domenica 14 novembre 2021

Il Vangelo del Lunedì 15 Novembre 2021

 

Della 33° Domenica del Tempo Ordinario.

Sant' Alberto Magno, Vescovo e dottore della Chiesa.

Prima Lettura

Grandissima fu l’ira sopra Israele.

Dal primo libro dei Maccabèi (1,11-16.43-45.57-60.65)

In quei giorni, uscì una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco,

che era stato ostaggio a Roma, e cominciò a regnare nell'anno centotrentasette

del regno dei Greci.

In quei giorni uscirono da Israele uomini scellerati, che persuasero molti

dicendo: «Andiamo e facciamo alleanza con le nazioni che ci stanno attorno,

perché, da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali».

Parve buono ai loro occhi questo ragionamento.

Quindi alcuni del popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede

loro facoltà d'introdurre le istituzioni delle nazioni.

Costruirono un ginnasio a Gerusalemme secondo le usanze delle nazioni,

cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza.

Si unirono alle nazioni e si vendettero per fare il male.

Poi il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo

e ciascuno abbandonasse le proprie usanze.

Tutti i popoli si adeguarono agli ordini del re.

Anche molti Israeliti accettarono il suo culto, sacrificarono agli idoli e

profanarono il sabato.

Nell'anno centoquarantacinque, il quindici di Chisleu, il re innalzò sull'altare

un abominio di devastazione.

Anche nelle vicine città di Giuda eressero altari e bruciarono incenso sulle porte

delle case e nelle piazze.

Stracciavano i libri della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco.

Se presso qualcuno veniva trovato il libro dell'alleanza e se qualcuno obbediva

alla legge, la sentenza del re lo condannava a morte.

Tuttavia molti in Israele si fecero forza e animo a vicenda per non mangiare cibi

impuri e preferirono morire pur di non contaminarsi con quei cibi e non

disonorare la santa alleanza, e per questo appunto morirono.

Grandissima fu l'ira sopra Israele.

Parola di Dio.

Vangelo

Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!

Dal Vangelo secondo Luca (18,35-43) anno dispari.

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la

strada a mendicare.

Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.

Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».

Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli

gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui.

Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?».

Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!».

Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».

Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio.

E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Come il cieco di Gerico, anche noi seguiamo Gesù glorificando Dio.

Lo facciamo perché abbiamo recuperato la vista interiore, perché il Maestro ha

spalancato il nostro sguardo, perché ora siamo liberi e vediamo oltre le nostre

piccole convinzioni.

La fede è una luce che si accende nella stanza buia della nostra vita, una finestra

che spalanca le imposte e vediamo tutto in maniera diversa.

Seduti a mendicare, aspettando che qualcuno si occupasse di noi, abbiamo

sentito l’annuncio; passa Gesù il Nazareno!

Sì; passa il Nazareno, e la Chiesa è la comunità di coloro che ne annunciano

il passaggio, che dicono a tutti i mendicanti la buona notizia della sua presenza.

Grida, il cieco, come noi abbiamo gridato la nostra disperazione, il nostro dolore.

Grida e chiede pietà anche se non vede, anche se ancora non crede.

E molti gli dicono di tacere, come molti a noi hanno detto di non farci illusioni,

di lasciar perdere, che la fede è inganno e illusione, che la Chiesa è marciume

e ipocrisia.

Ma abbiamo gridato più forte, come più forte grida il cieco.

E si ferma Gesù, si è fermato nella nostra vita e ci ha ridato la luce degli occhi

dell’anima, per questo lo ringraziamo continuamente con la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

 

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