martedì 31 agosto 2021

Il Vangelo del Mercoledì 1 Settembre 2021

 

Della 22° settimana del Tempo Ordinario.

Sant' Egidio, Abate.

Prima Lettura

La parola di verità è giunta a voi come in tutto il mondo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési (1,1-8)

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, ai santi e

credenti fratelli in Cristo che sono a Colosse: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro.

Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, continuamente

pregando per voi, avendo avuto notizie della vostra fede in Cristo Gesù e della

carità che avete verso tutti i santi a causa della speranza che vi attende nei cieli.

Ne avete già udito l’annuncio dalla parola di verità del Vangelo che è giunto a voi.

E come in tutto il mondo esso porta frutto e si sviluppa, così avviene anche fra voi,

dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, che avete

appreso da Èpafra, nostro caro compagno nel ministero: egli è presso di voi un fedele

ministro di Cristo e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.

Parola di Dio.

Vangelo

È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città;

per questo sono stato mandato.

Dal Vangelo secondo Luca (4,38-44) anno dispari.

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone.

La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.

Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò.

E subito si alzò in piedi e li serviva.

Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li

condussero a lui.

Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.

Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!».

Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.

Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto.

Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se

ne andasse via.

Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di

Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».

E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Non è più la sinagoga il luogo dell’incontro con Dio, ma la casa.

E nella casa in cui Dio sceglie di abitare avviene il primo miracolo; la suocera

di Pietro è guarita per servire.

La comunità dei cristiani è guarita per servire i fratelli che premono alla soglia.

È la soglia il luogo dell’evangelizzazione, il luogo dell’annuncio.

La Chiesa è chiamata a diventare la soglia fra il mondo e Dio.

Gesù, rubando tempo al sonno, si ritira in preghiera per trovare forza nel Padre;

più siamo travolti dalle cose da fare e più dobbiamo avere il coraggio di trovare

del tempo per stare con Dio e vivere di Lui.

La preghiera prolungata lo porta ad una decisione; non resterà a Cafarnao dove,

pure, ora è famoso e la sua opera efficace, ma andrà per altri villaggi della Giudea.

Anche noi siamo chiamati ad imitare il Signore; a diventare soglia di accesso a Dio,

proprio perché guariti nel profondo, ad attingere la forza del nostro annuncio da

una prolungata preghiera quotidiana, ad annunciare il Signore ovunque, senza

costruirci un piccolo feudo in cui rassicurarci a vicenda diventando dei piccoli

professionisti del sacro.

Aria, gente, imitiamo il Signore e facciamo uscire il Vangelo dalle sacrestie

impolverate, come sto facendo io tutti i giorni da questa pagine, facendomi

aiutare dalla preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 30 agosto 2021

Il Vangelo del Martedì 31 Agosto 2021

 

Della 22° settimana del Tempo Ordinario.

San Raimondo Nonnato, religioso.

Prima Lettura

Gesù Cristo è morto per noi, perché viviamo insieme con lui.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési (5,1-6.9-11)

Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti

sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte.

E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li

colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.

Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi

come un ladro.

Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte,

né alle tenebre.

Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.

Dio infatti non ci ha destinati alla sua ira, ma ad ottenere la salvezza per mezzo

del Signore nostro Gesù Cristo.

Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo

insieme con lui.

Perciò confortatevi a vicenda e siate di aiuto gli uni agli altri, come già fate.

Parola di Dio.

Vangelo

Io so chi tu sei: il santo di Dio!

Dal Vangelo secondo Luca (4,31-37)

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato

insegnava alla gente.

Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.

Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro;

cominciò a gridare forte: «Basta!

Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?

Sei venuto a rovinarci?

Io so chi tu sei: il santo di Dio!».

Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!».

E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.

Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che

comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?».

E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

È nella sinagoga a pregare, l’indemoniato; veste come tutti, si comporta come

tutti, è un buon fedele, all’apparenza.

Ma la visione di Gesù lo scatena e manifesta tutta la rabbia che porta nel cuore;

insulta Gesù, sa bene che egli è il Santo di Dio, non c’entra nulla con lui, è venuto

per rovinargli la vita.

