva trovato il libro dell'alleanza e se qualcuno obbediva
alla legge, la
sentenza del re lo condannava a morte.
Tuttavia molti in
Israele si fecero forza e animo a vicenda per non mangiare cibi
impuri e preferirono
morire pur di non contaminarsi con quei cibi e non
disonorare la santa
alleanza, e per questo appunto morirono.
Grandissima fu l'ira
sopra Israele.
Parola di Dio.
Vangelo
Che cosa vuoi che
io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!
Dal Vangelo secondo
Luca (18,35-43) anno dispari.
Mentre Gesù si
avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la
strada a mendicare.
Sentendo passare la
gente, domandò che cosa accadesse.
Gli annunciarono:
«Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo:
«Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Quelli che camminavano
avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli
gridava ancora più
forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e
ordinò che lo conducessero da lui.
Quando fu vicino, gli
domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?».
Egli rispose:
«Signore, che io veda di nuovo!».
Gesù gli disse: «Abbi
di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di
nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio.
E tutto il popolo,
vedendo, diede lode a Dio.
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Come il cieco di Gerico, anche
noi seguiamo Gesù glorificando Dio.
Lo facciamo perché abbiamo
recuperato la vista interiore, perché il Maestro ha
spalancato il nostro sguardo,
perché ora siamo liberi e vediamo oltre le nostre
piccole convinzioni.
La fede è una luce che si accende
nella stanza buia della nostra vita, una finestra
che spalanca le imposte e vediamo
tutto in maniera diversa.
Seduti a mendicare, aspettando
che qualcuno si occupasse di noi, abbiamo
sentito l’annuncio; passa Gesù il
Nazareno!
Sì; passa il Nazareno, e la
Chiesa è la comunità di coloro che ne annunciano
il passaggio, che dicono a tutti
i mendicanti la buona notizia della sua presenza.
Grida, il cieco, come noi abbiamo
gridato la nostra disperazione, il nostro dolore.
Grida e chiede pietà anche se non
vede, anche se ancora non crede.
E molti gli dicono di tacere,
come molti a noi hanno detto di non farci illusioni,
di lasciar perdere, che la fede è
inganno e illusione, che la Chiesa è marciume
e ipocrisia.
Ma abbiamo gridato più forte,
come più forte grida il cieco.
E si ferma Gesù, si è fermato
nella nostra vita e ci ha ridato la luce degli occhi
dell’anima, per questo lo
ringraziamo continuamente con la preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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