Della 13° settimana del Tempo Ordinario.
San Bernardino
Realino, sacerdote.
Prima lettura.
Isacco amò tanto
Rebecca e trovò conforto dopo la morte della madre.
Dal libro della Gènesi
(23,1-4.10.19;24,1-8.6)
Gli anni della vita di
Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara.
Sara morì a Kiriat
Arbà, cioè Ebron, nella terra di Canaan, e Abramo venne a fare il
lamento per Sara e a
piangerla.
Poi Abramo si staccò
dalla salma e parlò agli Ittiti: «Io sono forestiero e di
passaggio in mezzo a
voi.
Datemi la proprietà di
un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via il
morto e seppellirlo».
Abramo seppellì Sara,
sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte
a Mamre, cioè Ebron,
nella terra di Canaan.
Abramo era ormai
vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in tutto.
Allora Abramo disse al
suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su
tutti i suoi beni:
«Metti la mano sotto la mia coscia e ti farò giurare per il Signore,
Dio del cielo e Dio
della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le
figlie dei Cananei, in
mezzo ai quali abito, ma che andrai nella mia terra, tra la mia
parentela, a scegliere
una moglie per mio figlio Isacco».
Gli disse il servo:
«Se la donna non mi vuol seguire in questa terra, dovrò forse
ricondurre tuo figlio
alla terra da cui tu sei uscito?».
Gli rispose Abramo:
«Guàrdati dal ricondurre là mio figlio!
Il Signore, Dio del
cielo e Dio della terra, che mi ha preso dalla casa di mio padre
e dalla mia terra
natia, che mi ha parlato e mi ha giurato: “Alla tua discendenza darò
questa terra”, egli
stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere
di là una moglie per
mio figlio.
Se la donna non vorrà
seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non
devi ricondurre là mio
figlio».
[Dopo molto tempo] Isacco
rientrava dal pozzo di Lacai Roì; abitava infatti nella
regione del Negheb.
Isacco uscì sul far
della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi,
vide venire i
cammelli.
Alzò gli occhi anche
Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello.
E disse al servo: «Chi
è quell’uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?».
Il servo rispose: «È
il mio padrone».
Allora ella prese il
velo e si coprì.
Il servo raccontò a
Isacco tutte le cose che aveva fatto. Isacco introdusse Rebecca
nella tenda che era
stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l’amò.
Isacco trovò conforto
dopo la morte della madre.
Parola di Dio.
Vangelo.
Non sono i sani che
hanno bisogno del medico, ma i malati.
Misericordia io
voglio e non sacrifici.
Dal Vangelo secondo Matteo
(9,9-13) anno dispari.
In quel tempo, Gesù,
vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle
imposte, e gli disse:
«Seguimi».
Ed egli si alzò e lo
seguì.
Mentre sedeva a tavola
nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori
e se ne stavano a
tavola con Gesù e con i suoi discepoli.
Vedendo ciò, i farisei
dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro
mangia insieme ai
pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse:
«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
Andate a imparare che
cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”.
Io non sono venuto
infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
È seduto al banco delle imposte
Matteo, quando incrocia lo sguardo di quel falegname
ospite in casa di Simone il
pescatore.
Pensa che gli voglia chiedere
qualcosa, un favore, uno sconto, un aiuto.
È temuto Levi, è un pubblicano
che riscuote le tasse per conto dei romani.
Lo odiano tutti, visceralmente,
ma lo temono e lo rispettano.
E invece il Nazareno non gli
chiede nulla. Sorride e gli dice di lasciare tutto.
Sta scherzando, sicuramente.
È stranito ora Matteo, ma lo
sguardo di Gesù non lo abbandona.
Cosa avrà visto in quello
sguardo?
Quale abisso di bene e di luce?
Quanta misericordia e
compassione?
Cosa può spingere una persona a
lasciare tutto per davvero? Sul serio?
Forse anche noi abbiamo
incrociato il suo sguardo, forse anche noi ci siamo sentiti travolti
dalla misericordia, forse anche
noi abbiamo colto la misura infinita della tenerezza di Dio.
È venuto per noi ammalati, il
Signore, non per quelli che non hanno bisogno di salvezza.
È venuto senza porre condizioni,
mettendosi in gioco, sfidandoci ad osare, a rischiare.
E la cosa straordinaria è che
questo incontro Matteo lo racconta trent'anni dopo e ne
parla con una freschezza e una
nostalgia che commuove.
Anche noi, se vogliamo un
incontro con il Signore come ha avuto Matteo,
chiediamo aiuto alla preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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