Luca, con questo racconto, ci dice qualcosa di inquietante; è demoniaca una fede

che si ferma al sapere senza contaminare la vita, demoniaca una fede che non fa

entrare Dio nella quotidianità, demoniaca una fede che vede Dio come un avversario

venuto per rovinare la bella vita peccaminosa che vorremmo fare.

Non basta frequentare una Chiesa per essere credenti e la prima conversione che

siamo chiamati ad operare è all’interno delle nostre comunità, nella nostra Chiesa.

Il rischio di vivere una fede sbagliata è sempre presente in noi ma l’autorevolezza

di Gesù ci guarisce, ci sana, ci converte, ci cambia nel profondo.

Lasciamo che la sua Parola autorevole, oggi, evidenzi i modi sbagliati che abbiamo

di vivere la fede e diventiamo finalmente discepoli come egli vuole.

La prima conversione da operare è in noi stessi, con l’aiuto della preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 29 agosto 2021

Il Vangelo del Lunedì 30 Agosto 2021

 

Della 22° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Felice e Adautto, martiri.

Prima Lettura

Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési (4,13-18)

Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono

morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza.

Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di

Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.

Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo

ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli

che sono morti.

Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della

tromba di Dio, discenderà dal cielo.

E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo

ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro

al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.

Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.

Parola di Dio.

Vangelo

Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.

Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.

Dal Vangelo secondo Luca (4,16-30) anno dispari.

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito,

di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.

Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era

scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con

l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare

ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi

a proclamare l’anno di grazia del Signore».

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette.

Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui.

Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi

avete ascoltato».

Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che

uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».

Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico,

cura te stesso.

Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”».

Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.

Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando

il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;

ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne.

C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro

fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno.

Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte,

sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù.

Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù chiude il rotolo del profeta Isaia e si siede, come fanno i rabbini per insegnare.

Poi annuncia che la profezia si è conclusa.

La reazione dei presenti è feroce, rabbiosa. Perché?

Tutti conoscevano quel rotolo, ogni sabato, a turno, si leggevano gli stessi passi.

Agli esperti di Scrittura non sfugge che Gesù tronca la frase di Isaia a metà.

Il periodo conclude così: “e a predicare un giorno di vendetta per il nostro Dio” (Is 61,2).

Gesù non lo legge, lo tronca.

Si ferma all’anno di grazia.

Nessuna vendetta, nessun riscatto spettacolare contro gli oppressori politici.

Nessun riscatto del nazionalismo ebraico.

Perdono e conversione.

Queste le due cifre dell’annuncio.

La Parola si è chiusa, il libro viene arrotolato.

Gesù si è permesso di correggere la Parola.

Questo è troppo.

Chi si crede di essere questo falegname?

Gesù interagisce, cita la Scrittura, spiega come sia difficile fare i profeti in casa

propria, e che solo degli stranieri, come la vedova di Zarepta e Naaman il Siro,

hanno saputo riconoscere profeti grandi come Elia ed Eliseo.

E si scatena il putiferio.

All’iniziale sconcerto subentra l’offesa e la permalosità.

Ma come si permette?

Ma chi si crede di essere questo presuntuoso?

Anche noi, tante volte rivolgiamo la stessa frase al Signore, quando ci chiede troppo.

È successo anche a me, amici, poi, con l’aiuto della preghiera, ho capito quello

che voleva farmi capire.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

sabato 28 agosto 2021

Il Vangelo di Domenica 29 Agosto 2021

 

Della 22° Domenica del Tempo Ordinario.

Santa Sabina, martire.

Prima Lettura

Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando; osserverete i comandi del Signore.

Dal libro del Deuteronòmio (4,1-2.6-8)

Mosè parlò al popolo dicendo: «Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi

insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della

terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.

Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla;

ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo.

Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza

e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste

leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”.

Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio,

è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?

E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione

che io oggi vi do?».

Parola di Dio.

Seconda Lettura

Siate di quelli che mettono in pratica la Parola.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo (1,17-18.21b-22.27)

Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto

e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione

né ombra di cambiamento.

Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere

una primizia delle sue creature.

Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza.

Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto,

illudendo voi stessi.

Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani

e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.

Parola di Dio.

Vangelo

Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

Dal Vangelo secondo Marco (7,1-8.14-15.21-23) anno B.

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti

da Gerusalemme.

Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure,

cioè non lavate-i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati

accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal

mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose

per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di

letti-, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si

comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».

Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo

popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.

Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.

Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».

Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene!

Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro.

Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».

E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini,

escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità,

inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.

Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Parla diritto e diretto il Rabbì che si fa pane, che condivide ciò che è e ciò che ha.

Non gli importano i riconoscimenti, non aspira certo a diventare re.

Fugge ciò che noi costantemente ricerchiamo; fama, notorietà, riconoscimento, visibilità.

Parla diritto e diretto, anche a costo di sembrare antipatico, anche perdendo pezzi

di popolarità, anche davanti a chi ritiene insostenibili le sue parole e se ne va.

In un tempo in cui arroganti politici leggono i risultati delle indagini demoscopiche

per capire cosa dire per piacere, Gesù fa ciò che tutti dovrebbero fare; dice ciò

che è vero e giusto.

E dopo l’approfondita lettura del discorso della sinagoga di Cafarnao, dopo la

moltiplicazione dei pani e dei pesci, la liturgia torna a leggere il Vangelo di Marco

per ricordare ai farisei di ieri e di oggi alcune inevitabili dinamiche della fede che,

se trascurate, rischiano di provocare disastri.

L’estate ormai è al tramonto, fra un pò si torna a scuola, dopo il caldo torrido,

dopo un’estate di disperati che fuggono le guerre per raggiungere l’Europa,

la Parola ancora ci interpella.

Siamo tutti allergici alle regole, se siamo onesti.

Soprattutto quelle che ci costringono, che ci angustiano, che ci stanno antipatiche.

E poi siamo molto severi esigendo dagli altri il rispetto delle norme.

A volte, però, perdiamo di vista la ragione per cui esistono delle norme; per il

quieto vivere, nella società, per indicare un percorso, nella fede.

Molti, però, senza porsi troppe domande, osservano stancamente le norme senza

chiedersi dove conducano.

Nella fede, in ogni fede, questo atteggiamento rischia di soffocare e uccidere il

desiderio, come in un coppia.

Occorre intendersi bene, allora, sul concetto di “norma” riferito alla fede.

La religione non è osservare delle regole ma seguire un percorso.

E le norme sono i segnali tracciati da qualcuno che prima di noi ha percorso quel

sentiero e ci indica la direzione.

E, rispetto a Dio, non conta solo il fatto di osservare le norme, ma la ragione per

cui si osservano.

Come nell’amore.

Preparare un buon pranzo ai miei cari è il modo concreto che ho di manifestare

loro il mio affetto.

Ma se lo faccio con rabbia e rassegnazione, qualcosa non funziona.

La regola, nella fede, è il vestito dell’amore, il modo che l’amore ha di concretizzarsi,

di essere credibile, di essere visibile.

Un amore che non si concretizzi nel gesto, nella fedeltà, nel servizio, è poco credibile.

Ma anche un gesto fedele che manca d’amore è ambiguo e dannoso.

Così nella fede; se mi pongo davanti a Dio come davanti a un amministratore

che mi sanziona se trasgredisco una regola, non potrò mai conoscerne la forza

dirompente dell’amore.

Perciò Gesù contesta chi lo contesta (alla faccia del Gesù sdolcinato e stucchevole!),

difende Dio e la fede autentica.

Non solo il rischio di vivere la regola con superficialità è molto diffuso, allora e oggi.

Ma ergere la regola a metro di giudizio, quasi sostituendola a Dio,

è drammaticamente pericoloso.

Si rischia di mettere tutto sullo stesso piano; le indicazioni che provengono da Dio

e quelle che provengono dagli uomini, la Rivelazione con le tradizioni degli uomini.

E molto spesso, nel modo di storicizzare la fede, questa confusione ha determinato

gravi ingiustizie.

Anche nel piccolo.

Quante volte nelle nostre parrocchie ci si schiera dietro un perentorio si è sempre

fatto così, solo per nascondere la propria insicurezza e la propria pigrizia mentale?

Il Signore ci insegna ad essere liberi (non anarchici!) e responsabili, a capire,

a confrontarci nella logica del Vangelo, come stanno coraggiosamente facendo

i nostri vescovi intorno al tema dell’affetto e della famiglia.

Così dovrebbe essere nelle nostre comunità, senza ergersi a giudici gli uni degli

altri, senza cercare scorciatoie, senza barricarsi.

Il Vangelo è uno, certo, ed è inviolabile.

Ma stiamo attenti a non confondere ciò che è duraturo e ciò che è mutevole.

Nel caso concreto, quello della purificazione del corpo prima del cibo, Gesù

è perentorio e liberante; nulla è impuro.

È l’animo con cui facciamo i gesti che ne determina la purezza, l’intenzione pura,

lo sguardo libero e liberante.

In una religiosità ossessionata dal puro e dall’impuro, dalle abluzioni e dalle

regole, Gesù stabilisce un nuovo, liberante criterio.

A volte noi cristiani ci siamo dimenticati di quanto siamo stati resi liberi.

Vigiliamo sul cuore, sull’intenzione, allora, senza perderci nei meandri del

legalismo, anche religioso, per essere davvero orientati all’essenziale.

Certo, amici lettori, il nostro cuore sia sempre vigile e libero di amare il Signore,

senza ipocrisie, Santa Domenica, Fausto.

 

 

venerdì 27 agosto 2021

Il Vangelo del Sabato 28 Agosto 2021

 

Della 21° settimana del Tempo Ordinario.

Sant' Agostino, vescovo e dottore della Chiesa.

Prima Lettura

Avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési (4,9-11)

Fratelli, riguardo all’amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva;

voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e questo

lo fate verso tutti i fratelli dell’intera Macedònia.

Ma vi esortiamo, fratelli, a progredire ancora di più e a fare tutto il possibile

per vivere in pace, occuparvi delle vostre cose e lavorare con le vostre mani,

come vi abbiamo ordinato.

Parola di Dio.

Vangelo

Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-30) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un

uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.

A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di

ciascuno; poi partì.

Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò

altri cinque.

Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.

Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno

e vi nascose il denaro del suo padrone.

Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.

Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo:

“Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”.

“Bene, servo buono e fedele-gli disse il suo padrone-, sei stato fedele nel poco,

ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai

consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono

e fedele-gli disse il suo padrone-, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su

molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so

che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso.

Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.

Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho

seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai

banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse.

Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.

Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà

tolto anche quello che ha.

E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Abbiamo dei talenti da far fruttificare, questo ci dice il Signore.

Talenti che non sono solo le capacità personali, ma anche la scoperta dei grandi doni

che il Maestro ha lasciato alla sua Chiesa; l’Eucarestia, la Parola, la comunità.

Un talento è un'unità di misura che equivale a oltre venti chili d’oro puro,

un valore enorme!

Come a dire che non è poco ciò che abbiamo ricevuto, è qualcosa di grande, di prezioso.

Troppo spesso passiamo la vita a lamentarci di ciò che non siamo, di ciò che non 

abbiamo realizzato, delle opportunità che ci sono state negate.

Rischiamo di passare la vita a rimpiangere ciò che non siamo riusciti ad essere,

invece di scoprire ciò che siamo diventati, grazie alla presenza del Signore.

Se capissimo, invece, che siamo preziosi agli occhi di Dio e che abbiamo ricevuto

dei beni preziosi dalla sua presenza!

Forse non i beni che si aspetta il mondo, magari non quelli che avremmo voluto,

ma certo quelli che possono rendere felici noi e chi incontriamo.

Animo, allora, concludiamo questa settimana e iniziamo questo mese con la certezza

serena di avere un tesoro prezioso da far fruttare.

Investiamo il talento che abbiamo ricevuto, parliamone ma, soprattutto,

viviamolo, facendoci aiutare dalla preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.